BANCOMAT VUOTI, TRENI FERMI, GENTE PER STRADA: È ATENE? NO, BERLINO! - SCIOPERANO I FERROVIERI (6 GIORNI) E I CORRIERI, E LA GERMANIA È PARALIZZATA - LA MERKEL CHIAMA LE PARTI IN CAUSA, MA NON BASTA

  1. NON SOLO GRECIA, SI SVUOTANO ANCHE I BANCOMAT TEDESCHI

(Teleborsa) - I viaggiatori europei hanno sostenuto per settimane che l’assenza di liquidità per Atene potrebbe portare ad uno svuotamento totale del circuito Bancomat. Questo è vero, ma dovrebbero preoccuparsi anche per la Germania.

lo sciopero dei corrieri lascia i bancomat tedeschi vuotilo sciopero dei corrieri lascia i bancomat tedeschi vuoti

 

Mentre i bancomat di Atene sono ancora in funzione, senza alcuna difficoltà, lo sciopero dei corrieri che riforniscono i POS tedeschi, sta portando ad una crisi per coloro che tentano di prelevare e la controversia di lavoro, a tempo indeterminato, con le società private di vigilanza e sicurezza, dice che non si intravede la fine di quest’agitazione.

 

"Tutto dipende dalla reazione delle società di trasporto”, ha dichiarato Andreas Splanemann, portavoce sindacale del comitato di rappresentanza di tutto il personale di sicurezza. "In questo momento, in Germania, ci sono un sacco di bancomat vuoti”.

 

Lo sciopero di Berlino è l'ultimo di una serie di scioperi che stanno irritando una nazione da sempre abituata alle lotte di lavoro. Un altro sciopero, quello dei macchinisti ferroviari, iniziato oggi sta paralizzando i viaggi ferroviari e intasando le autostrade in tutta la Germania.

 

Quest’azione di protesta segue lo sciopero di marzo, attuato dai piloti della Lufthansa, che ha portato alla cancellazione di voli per oltre 200.000 persone.

sciopero ferrovierisciopero ferrovieri

 

"E davvero fastidioso, soprattutto se si ha poco tempo”, è il leit motiv più ricorrente tra le lamentele dei viaggiatori. “Soprattutto se si deve fare il biglietto del treno che probabilmente arriverà in ritardo per lo sciopero dei macchinisti”.

 

Scherzi a parte, la Germania sta cercando di arginare l'influenza dei sindacati più piccoli, nella stesura di una legge che limiterebbe la rappresentanza del lavoro delle imprese con pochi dipendenti. La misura è attualmente al vaglio della camera bassa del parlamento tedesco, il Bundestag.

 

 

  1. MAI TANTI SCIOPERI: LA GERMANIA CONTRO LA MERKEL

Noam Benjamin per "il Giornale"

 

Questa volta la Bvg, l'azienda dei trasporti di Berlino, non si è fatta cogliere impreparata: all'annuncio dell'ennesimo sciopero dei macchinisti ha presentato un piano di emergenza.

 

sciopero dei ferrovieri in germaniasciopero dei ferrovieri in germania

Troppi i sei giorni di astensione dal lavoro voluti dalla Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer (Gdl), sigla che raccoglie alcune migliaia di macchinisti, compresi quelli della metropolitana di superficie della capitale. Iniziato martedì, lo sciopero si concluderà solo domenica all'alba.

 

sciopero dei ferrovieri  in  germaniasciopero dei ferrovieri in germania

Naturalmente anche Deutsche Bahn (DB) ha messo in piedi un piano sostitutivo; i passeggeri, da parte loro, ci hanno fatto il callo: l'agitazione di questa settimana è l'ottava dall'inizio dell'anno e la settima si era conclusa solo lo scorso 24 aprile. Un susseguirsi di stop intollerabile per le associazioni degli imprenditori. «Lo sciopero ci costerà mezzo miliardo di euro», ha protestato Dihk (Associazione di Camere di Commercio e Industria). Per Confindustria tedesca (Bdi), l'ennesima agitazione «è veleno per l'economia».

