1. NON SE NE PARLA QUASI PIÙ, MA IN INDIA CI SONO DUE FUCILIERI DELLLA SAN MARCO CHE RISCHIANO DI NON TORNARE A CASA. IN ITALIA SI PROTESTA LA LORO INNOCENZA. IN INDIA SI DICE IL CONTRARIO. MA PRATICAMENTE NESSUNO SI ESPRIME SULLA BASE DEI FATTI 2. ECCO LA RICOSTRUZIONE DEL GIORNO IN CUI I MARÒ SPARARONO AI PESCATORI INDIANI 3. LATORRE E GIRONE AVREBBERO SPARATO A UNA DISTANZA DI 200 METRI, QUINDI NON AVREBBERO UCCISO VOLONTARIAMENTE. E POICHÉ I FUCILI BERETTA NON ERANO DOTATI DI CANNOCCHIALI, VUOL DIRE CHE I FUCILIERI NON ERANO IN GRADO DI PRENDERE LA MIRA

Claudio Gatti per "Il Sole 24 Ore"

Non se ne parla quasi più, ma in India ci sono due fucilieri del reggimento San Marco - Massimiliano Latorre e Salvatore Girone - che rischiano di non tornare a casa. In Italia si protesta la loro innocenza. In India si dice il contrario. Ma praticamente nessuno si esprime sulla base dei fatti. Perché finora non è mai stato ricostruito con precisione quello che è successo il 15 febbraio 2012 a largo del Kerala quando la Enrica Lexie, petroliera lunga 242 metri, ha incrociato la St Antony, barca da pesca lunga 13 metri e 72 centimetri.

Il Sole 24 Ore ha deciso di farlo acquisendo centinaia di pagine di deposizioni, perizie e testimonianze di funzionari militari e civili italiani. Sono le 15, ora della nave, del 15 febbraio 2012. La petroliera italiana Enrica Lexie è entrata in acque ritenute a rischio di pirateria. A bordo ci sono 34 persone, tra cui sei marò col compito di proteggere l'imbarcazione da possibili attacchi di pirati.

Alle 15,45 circa il comandante Carlo Noviello nota un puntino nello schermo radar. Guarda con il binocolo e a circa 2,8 miglia di distanza vede quella che sembra un'imbarcazione da pesca. Si scoprirà poi che si trattava della St Antony, un peschereccio con 11 indiani a bordo. «Ho visto Latorre fare segnali luminosi mentre Girone monitorava il bersaglio con il binocolo. Quando le sue azioni non hanno prodotto risultati, Latorre mi ha ordinato di attivare il resto del nucleo. Ho usato la radio Vhf per chiamare gli altri e sono corso nella cabina a prendere le mie armi», si leggerà nella deposizione di un marò.

Potrebbe sembrare assurdo che a bordo di una gigantesca petroliera, dall'alto dei 26 metri del ponte si potesse temere l'attacco di una barchetta alta poco più di un metro. Ma solo pochi mesi prima, due navi dello stesso armatore, la petroliera Savina Caylyn e il mercantile Rosalia d'Amato, erano state catturate da pirati somali. «Hanno corde con ganci e rampini. E in un attimo possono salire sul ponte. L'unico rimedio è fare in modo che non si avvicinino mai», ci dice un militare italiano a conoscenza dei fatti ma non autorizzato a rilasciare dichiarazioni.

«L'equipaggio della St Antony era in navigazione da giorni e tutti, eccetto i pescatori Valentine Jelestine e Ajeesh Pink, stavano dormendo sul ponte. Jelastine era al timone», si legge nel Rapporto ad interim della polizia del Kerala. «Girone identifica tramite binocolo, la presenza di persone armate a bordo del motopesca. In particolare si accorge che almeno due dei membri dell'equipaggio sono dotati di armamento a canna lunga portato a tracolla», riporta l'"Inchiesta Sommaria" condotta dall'ammiraglio Alessandro Piroli, capo del terzo reparto della Marina.

«Ho immediatamente fatto suonare la sirena antinebbia», ha dichiarato il capitano della Lexie Umberto Vitelli. «Non sono stati suonati segnali d'allarme sonoro», lo ha smentito Kantamachu Thirumala Reo, marinaio indiano di guardia a bordo della petroliera. In caso di attacco di pirati le regole d'ingaggio le ha stabilite l'Organizzazione marittima internazionale: «I membri del nucleo di sicurezza devono essere pienamente consapevoli del fatto che la loro funzione primaria è la prevenzione di un arrembaggio, e che devono svolgere quella funzione usando la forza minima necessaria».

«Latorre ha avvistato persone armate a bordo e ha sparato fuoco di avvertimento in acqua», continua il libro di bordo». «Il St Antony era a circa 250 metri dalla petroliera quando il suo proprietario, il signor Freddy, è stato svegliato dagli spari», si legge nel rapporto della polizia del Kerala.

Che continua: «L'incidente è avvenuto in pieno giorno, quando i segnali luminosi non erano visibili dal peschereccio. La nave non è invece ricorsa ad altri metodi: non ha creato barriere d'acqua, né ha intrapreso manovre diversive...la petroliera poteva raggiungere i 18-20 nodi e il peschereccio non sarebbe stato in grado di raggiungerla, avendo una velocità massima di 10 nodi».

