berat albayrak recep erdogan

BAMBOLE', NON C'È UNA LIRA (TURCA) - ERDOGAN CACCIA IL SUO GENERO, MINISTRO DELLE FINANZE, E I MERCATI BRINDANO. AVEVA APPENA SILURATO IL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE. ANKARA È SULL'ORLO DEL BARATRO FINANZIARIO, LE SPESE PER ARMARE LA LIBIA HANNO DATO IL COLPO FINALE. L'INFLAZIONE UFFICIALE È ALL'11,9% E MOLTE IMPRESE FORTEMENTE INDEBITATE IN VALUTA ESTERA SONO A RISCHIO BANCAROTTA

 

1. TURCHIA: LIRA NETTA RIPRESA DOPO ADDIO MINISTRO FINANZE

(ANSA) - I mercati brindano all'addio annunciato dal ministro delle Finanze turco Berat Albayrak, genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, che nel tardo pomeriggio di ieri ha reso note le sue dimissioni via Instagram. Già dalle prime ore di contrattazioni, la lira turca ha fatto segnare massicci recuperi nei confronti delle principali valute internazionali, dopo aver perso circa un terzo del suo valore contro euro e dollaro dall'inizio dell'anno.

BERAT ALBAYRAK RECEP ERDOGAN

 

Al momento, la divisa di Ankara guadagna quasi il 2,5% su entrambe le valute e viene scambiata nuovamente sotto la soglia simbolica dei 10 lire per un euro (rpt, 10 lire per un euro). Sebbene la notizia delle dimissioni non sia ancora stata confermata da fonti ufficiali, e non venga neppure riportata dalla maggior parte delle tv e dei media mainstream di Ankara nonostante sia apparsa sui giornali di tutto il mondo, gli investitori sembrano credere alla possibilità di una svolta nella gestione della politica economica turca, anche per effetto del cambio al vertice della Banca centrale, con l'arrivo del responsabile del budget presidenziale ed ex ministro delle Finanze Naci Agbal, avvenuto anch'esso a mercati chiusi nelle prime ore di sabato.

 

 

2. LIRA A PICCO, ERDOGAN CACCIA GOVERNATORE BANCA CENTRALE

Cristoforo Spinella per l'ANSA

 

L'aveva messo a capo della Banca centrale di Turchia neppure un anno e mezzo fa perché seguisse i suoi dettami, abbattendo drasticamente i tassi d'interesse, definiti "la madre e il padre di tutti i mali". E Murat Uysal, sino ad allora vice del rigorista Murat Cetinkaya, ha eseguito fedelmente. Ma di fronte alla peggiore crisi della lira turca da quando è al potere, Recep Tayyip Erdogan ha fatto fuori anche il suo uomo, ultimo capro espiatorio di un tracollo imputato di volta in volta a complotti internazionali e sabotaggi interni.

 

BERAT ALBAYRAK CON LA FIGLIA DI ERDOGAN

Dall'inizio dell'anno, la divisa di Ankara ha perso circa un terzo del suo valore, toccando i minimi storici contro il dollaro e scavallando nelle scorse ore l'ennesima soglia simbolica delle 10 lire per 1 euro. Una caduta progressiva accelerata dall'ultima riunione di politica monetaria, il mese scorso, che ha lasciato invariato al 10,25% il tasso di riferimento, infliggendo l'ennesimo schiaffo alle attese degli economisti, che puntavano su un credito meno facile in cambio di maggiore stabilità.

 

La situazione si è fatta allarmante, con l'inflazione ufficiale all'11,89% e molte imprese fortemente indebitate in valuta estera a rischio bancarotta. Ma la coperta sempre più corta non ha convinto il presidente turco a rinunciare alla sua campagna contro il "triangolo del diavolo di tassi d'interesse, tassi di cambio e inflazione". E così dopo appena 16 mesi è arrivato un nuovo ribaltone.

Sumeyye, la figlia di ERDOGAN

 

Alla guida della Banca centrale andrà il responsabile strategico del budget presidenziale Naci Agbal, 52 anni, già ministro delle Finanze tra il 2015 e il 2018. È a lui che Erdogan affida la missione che appare sempre più impossibile di coniugare crescita ed equilibrio finanziario, mentre cresce l'allarme per il deficit delle partite correnti e il crollo delle riserve in valuta forte. Al fianco del presidente resta intoccabile il genero e super-ministro del Tesoro Berat Albayrak, che insiste nel negare ogni difficoltà.

 

Anzi, assicura, la Turchia - dove non c'è mai stato un lockdown totale e un blocco del sistema produttivo - ha già iniziato la ripresa e beneficerà di un vantaggio competitivo dopo la pandemia di Covid-19. Un'ennesima scommessa azzardata con le prossime elezioni nel mirino, previste nel 2023. Ma per il primo test basterà attendere il 19 novembre, con la prima riunione di politica monetaria guidata dal nuovo governatore. I mercati attendono inquieti.

 

 

3. USA 2020: GELO ERDOGAN, ANCORA NON SI CONGRATULA CON BIDEN

BERAT ALBAYRAK RECEP ERDOGAN

 (ANSA) - Prosegue il silenzio della Turchia sulla vittoria di Joe Biden nelle elezioni Usa. Il presidente Recep Tayyip Erdogan, che nel frattempo è intervenuto più volte pubblicamente, non si è ancora congratulato con il presidente eletto dagli americani. Il commento di più alto livello resta al momento quello del suo vice Fuat Oktay che in un'intervista tv si è limitato a dire che la politica estera di Ankara non cambierà, a prescindere dall'inquilino della Casa Bianca. Nei mesi scorsi, Biden era finito nel mirino della Turchia per aver definito Erdogan "un autocrate" e aver espresso sostegno per l'opposizione turca.

 

donald trump recep tayyip erdogan

Tra i nodi principali nelle future relazioni tra i due Paesi ci sono il sostegno americano ai curdi-siriani, che potrebbe riprendere forza sotto l'amministrazione Biden dopo il via libera di fatto di Donald Trump all'operazione militare turca dello scorso anno, e le tensioni sull'acquisto da parte di Ankara del sistema missilistico russo di difesa aerea S-400. Il governo Erdogan ha inoltre ribadito anche negli ultimi giorni la richiesta di estradizione del magnate e imam Fethullah Gulen, residente in Pennsylvania, che accusa di essere lo stratega del fallito golpe del 2016.

Recep Tayyip Erdogan

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