renzi orlando emiliano pd orfini

BABBO RENZI SFILA 20 PUNTI AL FIGLIO. ORA RENZI COMINCIA AD AVER PAURA DELLE PRIMARIE: RISCHIA DI NON ARRIVARE AL 50% E LE TRUPPE DI ORLANDO ED EMILIANO SI POTREBBERO ALLEARE PER FARLO FUORI AL BALLOTTAGGIO – IL MINISTRO O. HA IL SOSTEGNO DEGLI EX PCI E (FORSE) ANCHE DI PRODI

 

Laura Cesaretti per il Giornale

 

goffredo bettini   goffredo bettini

«Orlando è un figlio del partito? Meglio figlio del partito che figlio di mignotta». L' espressione icastica di Goffredo Bettini, già dominus ed eminenza grigia della leadership di Veltroni, raffigura bene le motivazioni per le quali pezzi crescenti di apparato Pd (Bettini incluso) si stanno spostando su Andrea Orlando, dopo aver seguito Matteo Renzi. Per «partito» si deve intendere, naturalmente, il Pci. E da questo punto di vista Orlando discende sicuramente dai sacri lombi, tant' è che a benedirlo sono stati Napolitano e Sposetti.

OVAZIONE PER ANDREA ORLANDOOVAZIONE PER ANDREA ORLANDO

 

Mentre Renzi a quella storia è (orgogliosamente) estraneo. Un' anomalia, che un numero crescente di esponenti della classe dirigente post-Pci (e satelliti) vorrebbe archiviare, approfittando anche del polverone giudiziario scatenato sul caso Consip, con singolare tempismo, proprio mentre si apre la difficile partita delle primarie. Che presentano un' incognita: per vincerle, Renzi deve non solo arrivare primo ma anche superare la quota del 50% degli elettori. Altrimenti, la palla passa all' Assemblea nazionale (eletta tramite liste collegate ai candidati), e lì i giochi possono diventare pericolosi.

RENZI TRISTERENZI TRISTE

 

anna finocchiaroanna finocchiaro

Se per esempio Orlando arrivasse secondo, dopo Renzi, è facile prevedere che Michele Emiliano sarebbe pronto, in nome del «Morte a Renzi», a far convergere i propri delegati sul nome del ministro della Giustizia, per eleggerlo segretario. Orlando è disponibile al pactum sceleris con l' ex pm che ne ha appena chiesto le dimissioni da ministro? Per ora i suoi negano: «Figuriamoci se si mette d' accordo con Emiliano», ma di qui a fine aprile la strada è lunga. E intanto Orlando allunga la lista dei sostenitori: cuperliani, lettiani, veltroniani, ministri come Anna Finocchiaro, dirigenti come Zingaretti a Roma e Majorino a Milano. Ma a Napoli perde la «sua» Valeria Valente, sfiduciata da capogruppo in Comune per il caso tesseramento.

 

renzi e emiliano lottatori-di-fumorenzi e emiliano lottatori-di-fumo

Orlando tiene a presentarsi non solo come il «figlio del partito», ma come il candidato del mitologico «Ulivo» prodiano, tanto da aver presentato a sostegno della propria candidatura solo 1.996 firme (su 16mila raccolte) per evocare la data di nascita del vegetale politico in questione.

 

Simbolo che coglieranno in pochi, ma che magari potrebbe intenerire il cuore del vecchio Prodi e spingerlo a benedire un candidato che lo omaggia assai più dell' irriverente Renzi, che non ha mai dato molta corda alle ambizioni ora presidenziali, ora libiche dell' ex premier.

 

FRANCESCHINIFRANCESCHINI

In casa renziana la preoccupazione c' è: il polverone Consip, cavalcato senza contegno da Emiliano, ha tolto benzina ai sondaggi, che prima lo vedevano tra il 70 e il 60% e ora sono sopra il 50%, sì, ma non abbastanza da rassicurare. Il partito a sua volta, secondo il sondaggio del Tg La7, perde lo 0,4% sulla scia dell' inchiesta e si ferma al 27,6%.

 

MAURIZIO MARTINAMAURIZIO MARTINA

I big del Pd che lo sponsorizzano, da Franceschini a Martina, litigano sulla formazione delle liste a supporto di Renzi. Mentre voci maligne cercano di mettere zizzania anche nel «giglio magico», raccontando di una Maria Elena Boschi irritata con Renzi per il sostegno senza se e senza ma a Luca Lotti. Voci recisamente smentite dagli interessati, ma che alimentano la tensione.

 

maria elena boschi e luca lotti  6maria elena boschi e luca lotti 6

Intanto Renzi punta tutto sull' evento al Lingotto, il prossimo weekend, per il lancio della sua candidatura. E rinsalda l' asse con Gentiloni, alla cui azione di governo dedica grandi elogi: «Ha fatto un ottimo intervento a Domenica In evidenziando come l' obiettivo da perseguire tutti insieme sia continuare nella riduzione delle tasse. Noi ci siamo». E, sottinteso, si va avanti fino al 2018. Le elezioni anticipate sono archiviate, e Renzi si prepara a giocare di sponda con Palazzo Chigi nei prossimi mesi.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO