silvio berlusconi in manette

"LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA? LA SINISTRA SE NE ACCORGE SOLO ORA" - BERLUSCONI GODE PER LA SVOLTA GARANTISTA DI LETTA-BETTINI E IL MEA CULPA DA EX MANETTARO DI LUIGI DI MAIO: "ORA BISOGNA FARE CIÒ CHE NON SI È RIUSCITI A FARE NEGLI ULTIMI TRENT'ANNI" - È DAL 1997, DALLA STAGIONE DELLA BICAMERALE DI D'ALEMA, CHE DESTRA E SINISTRA HANNO SMESSO DI PROVARCI - ORA UN ACCORDO GIUSTIZIA POTREBBE TIRARSI DIETRO LA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE (CON PICCOLO PREMIO DI MAGGIORANZA) E UN NUOVO REGOLAMENTO PARLAMENTARE PER STABILIZZARE I FUTURI GOVERNI

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

 

Berlusconi in tribunale

Prima legge che il grillino Di Maio chiede scusa per «l' uso della gogna come strumento di campagna elettorale». Poi legge che il democratico Bettini abbraccia i referendum sulla giustizia, sposando il quesito sulla separazione delle carriere dei magistrati. E allora si inalbera: «Se ne sono resi conto solo ora a sinistra?». Perché quelle erano (e restano) le sue parole d' ordine, per più di vent' anni infatti Berlusconi le ha usate come cavalli di battaglia politici, mentre i suoi legali si attardavano sui cavilli giuridici.

 

Perciò non poteva restare indifferente davanti a un cambio di linea che gli appare per metà epocale e per metà strumentale, siccome è avvenuto alla fine di un' era in cui il suo scontro con le «toghe rosse» è stato parte del duello con «i rossi».

 

Berlusconi in tribunale

Il mondo cambia, ma la giustizia resta il chiodo fisso del Cavaliere. Certo, nelle discussioni che affronta c' è spazio per le sorti del partito, per le memorie di governo, per i sogni quirinalizi, ma a quanti in queste settimane lo chiamano per sapere come sta, lui risponde ogni volta: «Sto meglio, grazie. Sono i giudici la mia malattia». Così torna sempre sul luogo del diritto, da dove in realtà non si è mai spostato. D' altronde, dopo «36 processi e oltre 3.000 udienze» (il dato è in costante aggiornamento) e dopo aver speso «770 milioni in avvocati» (il fixing è del 2018), ormai gli viene d' istinto.

 

berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola

Era ovvio quindi che Berlusconi reagisse. E se non pensava potesse accadere, non immaginava potesse continuare. Invece il segretario del Pd - pochi giorni dopo - è andato in tv per presentare le sue proposte sulla giustizia, per spiegare che «noi siamo per garantire l' indipendenza della magistratura, ma l' autogoverno totale non c' entra nulla con l' indipendenza. E quello che oggi non funziona è proprio l' autogoverno totale».

 

Se solo il Cavaliere pensasse di esprimere pubblicamente questi stessi concetti, l'avvocato Ghedini glielo impedirebbe. Allora si deve accontentare di ascoltarli da Enrico Letta, secondo il quale sarebbe opportuno «togliere alcuni poteri di autogoverno ai magistrati - che oggi si gestiscono tra loro - e istituire un'alta corte fuori dal Csm per amministrare la parte disciplinare».

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

 

D'un tratto sulla giustizia il Cavaliere ritiene che (quasi) tutti parlino la stessa lingua: «La mia». A parte il fatto che anche Berlusconi ha smentito sé stesso, se è vero che a Napoli il centrodestra appoggia a candidato sindaco un magistrato che ha lavorato fino a ieri nella Procura cittadina. In ogni caso la svolta è figlia di una presa d' atto collettiva della politica, decisa a riformare un «ordine» che si è indebitamente trasformato in «potere» e che per di più è minato dagli scandali.

 

È un convincimento che si spande a macchia d' olio nelle istituzioni. E oltre che nel Palazzo, il leader di Forza Italia vede montare lo stesso sentimento nel Paese, siccome i suoi amatissimi sondaggi gli segnalano come la fiducia verso le toghe sia crollata al 30% con trend discendente. Sono lontani gli anni in cui la magistratura era accreditata appena sotto la Chiesa, il Colle e l' Arma, mentre oggi è ritratta come «una casta» appena sopra l' opinione sui partiti.

berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola

 

Chissà qual è il vero motivo che ha prodotto la rottura del tabù. Sarà perché l' Europa chiede all' Italia di riformare la giustizia se vuole i fondi del Pnrr. Sarà per il governo di larghe intese e per il nuovo clima che ha prodotto. Sarà che «va colto questo formidabile allineamento per fare ciò che non si è riusciti a fare negli ultimi trent' anni», come ha sottolineato Letta dopo aver incontrato l' altro ieri la Guardasigilli Cartabia. Di certo, per usare le parole del sottosegretario alla Giustizia Sisto, «è iniziato un percorso catartico che porta tutti i partiti a convergere lentamente ma progressivamente sui principi costituzionali».

 

È dal 1997, dalla stagione della Bicamerale di D' Alema, che destra e sinistra hanno smesso di provarci. E visto che di solito una riforma tira l' altra, un accordo sulla modifica degli assetti giudiziari potrebbe tirarsi appresso un' intesa su altre revisioni del sistema. Almeno è quello che evocano nel centrosinistra e che nel centrodestra lasciano filtrare.

 

MARTA CARTABIA

C' è la legge elettorale in cima agli interessi dei partiti, e a far da condimento un nuovo regolamento parlamentare per stabilizzare i futuri governi. «La proporzionale, con un piccolo premio di maggioranza, potrebbe essere il punto d' arrivo di una trattativa che segue quello sulla giustizia», sussurra infatti un esponente del Pd: «Solo che Berlusconi ce la farà sudare». Per faticare meno, dirigenti della segreteria dem sono all' opera con la Lega.

 

Alle grandi manovre sembrano mancare i grillini, additati come l' ala giustizialista del Parlamento e considerati refrattari alla riforma delle toghe. Ma a scardinare i luoghi comuni, oltre al Di Maio pubblico, ci pensa un Conte privato. Qualche settimana fa l' ex premier ha confidato la sua lettura della storia politico-giudiziaria del Paese: «Il tramonto della Prima Repubblica fu una traumatica caccia alle streghe». A parlare era l' avvocato o il leader in pectore del Movimento? Perché la proporzionale val bene un accordo (anche) sulla giustizia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...