giuseppe conte roberto gualtieri coronavirus

BANKITALIA E MEF LITIGANO SULLA RIPRESA MENTRE LE IMPRESE ASPETTANO I SOCCORSI - LA POTENZA DI FUOCO FA ACQUA A CAUSA DI TEMPI LUNGHI E DOCUMENTI A RAFFICA, E LA BANCA CENTRALE METTE IL FUOCO SOTTO IL SEDERE DI GUALTIERI: ''UNA RIPRESA A ''V'' NON C'È NEL PROFILO DEL DEF NÉ NEI NOSTRI SCENARI. PENSIAMO A UNA RIPRESA A ''L'', NEL MIGLIORE DEI CASI A ''U''…

 

Camilla Conti per “la Verità

 

Mentre le imprese sono già con il fiato corto da coronavirus, il governo tutto chiacchiere e decreti non riesce a spiegare dove troverà l' ossigeno. Dal Curia Italia sono arrivati ancora pochi bonus, il prolungamento atteso per maggio rischia di seguire lo stesso copione sugli ammortizzatori sociali facendo il paio con il Dl liquidità che non riesce a decollare perché è sbagliato nella forma. E perché, ecco il signor Godot che non bussa mai alla porta di aziende e partite Iva, mancano i soldi.

GUALTIERI PATUELLI PROFUMO VISCO

 

Nemmeno il dibattito che si è tenuti ieri alla Camera su Def e scostamento è servito per chiarire questo dettaglio fondamentale. Anzi. Il ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri minimizza: «I risultati conseguiti nel 2019 mostrano che non sia necessario imporre misure lacrime e sangue, ma continuare a lavorare per far crescere il gettito fiscale a parità di aliquote attraverso una seria politica di contrasto all' evasione supportata da innovazione, organizzazione e risorse umane qualificate», ha detto ieri promettendo un piano di rilancio articolato su innovazione, ricerca, investimenti pubblici, snellimento delle procedure amministrative.

 

Il capo del Mef ha poi assicurato che di fronte allo shock inaspettato e consistente il governo «ha risposto con interventi tempestivi e di considerevole portata» ricordando che, compreso il prossimo provvedimento, «complessivamente lo scostamento è di circa 75 miliardi aggiuntivi per il solo 2020 in termini di indebitamento netto e 180 miliardi di stanziamento di bilancio».

 

fabio panetta ignazio visco

Si tratta, ha ribadito «di una manovra espansiva poderosa, di entità mai raggiunta dal dopoguerra a oggi» che comunque «non mette a repentaglio la sostenibilità della finanza pubblica». Eppure Bankitalia ha già lanciato l' allarme sui 450 miliardi di garanzie pubbliche attivate dai decreti che potrebbero anche superare quelli del 2012-2013, quando si avvicinarono al 10%. Intanto al 17 aprile risultano pervenute alle banche quasi 1,3 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti, per circa 140 miliardi mentre per i prestiti fino a 25.000 euro i dati aggiornati dal Mef a martedì scorso parlano di 30.000 domande. Ancora troppo poche.

 

Segno che la potenza di fuoco fa acqua a causa di tempi lunghi e documenti a raffica. Più dell'«atto d' amore» chiesto dal premier Giuseppe Conte alle banche, servirebbe forse un miracolo per togliere la ruggine burocratica dai rubinetti del credito. La rapidità nell' erogazione dei prestiti alle aziende garantiti dallo Stato per l' emergenza coronavirus «sarà essenziale» visto che le imprese «hanno una liquidità sotto forte pressione» e il gran numero di domande metterà alla prova i «limiti alle capacità operative delle banche e degli enti pubblici possono creare dei colli di bottiglia», si legge anche in uno studio della Banca dei regolamenti internazionali che passa in rassegna i programmi varati dai vari governi nel mondo (fra cui l' Italia) nelle ultime settimane.

 

I decreti sembrano, invece, armi spuntate. Alla «considerevole portata» della manovra sbandierata anche ieri in Aula dal ministro dell' Economia mancano ancora i fondi diretti che con questo scostamento non arriveranno.

 

E sempre ieri Bankitalia, in audizione alla Camera, con i consueti toni da Banca centrale ha mandato un altro messaggio a Gualtieri e Conte: «Le prospettive macroeconomiche presentate nel Def sono coerenti con il quadro di crisi per l' emergenza coronavirus con una forte contrazione del Pil, dell' attività industriale» ma «in questa fase tutte le previsioni del Def e nostre sono soprattutto analisi di scenario», ha detto il capo del dipartimento economia e statistica dell' istituto centrale, Eugenio Gaiotti. Secondo il quale le misure fin qui adottate appaiono appropriate «nell' entità e nel disegno alla fase dell' epidemia in cui sono state varate» ma «passata l' emergenza, l' azione pubblica sarà necessaria anche per assicurare il rilancio dell' economia».

EUGENIO GAIOTTI

 

Secondo le stime del quadro tendenziale del Def, nell' anno in corso rispetto al 2019 le entrate complessive calerebbero di quasi il 6%: «Una tale flessione sarebbe senza precedenti almeno negli ultimi 50 anni», ha aggiunto Gaiotti. Ricordando anche che nel 2021 solo una parte della perdita di gettito sarebbe recuperata. Infatti, escludendo le entrate derivanti dall' attivazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette, le previsioni del quadro tendenziale del Def indicherebbero un gettito complessivo nel 2021 di circa il 4% maggiore di quello del 2020.

 

Tradotto: lo scostamento va bene, ma se ripartiamo a giugno. Il rappresentante della Vigilanza ha però sottolineato che «l' uscita dalla crisi» con una «ripresa a V» (con recupero dopo il crollo sui livelli pre crisi) «non c' è nemmeno nel profilo del Def o nei nostri scenari. Siamo già nella fase di pensare a un andamento se non a L (ripresa piatta, ndr), forse a U». Intanto le imprese sono sempre lì che aspettano la G di Godot. Per loro, brutte notizie: il cdm in programma oggi è slittato. E il tanto atteso decreto aprile diventa ufficialmente il decreto maggio.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?