 

il numero di giorni di sciopero in germaniail numero di giorni di sciopero in germania

La ragione del contendere è l'aumento del 5% richiesto dai macchinisti, associato a una riduzione dell'orario di lavoro da 39 a 37 ore settimanali. Forte dei suoi 17 mila iscritti, Gdl ha rifiutato tutte le controproposte di DB, organizzando scioperi a catena, nonostante il dissenso dell'altro sindacato del settore, la Evg, che di tesserati ne ha 210 mila. La questione non è solo salariale. Da quando nel 2010 la Corte federale del lavoro ha abolito il principio «un'azienda, un sindacato», le sigle dei lavoratori sono proliferate, e con esse gli scioperi. Quelli negli aeroporti, voluti da un'associazione «ribelle», si sono fermati solo con la sciagura aerea della Germanwings.

 

La parola passa al governo. Angela Merkel ha telefonato alle parti in causa sollecitando un accordo, ma l'intervento non può bastare. Dopo aver irritato gli imprenditori con il salario minimo per legge voluto dagli alleati socialdemocratici (Spd), adesso la cancelliera li delude con lo sconquasso nei trasporti. La soluzione viene curiosamente ancora dall'Spd: un disegno di legge firmato dalla ministra del Lavoro Nahles prevede che, pur liberi di proliferare, i sindacati non possano accedere alla contrattazione collettiva senza dimostrare di avere «i numeri».

 

sciopero dei ferrovieri  in germaniasciopero dei ferrovieri in germania

Starà poi al giudice del lavoro stabilire se una sigla può indire uno sciopero senza il consenso delle altre. Ieri il Bundestag ha avviato le prime audizioni: a sostenere le ragioni del ddl c'era l'Associazione dei datori di lavoro (Bda), ma neppure il potente sindacato IG Metall (2,7 milioni di tesserati) sarebbe contrario. Il Bundestag licenzierà il testo il 22 maggio; il Bundesrat, il Senato federale, lo farà a sua volta il 12 giugno. Torna dunque la rimpianta pace sociale? Non proprio. E lo scontento riguarda ancora il governo.

 

Proprio oggi il sindacato Ver.di, seconda sigla tedesca per numero di iscritti, pubblicherà il risultato della consultazione condotta fra i tesserati del sociale. Dopo cinque tentativi andati a vuoto per rinnovare il contratto dei lavoratori degli asili, Ver.di ha proposto uno sciopero unbefristet , a tempo indeterminato. «Crediamo che l'agitazione verrà convocata, ma non ne siamo troppo contenti, per noi è sempre l'ultima spiaggia», spiega una portavoce, lamentando la rigidità della controparte, l'Associazione dei datori di lavoro municipali (Avk). «Certo, aiuterebbe se almeno il governo spendesse due parole...».

 

 

  1. BICI, AUTO CONDIVISE E “APP” E BERLINO BATTE LO SCIOPERO - SECONDO GIORNO DI STOP AI TRENI: TUTTI GLI STRATAGEMMI DEI PENDOLARI

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa

 

Nel Paese simbolo dell’efficienza paralizzato da uno sciopero delle ferrovie interminabile, qualcuno tenta di far prevalere il buonsenso, persino contro il proprio interesse. Così la potentissima associazione degli automobilisti Adac - l’Aci tedesco - ha consigliato vivamente ai suoi diciotto milioni di soci di lasciare la macchina in garage e prendere la bici.

ferrovieri tedeschi in scioperoferrovieri tedeschi in sciopero

 

Un suggerimento nobile ed ecologico, ma inutile per milioni di pendolari costretti ogni giorno a percorrere centinaia di chilometri per raggiungere il posto di lavoro. E bastava dare un’occhiata a metà giornata ai tabelloni che informano sul traffico sulle autostrade tedesche per sapere: bollino rosso ovunque. 
 

