maurizio rossi ponte genova

“LA PROROGA AD AUTOSTRADE NON È VALIDA” – L’EX SENATORE  MONTIANO MAURIZIO ROSSI SGANCIA LA BOMBA: “NON ESISTE GIURIDICAMENTE. È STATA APPROVATA DALL’EUROPA MA IL GOVERNO GENTILONI NON L’HA RATIFICATA” – SE DAVVERO NON FOSSE VALIDA LA REVOCA COSTEREBBE MOLTO MENO – ROSSI NEL 2016 AVEVA AVVERTITO DELRIO DEI PROBLEMI DI SICUREZZA DEL PONTE MORANDI MA…

1 – “PROROGA AD AUTOSTRADE MAI CONFERMATA”

Maurizio Tortorella per “la Verità”

 

MAURIZIO ROSSI

È un fantasma. La proroga della concessione data ad Autostrade per l' Italia, che prolungava la scadenza del contratto dal 2038 al 2042, con il crollo del ponte Morandi è diventata uno dei nodi più ingarbugliati della polemica politica. Ma non c' è.

 

Per dirla in precisi termini tecnici: «Non esiste giuridicamente. Perché la proroga è stata approvata dall' Europa, ma il governo Gentiloni non l' ha mai ratificata con un provvedimento di legge». A rivelarlo alla Verità è Maurizio Rossi, ex senatore genovese di Scelta civica e membro della commissione trasporti, nonché proprietario dell' emittente televisiva ligure Primocanale e suo malgrado tra i grandi esperti del cavalcavia gestito da Autostrade per l' Italia.

 

autostrade spinoza

La strana vicenda del rinnovo della concessione ai Benetton inizia a fine 2016. Due anni fa, Autostrade per l' Italia (Aspi) chiede al governo di Paolo Gentiloni e in particolare al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, un allungamento della concessione che scadrà nel 2038. Alla fine del contratto mancano ancora 12 anni, ma i Benetton non si accontentano, vorrebbero 15 anni in più.

QUEL CHE RESTA DEL PONTE MORANDI VISTO DAL QUARTIERE DEL CAMPASSO A GENOVA

 

La proroga fino al 2053 sarebbe anche la contropartita all' impegno di realizzare la variante della gronda genovese: l' opera viaria attesa da 20 anni che, a un costo stimato di 3,2 miliardi, consentirebbe un' alternativa al traffico che da troppo tempo congestiona l' unico passante, il cavalcavia Morandi.

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

Alla fine, Delrio concorda con Aspi un massimo di sette anni, ma prima deve ottenere il via libera dalla Commissione europea. A Bruxelles si apre così un altro negoziato, che si conclude il 27 aprile 2017. La Commissione dà il via libera ai piani italiani per prorogare la concessione ad Aspi, ma di soli quattro anni: fino al 2042, con la facoltà di aumentare i pedaggi dello 0,5% più l' inflazione.

 

Un regalo che i quotidiani dell' epoca stimano sui 7 miliardi. In compenso, i Benetton dovranno costruire la gronda, il cui prezzo nel frattempo (calcoli del ministero di Delrio) è generosamente lievitato a 4,8 miliardi.

graziano delrio

 

Quel giorno, la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager dichiara: «Sono lieta che, in stretta collaborazione con l' Italia, abbiamo trovato una soluzione che permetterà di effettuare investimenti essenziali nelle autostrade italiane, limitando nel contempo l' impatto sugli utilizzatori ed evitando una sovracompensazione delle imprese che gestiscono le autostrade.

il ponte di genova e le case sottostanti

 

L' Italia ha inoltre convenuto d' indire a breve nuovi bandi di gara per diverse, importanti concessioni autostradali al fine di garantire una vera concorrenza nel mercato».

 

Delle gare che avrebbero dovuto essere indette «a breve», in oltre un anno non s' è vista l' ombra. Ma s' è persa notizia anche del decreto che avrebbe dovuto ratificare la decisione europea. Il 5 luglio 2017, Delrio e Vestager si incontrano ancora e confermano definitivamente l' intesa.

vestager 3

Delrio è contento, parla di «un accordo storico, frutto di un lavoro di 15-16 mesi».

 

Ma Rossi, che è rimasto in commissione trasporti fino alle elezioni del 4 marzo 2018, è certo che entro quella data non sia mai stato varato alcun provvedimento di legge per recepire e per confermare, da parte italiana, il via libera di Bruxelles del 2017. È vero che poi il governo Gentiloni è rimasto in carica per gli affari correnti fino allo scorso 1° giugno, ma a Rossi non risulta abbia provveduto: «Nemmeno nei suoi ultimi tre mesi», conclude sicuro.

il crollo del ponte morandi a genova

 

La Verità ha cercato un' autorevole conferma: il viceministro all' Economia, Massimo Garavaglia, risponde con un «Non so, no comment». E sorride. Se la rivelazione di Rossi è corretta, l' effettivo termine della concessione dei Benetton su circa 3.000 chilometri di autostrade torna indietro al 2038: questo, nel caso di una revoca, vuol dire quattro anni in meno da risarcire. Un bel risparmio...

 

 

2 – LA CONOSCEVANO TUTTI, LA FRAGILITÀ STRUTTURALE DEL PONTE MORANDI. UNA LINGUA DI CEMENTO LUNGA UN CHILOMETRO, SOSTENUTA DA PILONI DI 90 METRI, ATTRAVERSATA OGNI ANNO DA 25 MILIONI DI VEICOLI: SERVIVA UNA MANUTENZIONE STRAORDINARIA PERMANENTE. LO SAPEVANO AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE COME AD "AUTOSTRADE PER L'ITALIA". L'ALLARME L'AVEVANO DATO PURE I TECNICI COME L'INGEGNERE ANTONIO BRENCHIC, PROFESSORE ASSOCIATO DI COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA. NEL 2016 HA SCRITTO UN'ANALISI A LUNGO IGNORATA, ORA RIPRESA DA TUTTI, IN CUI SI LEGGE...

 

estratto dell’articolo di Tommaso Rodano per “il Fatto Quotidiano” del 16 agosto (http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/conoscevano-tutti-fragilita-strutturale-ponte-morandi-180950.htm)

 

il crollo del ponte morandi a genova

Il disastro del Morandi è stato oggetto di congetture e vaticini nefasti, come quello del presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini, nel 2012: "Tra dieci anni il ponte crollerà". Ma è stato al centro pure di documenti ufficiali, pubblici.

 

il crollo del ponte morandi a genova

Come l' interrogazione parlamentare presentata il 28 aprile 2016 dal senatore montiano Maurizio Rossi all' ex ministro Graziano Delrio: "Il viadotto Polcevera, recentemente è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti () si chiede di sapere quale sia in dettaglio l' attuale situazione dei lavori di messa in sicurezza, quali siano gli interventi che ancora devono essere realizzati e se saranno tali da comportare gravi disagi alla circolazione della città" e poi "se corrisponda al vero che potrebbe venir chiuso almeno al traffico pesante, entro pochi anni, gettando la città nel totale caos". Da Delrio nessuna risposta.

il ponte morandi a genovail crollo del ponte morandi a genova le macerie dopo il crollo del ponte morandi a genovail presidente mattarella sul luogo del crollo del ponte di genova il crollo del ponte di genova i lavori di soccorsiil crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte morandi a genova

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…