GRANDEUR SENZA UN EUR - AZIENDE IN CRISI, DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA E ORA IL DECLASSAMENTO DI S&P: ZOPPICA LA PRESIDENZA DI HOLLANDE, CHE PIACE A MENO DI UN FRANCESE SU QUATTRO

Alberto Mattioli per "la Stampa"

Un più in meno. Da AA+ ad AA: Standard & Poor's declassa il rating della Francia. L'ultima volta era successo nel gennaio 2012, quando Parigi perse la tripla A dei migliori della classe e Nicolas Sarkozy l'ultima speranza di restare all'Eliseo. Allora, lo sfidante François Hollande commentò che «era stata degradata una politica, non la Francia».

Ieri, quand'è toccato a lui, si è limitato a dire che la sua politica non cambia, mentre il suo ministro dell'Economia, Pierre Moscovici, se la prendeva direttamente con S&P per i «giudizi inesatti». «L'effetto sarà più psicologico che economico - prevede l'«intello» liberale Jean-Claude Casanova -. La Francia continuerà a pagare tassi d'interesse bassi sul suo debito. Ma è l'ennesima cattiva notizia. E mi sembra che l'Eliseo stia sottostimando l'effetto cumulativo e corrosivo di questi colpi a ripetizione».

Già. L'unica crescita che si constata non è quella dell'economia francese, ma della collera dei francesi. I numeri sono impressionanti: in un anno, sono stati annunciati più di mille «piani di ristrutturazione», soave eufemismo per imprese che chiudono o tagliano, fra le quali celebrità dell'industria come Psa, Alcatel-Lucent, La Redoute, Goodyear, Michelin, Bosch. Il tasso di disoccupazione è al 10,9%, ma è previsto che nel 2014 arrivi all'11,1. Nel frattempo la pressione fiscale è salita ai massimi storici senza che si riesca ad arrestare la crescita del debito pubblico: 90,4% del Pil quest'anno, 91,8 il prossimo.

Le categorie sociali si dividono in due gruppi: quelle che hanno già manifestato e quelle che manifesteranno. La Bretagna è in rivolta contro l'ecotassa sui camion, che colpisce più che le altre questa regione isolata, con pochi collegamenti ferroviari e che vive su un'industria agroalimentare in crisi nera.

Nelle ultime settimane, la protesta ha messo d'accordo tutti: padroncini dei Tir, agricoltori, imprenditori e amministratori locali, cui si sono aggiunti indipendentisti e oppositori al matrimonio gay. Un cocktail esplosivo, e infatti la Bretagna è esplosa, con i tralicci per i radar dell'ecotassa dati alle fiamme davanti a folle plaudenti, come i castelli nel 1789...

Il colpo di genio dei ribelli è stato indossare dei berretti rossi, venduti al prezzo politico di 4 euro da un'azienda bretone che, si è scoperto dopo, li fa cucire in Scozia. Così è nata «la rivolta dei berretti rossi», che evocano quelli frigi della Rivoluzione (mentre a molti Hollande, benintenzionato, onesto, indeciso e inefficace, sembra la copia carbone di Luigi XVI).

Il governo ha scelto il bastone e la carota: linea dura, almeno a parole, con i «casseurs» e un fumoso piano di rilancio economico per la regione. In concreto, il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha dovuto annunciare «la sospensione» dell'ecotassa. Evidentemente nessuno ricorda Tocqueville: «Più un governo è debole e meno deve fare marcia indietro».

Intanto si lamentano piccoli e grandi industriali, scioperano i veterinari, manifestano le ostetriche. I commercianti si dicono «asfissiati» dalle tasse e annunciano «un'ampia protesta». Idem i professionisti, mentre i pendolari, furiosi per l'aumento dell'Iva sui trasporti pubblici, annunciano la nascita dei «berretti verdi». I liceali hanno già fatto il loro Sessantottino contro l'espulsione manu militari di una sans papier quindicenne, il famigerato «affaire Leonarda» che è stato la Waterloo mediatica di Hollande. Perfino la guerra-lampo in Mali non è più un successo indiscutibile. Dopo che gli islamisti hanno assassinato due giornalisti francesi, è chiaro che la guerra non è finita.

Hollande ripete che non cambierà la sua politica. Magari ha anche ragione: se ci crede davvero, allora non c'è ragione di abbandonarla prima che abbia dato qualche risultato, anche se nessuno ha fiducia nella sua solenne promessa di «invertire la curva della disoccupazione entro la fine dell'anno».

Fra i politici, specie quelli socialisti terrorizzati dalle elezioni del prossimo anno, amministrative ed europee, è tutto un parlarsi (addosso) di rimpasto, cambio del primo ministro e addirittura di scioglimento dell'Assemblée. Ma un ministro cinico dice che Hollande non sacrificherà il suo premier: «Ayrault ha una grande qualità: è un ottimo incassatore». Perfetta la diagnosi dell'economista tedesco Holger Schmieding: oggi «il vero problema dell'Europa è la Francia» e il vero problema della Francia è «la tradizione di protestare vigorosamente contro ogni minima riforma».

 

hollandeobama hollande letta b b f efe fa c hollande in mali sull elicottero militare hollande alla parata militare francois hollande lexpress hollande

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…