I SINDACATI NON MOLLANO
Eppure qualcuno, come il tabloid «Bz», ha cercato di migliorare il cattivo umore di una nazione in modalità emergenziale - molte le metropolitane e mezzi urbani coinvolti nello sciopero - con un sorriso. Dato che i berlinesi si sono svegliati ieri con temperature estive, «Bz» ha preferito titolare a tutta pagina sullo scandalo che ha travolto gli ipermercati Aldi, dove sono state trovate tonnellate di cocaina nelle cassette delle banane: «28 gradi e da Aldi nevica».

ANGELA MERKEL E IL LEMURE  ANGELA MERKEL E IL LEMURE

 

Ma la maggior parte dei media hanno preferito prendere di mira l’irriducibile capo del sindacato dei macchinisti, titolando «Weselsky contro la Germania». Lui accusa invece la Deutsche Bahn di essere in mala fede, di voler trascinare il conflitto fino all’estate, quando entrerà in vigore la nuova, più restrittiva legge sugli scioperi, che consentirà solo al sindacato più rappresentativo di sedere al tavolo per i rinnovi. Il sindacato dei macchinisti di Weselsky non lo è.

Ieri all’ora di pranzo, la stazione principale di Berlino era svuotata: ma al di là dei capannelli attorno ai punti informativi organizzati dalla Deutsche Bahn, nessuna scena apocalittica. Qualche viaggiatore col sacco a pelo appisolato sulle panchine, una squadra di pallavolo urlante sulle lunghe scale mobili, un anziano che si gratta la testa davanti a uno dei numerosi cartelli che informavano sulle alternative. Sul binario deserto dei treni per l’aeroporto più lontano, Schoenefeld, una famiglia di Rouen attende fiduciosa quello delle 13,30. Per la madre, Amina, nessun motivo per perdere la calma: «L’aereo è alle quattro e in fondo siamo in vacanza». 
 

angela merkel angela merkel

Al piano superiore della modernissima stazione, all’edicola, l’italo-tedesco Fabio De Rosa è molto meno rilassato. Per raggiungere il suo posto di lavoro ha dovuto compulsare le app sullo smartphone che informano sul traffico dei mezzi pubblici, e si è scelto il percorso alternativo più semplice. Ma il 28enne non ha parole gentili per il sindacato: «Un giorno, lo capisco. Ma sei giorni di sciopero sono assurdi. Oltretutto: chi paga? Per il nostro disagio, per i danni economici? - De Rosa indica l’edicola, dove tre persone si aggirano per gli scaffali - Normalmente a quest’ora abbiamo il triplo dei clienti».
 

merkel al telefonomerkel al telefono

LE STRADE ALTERNATIVE 
Il «giorno due» del più lungo sciopero delle ferrovie del dopoguerra - durerà fino a domenica - non è stato particolarmente disagevole peri i viaggiatori grazie delle numerose alternative offerte dalle stesse ferrovie. E due terzi dei treni regionali e un terzo di quelli a lunga percorrenza camminavano. Ulrich Homburg, della Db, ha esortato i viaggiatori: «fidatevi, le alternative funzionano». In virtù della proverbiale capacità organizzativa, i tedeschi hanno trovato comunque il modo per raggiungere il posto di lavoro: approfittando di chi ha messo un punto rosso sull’auto per segnalare la disponibilità a dare un passaggio, ad esempio.

 

E nelle stazioni, i funzionari delle ferrovie sono stati sguinzagliati ovunque con le pettorine rosse per offrire alternative per tutti. Uno dei principali quotidiani della capitale, la «Berliner Zeitung», aveva come foto di prima la rete delle S- e U-Bahn, delle metro e sopraelevate che funzionavano nonostante la protesta.

 

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