giuseppe graviano

(NON) PENTITI CHE STRAPARLANO - ''HO CONCEPITO MIO FIGLIO IN UN MOMENTO DI DISTRAZIONE DEGLI AGENTI''. IL BOSS GRAVIANO IN AULA TORNA A PARLARE DI BERLUSCONI: ''DEVE RISPETTARE I PATTI, MIO NONNO INVESTì I SOLDI A MILANO E DA ALLORA DOVEVA TORNARE IN SICILIA IL 20%'', MA POI CONTRADDICE LE SUE STESSE INTERCETTAZIONI SU COME HA FATTO AD AVERE DUE FIGLI MENTRE ERA AL CARCERE DURO (41 BIS). AVEVA PARLATO DELLA MOGLIE ENTRATA NEL CESTO DELLA BIANCHERIA MA…

 

Alessia Candito e Salvo Palazzolo per www.repubblica.it

 

GIUSEPPE GRAVIANO

I rapporti con Berlusconi ("Deve rispettare i patti"), la nascita di suo figlio durante la detenzione ("Grazie a una distrazione degli agenti"), la strage di via D'Amelio ("Ancora tante malefatte, porterò i documenti"). Il boss Giuseppe Graviano torna a parlare al processo ‘Ndrangheta stragista, a Reggio Calabria. E parla ancora da boss, annunciando di avere pronto un libro sulla sua vita, con la sua versione naturalmente.

 

“Avevo chiesto al mio compagno dell’ora d’aria, Umberto Adinolfi, di avvicinare persone vicine a Berlusconi per ricordargli il suo debito. Doveva rispettare i patti”. Rispondendo alle domande incalzanti del pm Giuseppe Lombardo, il capomafia palermitano dice: “C'erano soldi che mio nonno aveva consegnato a Silvio Berlusconi, all'inizio degli anni Settanta, si era stabilita la percentuale del 20 per cento da allora in poi”. Soldi, che secondo Graviano, non sarebbero mai tornati in Sicilia.

GIUSEPPE GRAVIANO IN BERMUDA NEL CARCERE DI ASCOLI PICENO

 

“E io non volevo fare brutta figura con l’impegno di mio nonno verso quelle persone a Palermo che avevano partecipato all'investimento”. Anche se poi nel corso dell'udienza ammette: "A mio cugino Salvatore arrivavano di tanto in tanto dei soldi: 500 milioni di lire, 300 milioni. E lui li investiva, a Palermo e in altre parti d'Italia. Aveva dato 600 milioni per comprare dei magazzini, affare che poi non si concretizzò. E investì nell'Iti caffè"

 

Alla scorsa udienza, il boss delle stragi aveva raccontato di un investimento fatto dal nonno materno e da tre palermitani, all’inizio degli anni Settanta: venti miliardi di lire, che sarebbero finiti nella costruzione di Milano 3, “ma anche nelle televisioni”, aveva detto il boss.

 

"C'era una scrittura privata che diceva di quell'investimento - ribadisce Graviano - la teneva mio cugino: nel 2002, quando stava per morire, sua moglie mi mandò una lettera perché lui voleva parlarmi. E' andato mio fratello, ma lui voleva parlare con me. Forse, voleva dirmi dov'era la lettera".

MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI

 

Graviano, il boss condannato all'ergastolo per le stragi del 1992-1993, continua a mandare messaggi. "Non ho fatto le stragi, sono innocente - dice - ho una dignità, una serietà, non dico bugie". E annuncia di volere parlare anche di "altri argomenti, quando mi interrogherete in nuove occasioni". Nella scorsa udienza, aveva detto di avere qualcosa da dire sull'omicidio del poliziotto Agostino e sull'agenda rossa trafugata a Paolo Borsellino il giorno della strage di via D'Amelio: un altro messaggio, le due vicende sono intrecciate dal mistero dei rapporti fra i mafiosi e ambienti deviati dei servizi segreti.

 

A chi parla Graviano? Nell'udienza di oggi racconta di un "progetto di più persone per farmi arrestare". E chiama in causa i carabinieri, che nel gennaio 1994 lo bloccarono a Milano, ma anche il pentito Contorno, parla pure di "due donne che erano arrivate, quando faremo gli interrogatori vi dirò". Messaggi su messaggi. Mentre ribadisce: "Non collaborerò mai, mai accetterò un ricatto, possono venire quanto vogliono, possono mettermi in croce. Qualcuno non vuole la verità, ma una verità. Per fare carriera".

 

SILVIO BERLUSCONI E MARCELLO DELL UTRI

Il procuratore aggiunto Lombardo fa domande su domande, Graviano torna ad accusare Berlusconi: "Ha tradito anche Marcello Dell'Utri. Le leggi che ha fatto Berlusconi hanno danneggiato pure lui, che è stato condannato".

 

Fra i misteri di Giuseppe e del fratello Filippo Graviano ci sono anche i due figli, nati mentre i boss erano rinchiusi al 41 bis. Il capomafia disconosce le parole pronunciate in carcere e intercettate nel processo "Stato-mafia": "Mia moglie non è mai entrata in carcere, nella cesta della biancheria. Forse, parlavo di mio fratello, che venne messo nella mia stessa cella". Una retromarcia clamorosa. "Non posso raccontare come andò, ci fu solo un momento di distrazione degli agenti - aggiunge - ma mia moglie non è mai entrata in carcere".

 

Il pm contesta ancora le intercettazioni ("Io tremavo, lei era nella cesta delle robi"), il boss dice: "A cosa interessa una cosa mia personale in questo processo?" Lombardo dice: "Vuole che glielo spieghi? Secondo me, l'ha capito perché ho fatto questa domanda. Vorrei capire se un passo verso di lei venne fatto, con un attimo di distrazione, facendo entrare sua moglie".

 

i fratelli graviano

Graviano risponde: "La politica non c'entra in questa situazione, questa intercettazione non risponde alla realtà". E aggiunge: "Non racconterò mai a nessuno come ho concepito mio figlio, dico solo che non ho fatto nulla di illecito, ci sono riuscito ringraziando anche Dio e sono rimasto soddisfatto. Non ho chiesto alcuna autorizzazione, ma ho approfittato della distrazione degli agenti Gom".

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”