alessandro cattaneo

IL FORMATTATORE È FINITO IN HARD DISK - DA LEADER IN PECTORE DEL NUOVO CORSO AZZURRO A SINDACO TROMBATO, ASCESA E CADUTA DEL“RENZINO DI DESTRA” CATTANEO: “LA CRISI DI FORZA ITALIA MI HA PENALIZZATO”

1. «ERO IL SINDACO PIÙ AMATO D’ITALIA LA CRISI DI FI MI HA AZZOPPATO»

Renato Pezzini per ‘Il Messaggero’

ALESSANDRO CATTANEOALESSANDRO CATTANEO

Gennaio 2014, appena cinque mesi fa: Alessandro Cattaneo, Forza Italia, 35 anni, sindaco di Pavia dal 2009, secondo un sondaggio fatto in tutti i principali Comuni d’Italia, è il primo cittadino più amato della Penisola. Gradimento al 67 per cento. Record imbattibile. Tanto che qualche giorno dopo Berlusconi lo nomina seduta stante «responsabile formazione amministratori locali» del partito.

Un astro nascente, «il Renzi del centrodestra» lo definisce qualcuno anche perché lui, Cattaneo, nel 2012 s’è messo alla testa dei «riformattatori del Pdl» che chiedono un ricambio generazionale ed elezioni primarie interne. Insomma, un grande avvenire davanti a se.

Dovevano essere quasi una formalità queste elezioni. Invece...

«I numeri sono lì da vedere, e i numeri dicono tutto».

Alessandro Cattaneo Alessandro Cattaneo

Lei al 47 per cento e il suo avversario Depaoli, centrosinistra, al 53 per cento.

«I numeri sono quelli, ma sono anche altri. Al primo turno io avevo 18 mila voti, e Depaoli 14 mila. Al ballottaggio il mio avversario ne ha presi 17 mila, cioè diventa sindaco con meno voti di quanti io ne avevo presi quindici giorni fa. E’ una cosa su cui riflettere».

A lei invece di voti ne sono venuti a mancare più di tremila. Cosa è successo?

«Era una bella giornata di sole, evidentemente molti dei nostri hanno preferito andare al mare. Anche questa è una cosa su cui riflettere».

A gennaio era indicato come il sindaco più amato d’Italia. Possibile perdere tanto consenso in così poco tempo?

ALESSANDRO CATTANEO ALESSANDRO CATTANEO

«Un conto è rispondere a una signorina che ti chiama al telefono e ti chiede se ti piace il tuo sindaco. Un’altro conto è fare la fatica, in una bella domenica di giugno, di andare al seggio a votare».

Niente da rimproverarsi?

«Errori certamente ne ho fatti. Però vorrei far presente che in città, alle Europee, Forza Italia si è fermata al 17 e il Pd ha superato il 42 per cento».

Dunque, colpa della crisi del partito?

raffaele fitto silvio berlusconi raffaele fitto silvio berlusconi

«Cinque anni fa io venni eletto, malgrado avessi appena 29 anni, anche grazie al fatto che il Pdl andava a gonfie vele. Questa volta il traino non c’è stato».

Lei doveva essere un simbolo del rinnovamento di Forza Italia.

«Dovremmo essere tutti consapevoli che le cose devono cambiare, che ci stiamo arenando in discussioni e rivalità interne che distruggono quanto è stato costruito in tanti anni».

Sono da ridisegnare tutti i vertici del partito?

«A livello locale una classe dirigente che funziona c’è. E’ a livello nazionale che le cose devono assolutamente cambiare, c’è bisogno di un grande rinnovamento».

BERLUSCONI FORZA ITALIA FAUNA ITALIA ELEZIONI EUROPEE BERLUSCONI FORZA ITALIA FAUNA ITALIA ELEZIONI EUROPEE

In che modo? Facendo le elezioni primarie per scegliere i quadri dirigenti?

«Può essere un modo. Ma prima di tutto bisogna mettere da parte rancori e rivalità, discutere, trovare un metodo condiviso da tutti per andare avanti e agire di conseguenza».

In realtà sembra che stia accadendo il contrario, e dopo il risultato elettorale rivalità e ripicche stanno crescendo, Fitto va per una strada, Toti per un’altra.

«Ripeto, bisogna mettere da parte tutto questo e trovare dei meccanismi che consentano un rinnovamento vero. Anche perché queste elezioni ci hanno detto che per noi si è riaperta una questione settentrionale. Il nord è sempre stata la nostra forza, rischiamo di perderla per sempre».

polverini ravetto carfagna all ufficio di presidenza forza italia polverini ravetto carfagna all ufficio di presidenza forza italia

2.CATTANEO, IL SINDACO PIÙ AMATO RESPINTO DAI SUOI CITTADINI

Michele Brambilla per "La Stampa"

Sembra morto in culla il Renzi di destra, ossia Alessandro Cattaneo, 35 anni, ingegnere, volto televisivo, sindaco ormai uscente di Pavia. Due anni fa aveva creato il movimento dei «formattatori», che era un po’ l’equivalente moderato dei «rottamatori»: diceva che bisognava rinnovare tutti i vertici dell’allora Pdl e dare spazio ai giovani. Ma domenica ha perso il ballottaggio e siccome è sempre facile infierire sui vinti a Pavia gira ora una facile battuta: «Il formattatore è stato formattato».

BERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIABERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIA

Eppure nessuno si immaginava la sua sconfitta. Neanche quelli del Pd, che hanno conquistato la poltrona del sindaco con Massimo Depaoli, un gentile professore che è tutto l’opposto del formattatore: un tipo discreto che se può evita anche le tv locali.

Il Pd – sia detto senza offesa – l’ha candidato come ripiego, dopo aver cercato invano un nome forte fuori città. Tirava comunque aria di sconfitta, e molti del centrosinistra ammettono di aver sperato fino all’ultimo che Forza Italia presentasse Cattaneo alle Europee per avere alle comunali un avversario più abbordabile. «Sinceramente non ci aspettavamo di vincere», confessa pure Alessandro Alfieri, segretario regionale lombardo del Pd.

I GIOVANI DI FORZA ITALIAI GIOVANI DI FORZA ITALIA

Tantomeno si aspettavano di perdere quelli del centrodestra. Cinque anni fa Cattaneo aveva vinto al primo turno con il 54,4 per cento. Il feeling con la città è poi sempre parso buono, tanto che un sondaggio del Sole 24 Ore aveva incoronato Cattaneo «sindaco più amato dagli italiani». Due settimane fa, al primo turno, la strada per la riconferma sembrava spianata: il formattatore aveva preso 18.350 voti, pari al 46,68 per cento, contro i 14.326 voti (36,44) di Depaoli. Ma domenica ecco l’inatteso ribaltone: 17.068 voti e 53,13 per cento per Depaoli; 15.060 voti e 46,87 per cento per Cattaneo.

Che cosa è successo in queste due settimane? «Non abbiamo nulla da recriminare, perché per cinque anni abbiamo lavorato bene», ha detto lo sconfitto nella sala di San Martino di Tours, sede del suo comitato elettorale. Da signore, Cattaneo ha fatto gli auguri al vincitore. Non ha potuto però non sottolineare di essere stato lasciato solo: «Questa campagna elettorale è stata di tutti contro uno, e di questi tempi essere contro paga». Forse anche un’allusione al fatto che i big del suo partito, Forza Italia, non l’hanno aiutato più di tanto.

I GIOVANI DI FORZA ITALIAI GIOVANI DI FORZA ITALIA

Ma forse le ragioni della sconfitta sono da ricercare – più che nel calo generale del centrodestra – in fattori locali. «Confermo che la vittoria di Depaoli è una sorpresa», dice ancora Alfieri del Pd, «ma i risultati della Lombardia credo dicano molte cose. Prima di queste elezioni noi governavamo solo in nove dei comuni con più di 15.000 abitanti in cui si è votato; adesso governeremo in venticinque.

E se abbiamo guadagnato ben sedici comuni, forse vuol dire che in Lombardia c’è molta stanchezza verso il forzaleghismo che ha amministrato, male, per troppi anni». E l’effetto Renzi? «Certo c’è anche quello. Ma c’è soprattutto uno straordinario lavoro che abbiamo fatto sul territorio, porta a porta».

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Certo adesso, con il senno di poi, si può dire che i segnali di una disaffezione a livello locale c’erano. Al primo turno i dieci punti di vantaggio avevano fatto trascurare alcuni segnali importanti: come la non rielezione del capo di gabinetto di Cattaneo, Luigi Greco, e dell’assessore al Commercio Pietro Trini.

Altri due pezzi della maggioranza se n’erano andati ancor prima: l’assessore alle Pari opportunità Cristina Niutta ha scelto di correre da sindaco con Scelta Civica; e il ventinovenne Nicola Fraschini, consigliere di centrodestra, ha fatto la stessa cosa con una sua lista personale. In due, Niutta e Fraschini hanno preso meno di duemila voti: pochi, ma forse senza le loro defezioni Cattaneo avrebbe rivinto al primo turno.

BERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIABERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIA

Che cosa farà adesso l’ex enfant prodige? «Credo che ormai si sia mangiato la carriera», dice Gigi Furini, che sfidò Depaoli alle primarie del centrosinistra ed ora è eletto consigliere comunale per il Pd. Furini è un volto noto delle tv locali, dove interpreta il ruolo del tifoso interista: «Anche Cattaneo è un nerazzurro sfegatato come me e frequentiamo insieme gli Inter Club. Che cosa posso dire di lui? Penso sia una persona perbene. Ma è un bel piatto dove c’è solo il contorno: manca la carne».

Forse però il problema è che la carne, nel centrodestra, continua o meglio deve continuare a essere Silvio Berlusconi. Cattaneo il primo novembre del 2012 aveva annunciato di volersi presentare come candidato premier alle primarie del centrodestra. Ma quelle primarie non si sono mai fatte, e Cattaneo è tornato disciplinatamente tra i ranghi di un partito nel quale il capo c’è già, e chi si propone a succedergli deve avere sì una personalità, ma non troppa. Questa è la carriera difficile di un Renzi di destra.

BERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIABERLUSCONI ALL'INCONTRO CON I GIOVANI DI FORZA ITALIA

 

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