renzi merkel

BOMBE SU RENZI! A PALAZZO CHIGI TEMONO UN 'COMPLOTTO' COME QUELLO CHE HA CACCIATO BERLUSCONI NEL 2011. DOPO IL DURO INTERVENTO DI MONTI, UN SENATORE PD: ''SE HA MANDANTI INTERNAZIONALI PER APRIRE A QUALCUN ALTRO, STAVOLTA GLI ANDRÀ MALE''- IL 'PROFESSOR BILDERBERG', FINORA SILENTE, TORNA A COLPIRE. GLI EDITORIALI DI 'FINANCIAL TIMES', 'NY TIMES' E 'FRANKFURTER ALLGEMEINE' MARCANO L'OSTILITÀ DEI PAESI AMICI - PESSIMI SEGNALI SUL GOVERNO: L'OCSE TAGLIA LE STIME SUL PIL 2016 (SOLO +1%), LA CORTE DEI CONTI AVVERTE CHE ''IL QUADRO È CAMBIATO BRUSCAMENTE, LA FASE È DELICATA''

1.SOSPETTI A PALAZZO: MANDANTE ESTERO PER UN NUOVO GOVERNO

Estratto dall'articolo di Fabio Martini per ''La Stampa''

 

RENZI MERKEL A BERLINO   RENZI MERKEL A BERLINO

(...)

 

Anche se oggi i rapporti tra i due non sono più quelli di una volta, Giorgio Napolitano e Mario Monti sono stati i protagonisti di una delle operazioni politiche più controverse degli ultimi anni: il «dimissionamento» forzato di Silvio Berlusconi nel novembre del 2011. In quella occasione in tanti ipotizzarono un «concorso» internazionale (da Obama alla Merkel) nella rimozione della «mina» Berlusconi, sta di fatto che ieri sera, quando si era concluso lo scontro in aula tra Renzi e Monti, un senatore renziano ha sussurrato: «Se il professor Monti ha mandanti internazionali per aprire la strada a qualcun altro, stavolta gli andrà male».

 

A palazzo Chigi qualche sospetto comincia a serpeggiare su possibili movimenti ostili dalle parti di Berlino, Bruxelles, Londra e Washington, un sospetto avvalorato degli editoriali decisamente critici con Renzi, usciti negli ultimi venti giorni su testate come Financial Times, Frankfurter Allgemeine, New York Times. 

 

RENZI MONTI MONTEZEMOLO RENZI MONTI MONTEZEMOLO

 

2.CORTE DEI CONTI: IL QUADRO E' CAMBIATO BRUSCAMENTE, FASE DELICATA

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Il 2015 'si era aperto con prospettive straordinariamente favorevoli per le economie europee', proprio 'un anno fa, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario'. Ma 'il quadro e' cambiato, piuttosto bruscamente, fin dall'estate scorsa, generando nuovamente incertezza sul futuro'.

 

RENZI E MONTI A PALAZZO VECCHIO RENZI E MONTI A PALAZZO VECCHIO

 Lo dice il presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, aprendo l'Anno giudiziario 2016. 'Un'incertezza che si' e' accentuata in queste ultime settimane per i timori del ripetersi di scenari che sembravano superati di forti tensioni sui mercati. In una fase cosi' delicata per il nostro Paese - aggiunge - e' fondamentale fornire impulso alla crescita e all'occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica'. Come e' importante 'rinsaldare la fiducia nello Stato e la credibilita' del Paese'.

 

Merkel e MontiMerkel e Monti

 

3.OCSE: RIVEDE AL RIBASSO STIME PIL ITALIA, +1% IN 2016

 (ANSA) - L'Ocse rivede al ribasso le sue stime per il Pil italiano per il 2016, prevedendo una crescita all'1%, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all'outlook di novembre. Confermata invece la stima di +1,4% per il 2017.

 

 

4.C.CONTI,USATA TUTTA LA FLESSIBILITÀ,DEFICIT CALA MENO

 (ANSA) - "I margini di flessibilità acquisiti in sede europea sono interamente utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016" e "in tal modo si mantiene il profilo discendente del deficit nei conti pubblici che, tuttavia, assume una cadenza più rallentata". Lo osserva il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri all'inaugurazione dell'Anno giudiziario.

 

 

5.MATTEO FURIOSO MINACCIA I SUOI RENZI A PALAZZO MADAMA DOPO LA PRIMA GRANDE SCONFITTA - POI SI SFOGA SU MONTI: «NON PRENDO LEZIONI DA TE SUI CONTI»

Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

verdini 2verdini 2

Quando ieri pomeriggio poco dopo le tre e mezza Matteo Renzi è entrato nell' aula di quel Senato che il giorno prima gli si era ribellato sulle unioni civili, ha avuto occhi, sorrisi e abbracci per una sola persona: Denis Verdini, che lo stava aspettando nel banco in prima fila a fianco dell' ingresso.