«Il signor Freddy ha visto Jelestine con il sangue che gli usciva dall'orecchio e dal naso...pochi minuti dopo, ha sentito il grido di Pink. Il sangue schizzava fuori dal lato destro del petto. Il proprietario ha poi preso il timone e ha virato lontano dalla nave». Dalla perizia balistica della polizia del Kerala risulta che due fucili Beretta hanno sparato un totale di 20 colpi.

«Latorre e Girone hanno sparato due raffiche - una a testa - quando l'imbarcazione era a circa 400 metri di distanza. Poi una terza raffica quando hanno visto che il peschereccio continuava nella sua rotta di avvicinamento e infine un'altra raffica a testa quando la barca era ancora più vicina», ci dice una persona informata dei fatti ma non autorizzata a parlare alla stampa.

«Nessun colpo è stato sparato in aria. Tutti verso l'acqua. Dalla traiettoria dei quattro proiettili che hanno colpito peschereccio e indiani, si può stimare che la distanza dalla quale sono stati sparati era di circa 200 metri». Secondo la ricostruzione fatta dalle autorità indiane, "la nave aveva l'obbligo di riportare immediatamente il caso di pirateria alle autorità. Invece non ha adempito a questo compito.

Non basta: la nave ha annunciato l'incidente all'armatore con un'email alle 19,17 (ora della nave), quindi solo dopo essere contattata dalla Guardia costiera Indiana alle 18,40. Questo dimostra chiaramente che non c'era l'intenzione di comunicare la cosa...Tant'è che la petroliera aveva lasciato la zona dell'incidente e continuato la navigazione per tre ore».

Diversa la testimonianza del comandante Vitelli: «Ho mandato un'email al Centro di soccorso marittimo italiano alle 17,47 ora della nave». Il Sole 24 Ore ha chiesto al ministero della Difesa l'ora esatta in cui è stato per la prima volta segnalato l'incidente dalla Lexie. Ma ci è stato risposto che "per via dell'indagine in corso non siamo autorizzati a fornire dettagli".

"L'orario di quella comunicazione è senza dubbio importante, ma non risolutivo per determinare le intenzioni della Lexie. Se avessero saputo o capito di aver ucciso qualcuno per errore non sarebbero entrati in un porto indiano" commenta la nostra fonte italiana.

Fin qui il lungo elenco di quello che è andato storto da parte italiana. Veniamo agli indiani. Da una parte le autorità del Kerala hanno fatto un encomiabile lavoro di verifica. Dopo aver contato, una per una, più di 10mila cartucce trovate a bordo della Lexie, hanno appurato che mancavano 20 proiettili di calibro 5,56 dai fucili mitragliatori Beretta in dotazione ai marò italiani. Attraverso la perizia balistica hanno poi accertato che il calibro dei proiettili sparati contro il peschereccio e i due indiani era esattamente lo stesso, 5.56. E che le loro caratteristiche erano quelle tipiche delle munizioni Nato usate nei fucili Beretta.

A essere contestate dagli esperti italiani sono le conclusioni successive della perizia balistica. Gli indiani hanno infatti concluso che Jelastine e Pink sono stati uccisi da pallottole sparate da due fucili diversi. Non solo: che quei fucili non erano in dotazione ai marò accusati, Latorre e Girone, bensì a due loro commilitoni. "La metodologia usata dagli indiani per la perizia balistica non era adeguata," ci spiega una seconda fonte italiana, neppure questa però autorizzata a parlare.

"Seppure abbiano utilizzato microscopi comparatori della Leika di un modello un po' più vecchio ma non troppo dissimile dai nostri, hanno lavorato a un livello di ingrandimento insufficiente. Troppo basso per valutare bene le caratteristiche microscopiche delle munizioni e identificare l'arma che le ha sparate. In più è stata usata una metodologia che per la giurisprudenza italiana sarebbe insufficiente. Da noi un'analisi di balistica comparativa la fanno due periti che la documentano fotograficamente. In Kerala l'esame l'ha fatto una giovane, da sola e senza includere alcuna foto".

A differenza da quanto sostenuto dalla polizia del Kerala, che ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario, secondo gli esperti italiani ci sono motivi tecnici per confutare la volontarietà dell'atto. Le traiettorie dei colpi, oltre che le testimonianze, indicano infatti che la distanza tra i due mezzi era di almeno 200 metri. E poiché i fucili Beretta non erano dotati di cannocchiali, vuol dire che i fucilieri non erano in grado di prendere la mira. "Hanno sparato a mare verso la barca con mire metalliche", conclude una delle nostre fonti. "E per un caso maledetto due proiettili hanno colpito i due indiani".

 

I due marò italiani in IndiaI DUE MARO IN INDIA india maro' italiani ENRICA LEXIE LA PETROLIERA ENRICA LEXIE NEL PORTO DI KOCHI IN INDIAENRICA LEXIELi Keqiang Manmohan Singh Li Keqiang Manmohan Singh 2cap650 steffan de mistura

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…