OCCHIO! IL BANANA È INCANDIDABILE PER CAMERA E SENATO, MA NULLA VIETA, PER ORA, LA CANDIDATURA A PREMIER

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

E adesso, dopo che la Cassazione gli ha confermato per la prima volta una sentenza definitiva di condanna e gli ha inflitto 4 anni per frode fiscale, che succede a Silvio Berlusconi?

INCANDIDABILE
Intanto succede che alle prossime elezioni, in qualunque data si tengano presto o tardi, il capo del Pdl non potrà candidarsi: l'articolo 1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, varato dal governo Monti come testo unico sull'incandidabilità, prevede infatti che «non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni» e la frode fiscale è tra questi.

Questa incandidabilità opera «indipendentemente» dalla pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici, differente istituto che la Cassazione ha ordinato alla Corte d'appello di Milano di ricalcolare fra 1 anno e 3 anni e per la quale occorreranno alcuni mesi di tempo.

Quanto dura questa incandidabilità? «Anche in assenza della pena accessoria, non è inferiore a 6 anni» dice la legge anticorruzione Monti, che la fa decorrere «dalla data del passaggio in giudicato della sentenza». Cioè da ieri. Per Berlusconi significa che, qualora il governo cadesse e si andasse a elezioni, non potrebbe candidarsi per farsi rieleggere in Parlamento alla testa del suo partito.

FUORI DAL SENATO
Ma c'è di più. Quando la condanna sopravviene mentre il condannato è parlamentare (il caso appunto del senatore Berlusconi), il decreto Monti prevede che «la Camera di appartenenza delibera ai sensi dell'articolo 66 della Costituzione», quello secondo il quale «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità»: significa che in Senato esploderà la questione politica di un voto che, dopo una istruttoria, potrà o meno fare decadere da parlamentare Berlusconi già da subito, appena il pm comunicherà la condanna all'assemblea.

VIA I PASSAPORTI
Appena la Procura metterà in esecuzione la pena principale (cioè i 4 anni di reclusione meno i 3 anni condonati dall'indulto del 2006, dunque 1 anno residuo), la prima conseguenza sarà pratica e non trascurabile per una persona come l'ex premier con tanti interessi all'estero. La questura che ha rilasciato il passaporto ordinario chiederà a Berlusconi di restituirlo. E poiché Berlusconi come ex premier dispone anche di un passaporto diplomatico, per il ritiro di questo secondo documento dovrà attivarsi non la struttura che fa capo al ministero dell'Interno Alfano, ma quella che fa capo al ministro degli Esteri Bonino.

NIENTE CARCERE
Appena la cancelleria della Cassazione invierà a Milano entro pochi giorni l'estratto del verdetto, la Procura metterà in esecuzione la pena residua di 1 anno. In carcere? No. Come per qualunque altro condannato definitivo, la Procura emetterà l'ordine di esecuzione della pena e contemporaneamente l'ordine di sospensione per 30 giorni. Perché per 30 giorni? Perché in base alla legge Simeone-Saraceni del 1998 in questo lasso di tempo Berlusconi potrà scegliere se chiedere la misura alternativa dell'«affidamento in prova ai servizi sociali» oppure della «detenzione domiciliare».

Ma siccome ci si trova nel periodo estivo di sospensione feriale dei termini di legge fino al 15 settembre, i 30 giorni di tempo partiranno soltanto da dopo l'ultima notifica a Berlusconi e ai suoi legali successiva al 16 settembre: dunque è ragionevolmente intorno al 16 ottobre che Berlusconi dovrà fare la sua scelta.

1/ SERVIZI SOCIALI
Se chiederà di essere affidato ai servizi sociali, la sua istanza sarà valutata dal Tribunale di sorveglianza, che potrà accoglierla o respingerla dopo aver soppesato la disponibilità a un percorso rieducativo manifestata dal condannato. L'iter di questa valutazione può avere tempi molto variabili, da pochi mesi a un anno.

2/ DOMICILIARI
Se invece allo scadere dei 30 giorni Berlusconi (come dichiarato in una intervista a Libero) non vorrà sottoporsi a questa procedura e dunque non vorrà chiedere il beneficio di essere ammesso ai servizi sociali, non andrà comunque in carcere ma agli arresti domiciliari: sia perché ha più di 70 anni, sia perché mesi fa, nel caso del direttore de il Giornale Alessandro Sallusti, il procuratore milanese Edmondo Bruti Liberati ha interpretato una norma della legge svuotacarceri Alfano-Severino in modo tale da collocare ai domiciliari anche il condannato che (con pene da espiare sino a 18 mesi) non chieda misure alternative.

PRESCRIZIONI
In entrambi i casi, il Tribunale di sorveglianza impartirà le prescrizioni alle quali il condannato dovrà attenersi, a sua volta prospettando ai giudici le proprie esigenze di vita. È ad esempio scontato che, fin quando non dovesse essere dichiarato decaduto da senatore, qualunque Tribunale di sorveglianza autorizzerà la richiesta di Berlusconi di lasciare i servizi sociali o uscire dai domiciliari per recarsi a una seduta parlamentare; mentre di volta in volta verrebbero valutate altre richieste, magari di natura politica ma non strettamente parlamentare.

 

 

berlu banana Edmondo Bruti LiberatiFOTOMONTAGGIO - ALESSANDRO SALLUSTI IN CARCEREalessandro-sallusti-condannatorughe berlusconi BERLU A PALAZZO GRAZIOLI a be c a d a af d d c d cassazione esposito antonio EDOARDO BARALDI SANTANCHE PIANGE BERLUSCONI full ELLEKAPPA DA REPUBBLICA BERLUSCONI FRODI FISCALI MANIACO SESSUALE

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)