 

Appena chiusa la replica nel dibattito in corso sul consiglio europeo Renzi scuro in volto se ne è subito uscito senza attendere il voto sulle mozioni. Ma ancora una volta si è fermato davanti ai primi banchi all' ingresso, fermato dal verdiniano Lucio Barani, quello che porta sempre un garofano rosso all' occhiello. Il cattivo umore ancora una volta è cambiato: sorrisi, battute e ammiccamenti proseguiti dietro le quinte.

 

Ah, non ci fosse Denis con la sua truppa, la giornata più nera da quando Renzi è arrivato a palazzo Chigi sarebbe sembrata eterna. Brucia, e quanto brucia quella sconfitta che ora rischia di mandare all' aria la legge. Si vede tutta la delusione disegnata sul volto, e anche la rabbia. Nelle dichiarazioni pubbliche certo, tutta verso il Movimento 5 stelle.

renzi boschirenzi boschi

 

Ma il premier sa bene che non poteva poggiare sul nemico storico, e che anzi la storia dal 2013 ad oggi rendeva chiarissimo come gli accordi del Pd con i grillini siano quasi sempre naufragati. La rabbia quindi è verso altri. Anche qui plasticamente evidente nella giornata di ieri. Chi ha gestito l' iter della legge sulle unioni civili? Il capogruppo Pd, Luigi Zanda, naturalmente. E poi Monica Cirinnà, da cui prende il nome quella legge. E nel governo Maria Elena Boschi.

 

RENZI VERDINIRENZI VERDINI

Sarà stato un caso ma il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento ieri non sedeva - caso raro - a fianco di Renzi nei banchi del governo. Non ci sono stati conciliaboli, né sguardi di intesa. La Cirinnà evitata. Zanda ignorato. L' unica del Pd chiamata al banco del premier è stata Anna Finocchiaro, cui Renzi ha chiesto tutti i consigli possibili per venire fuori dall' impasse.

 

Poi via tutti. E la rabbia del premier che trapelava anche nei confronti del gruppo dei senatori Pd. Filtravano minacce, indiscrezioni su un richiamo all' ordine senza se e senza ma che dovrebbe arrivare domenica.

 

CIRINNA'CIRINNA'

Ma quella di Renzi ieri non sembrava proprio la giornata giusta. Anche le rituali comunicazioni sul consiglio europeo che si apre oggi sono andate di traverso al premier. Eppure - ed è raro - il discorso all' aula del Senato non è stato solo zuppo di slogan ed enunciazioni di principio. Renzi ha detto parole dure sulla crisi delle banche, e ha pure annunciato una battaglia contro il resto d' Europa sulle nuove regole che si vorrebbero introdurre.

 

«Oggi ci rendiamo conto che il vero tema delle banche in Europa è una questione enorme che riguarda la prima banca tedesca, oltre che la seconda banca tedesca», ha attaccato Renzi, aggiungendo: «Il dato di fatto è che, anziché preoccuparci dei titoli di Stato italiani o di altri Paesi che vengono acquistati dalle banche, bisogna avere la forza di dire che nella pancia delle banche, di molte realtà del credito europeo, c' è un eccesso di derivati, di titoli tossici».

cirinna' renzicirinna' renzi

 

Poi l' annuncio: «Noi metteremo il veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di Stato nel portafoglio delle banche». Il premier pensava di raccogliere applausi bipartisan. E invece gli è toccata la doccia gelata che gli ha riservato Mario Monti: «Temo», ha spiegato l' ex premier, «e glielo dico con il dispiacere di chi ha pensato che anche sul piano europeo il suo governo potesse dare un contributo significativo, che lei rischi di far fare dei passi indietro importanti sia allo spirito di comunità in Europa, sia al contratto su cui ogni comunità si basa.

 

finocchiaro finocchiaro

Questo secondo me sta facendo correre grossi rischi all' Italia e all' Europa. Lei ama l' Italia, ma la amiamo un po' anche noi. Non faccia al nostro Paese il torto di presentarlo come tradizionalmente e storicamente soggiogato all' Unione europea». E ha aggiunto che Bettino Craxi e Giulio Andreotti erano più statisti dell' attuale premier italiano.

 

Renzi non ha affatto gradito, e ha replicato acido: «Segnalo al professor Monti ciò su cui non sono d' accordo con lui, cioè l' impianto e l' approccio che egli ha avuto nel giudicare l' Italia e gli italiani. Quando lei ha lasciato il governo, presidente Monti c' erano 475 decreti del suo governo che dovevano essere attuati; ne abbiamo attuati circa 345.

 

E il deficit nel 2011 era al 3,9 per cento; nel 2012 era al 3 per cento; ed ora è, secondo noi, al 2,4 per cento e, secondo la Commissione, al 2,5 per cento. In ogni caso, è comunque il deficit più basso che mai un governo della Repubblica abbia avuto negli ultimi dieci anni. Quindi, sul tema del rispetto delle regole io non accetto lezioni, perché lo considero un valore».

 

 

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…