BATTIATO RIBATTE SULLE BATTONE: “PARLAVO DEL PASSATO”

1. BATTIATO: "PARLAVO DEL MERCIMONIO PASSATO, HO STIMA DEL PARLAMENTO ATTUALE"
COMUNICATO STAMPA - Prendo atto con dispiacere che il senso della mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignità delle donne, sia stato travisato e interpretato come una offesa al parlamento attuale, per il quale ho stima, o per le donne, o addirittura riferibile al parlamento europeo. Era evidente che il riferimento era a passate stagioni parlamentari che ogni italiano di buon senso vuole dimenticare. Stagioni caratterizzate dal malaffare politico, dal disprezzo per le donne e per il bene pubblico.

Dispiace, altresì, prendere atto che dopo un'ora e mezza di conferenza in cui abbiamo raccontato quello che stiamo facendo per ridare dignità e speranza alla Sicilia, sia passata una singola frase che ovviamente non poteva essere riferibile all'attualità.
Franco Battiato


2. MA PERCHÉ FRANCO BATTIATO SI È DATO ALLA POLITICA?
Francesco Maria Del Vigo per www.ilGiornale.it

Quanto ci piaceva il Battiato che cantava di dervisci rotanti, palome, cinghiali bianchi e mondi lontanissimi. Il cantante che con «voli imprevedibili» solleticava lo spirito senza precipitare nel burrone della musica che si piega all'interesse della politica.

Allora, al massimo, si faceva scrivere i testi dal filosofo Manlio Sgalambro e non si abbandonava a esternazioni che sembrano suggerite da Lucia Annunziata. «La destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani». Capito? Siete delle bestie. Se ne è uscito proprio così, Franco Battiato, a margine di un concerto a Parigi durante il tour promozionale del suo ultimo disco. La destra è disumana, aliena. Peggio che impresentabile. Anche lui si è dilettato nella nuova disciplina delle olimpiadi radical chic: l'insulto libero all'elettore di centrodestra. Anche lui è caduto nel solito complesso di superiorità di una sinistra che ha perso i contatti col mondo e non se ne riesce a capacitare.

L'alfiere della rarefazione spirituale ha lanciato una corposa palata di fango sul centrodestra, su una parte del popolo italiano e inevitabilmente - anche su una porzione dei suoi ascoltatori. Cornuti e mazziati. Ma siamo proprio sicuri che il musicista siciliano sia sempre stato così caustico nei confronti della destra? No. Perché pecunia non olet, e l'erudito cantautore lo sa bene. Ora non perde occasione per propalare snobismo nei confronti dei «disumani» berluscones ma, per anni, non ha disdegnato i loro contratti e i loro soldi. Correva l'anno 2003 quando «Franco il mistico» venne ingaggiato da «Franco il Batman». Che non è un eroe dei fumetti e nemmeno uno di quei mistici anacoreti che punteggiano i versi delle sue canzoni.

Ma è proprio il «Francone» Fiorito che, molto pedestremente, distribuiva ostriche e champagne come fossero panini. Coi soldi della Regione, ovviamente. Fiorito allora era sindaco di Anagni e per celebrare il settecentesimo anniversario del celebre «schiaffo» organizzò una festa che, col senno di poi, faceva già presagire la nota megalomania che lo avrebbe trasformato in Batman. Il fiore all'occhiello dei festeggiamenti era il concerto di Battiato in piazza Vittoria. Ponti radio e maxischermi seminati in tutte le piazze di Anagni per diffondere le note del musicista catanese. Festa megagalattica e ingaggio stellare: «Il cachet superò i centomila euro», ricorda al Messaggero un assessore del tempo.

Sempre nel 2003, piena era berlusconiana con il Cavaliere saldamente insediato a Palazzo Chigi, Battiato saliva sul palco (ovviamente a pagamento) della festa di Alleanza nazionale alla palazzina Liberty di Milano. I postfascisti (paganti) non gli facevano schifo. Anzi, difendendosi dalle accuse di chi lo tacciava di essersi venduto al nemico, lui rilanciava con slancio: «Vado a cantare il mio repertorio (lo stesso che canto in tutte le occasioni) davanti a un pubblico che non va discriminato. Non sono solito chiedere la tessera di partito a chi viene ai miei concerti». Sacrosanto. Peccato che col succedersi degli esecutivi abbia spostato sempre più a sinistra il suo centro di gravità permanente.

D'altronde che le musiche del nasuto cantante fossero gradite al pubblico di centrodestra non è mai stato un mistero. Con i suoi richiami all'esoterismo di René Guénon, le citazioni nicciane e i suoi inni alla povera Patria «schiacciata dagli abusi del potere» (siamo in piena Prima Repubblica), Battiato sembrava essere uno dei pochi artisti che non si genufletteva al politicamente corretto. Flirtava con un immaginario caro anche alla destra e giocava sul filo dell'ambiguità. E a mischiarsi con gli «impresentabili» non ci vedeva nulla di male. Poi la svolta da cantante engagé, l'impegno politico e la gragnuola di dichiarazioni al vetriolo. Che stridono così tanto con il nitore di molti dei suoi versi.

Ma fino a qualche anno fa, per Battiato, non c'era nulla di disumano e i soldi delle amministrazioni di centrodestra avevano lo stesso profumo di tutti gli altri. Dalle volatilità dello spirito alla materialità del contante. Alla fine la sua profezia si è autoavverata: «Siamo figli delle stelle e pronipoti di maestà il denaro».

 

 

BATTIATO IN MAGLIONE ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA battiato BATTIATO IN MAGLIONE ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA SILVIOBERLUSCONI A RUOTA LIBERA BOLDRINILaura Boldrini article

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”