IL “BUDINO” HOLLANDE TIENE A DISTANZA IL ROTT-WEILER CON I TACCHI E DICE SÌ AL DRAGONE

1. HOLLANDE, AFFARI IN CINA E UN PASSO INDIETRO PER I DIRITTI (E VALÉRIE)
VENDUTI REATTORI NUCLEARI E 60 AIRBUS

Guido Santevecchi per il "Corriere della Sera"

Il presidente francese François Hollande è arrivato ieri a Pechino per una visita di 37 ore con un doppio obiettivo: rilanciare le esportazioni per ridurre un deficit commerciale pesantissimo (26 miliardi di euro, vale a dire il 40% di quello totale di Parigi) e presentarsi come interlocutore privilegiato alla nuova leadership della seconda economia del mondo.

Hollande è il primo capo di Stato occidentale ricevuto in Cina da quando si è concluso il ricambio al vertice del potere, con la nomina a presidente della Repubblica Popolare di Xi Jinping e a premier di Li Keqiang, a marzo. E il capo dell'Eliseo è sembrato molto preso da questo suo ruolo di battistrada, tanto che mentre scendeva dalla scaletta dell'aereo ha lasciato la compagna Valérie Trierweiler indietro, ad almeno sei gradini di distanza.

Un atteggiamento che si sta ripetendo nelle missioni all'estero del leader della sinistra francese. E che per la verità contrasta anche con il nuovo stile della Cina, dove Xi Jinping non si è vergognato di mostrarsi affettuoso e galante con la moglie Peng Liyuan, scendendo a braccetto con lei dall'aereo che lo ha portato a Mosca qualche settimana fa.

La Francia progressista che tiene in disparte, quasi in castigo la sua première dame mentre la Cina maschilista si entusiasma per avere finalmente una first lady di livello occidentale? Contraddizioni del mondo globalizzato.

Hollande era inseguito dalle critiche della stampa francese per la timidezza sul fronte dei diritti umani, sacrificati a una Realpolitik dettata dalla speranza di rilanciare gli interessi commerciali della Francia in un periodo di crisi.

Il presidente francese ieri sera ha toccato il tema, parlando con i giornalisti del suo Paese ha assicurato che: «Abbiamo affrontato questi argomenti in modo franco e rispettoso», citando il Tibet (dove altri tre uomini si sono appena immolati per protestare contro la repressione), e anche una lista europea di dissidenti cinesi nella quale figura il premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, in carcere dal 2009.

Ma subito dopo il leader francese di sinistra ha voluto precisare che «abbiamo parlato anche del nostro partenariato politico, del nostro ruolo su scala mondiale, della crescita». E rispondendo a una sollecitazione di Xi Jinping ha promesso che «tutti gli ostacoli, tutti i freni, tutte le procedure che frenano gli investimenti cinesi in Francia saranno tolte».

Subito dopo sono stati firmati accordi per la vendita di 60 Airbus, reattori nucleari e per la costruzione di una nuova fabbrica Renault dove saranno prodotte in joint venture con la Cina 150 mila auto l'anno. Non si può quindi fare a meno di notare una reticenza del capo dell'Eliseo a confronto con gli Stati Uniti, che hanno appena chiesto chiarezza su un fatto di sangue che ha causato 21 morti nella provincia occidentale dello Xinjiang, secondo Pechino in un'azione antiterrorismo contro la minoranza uigura. «Invochiamo trasparenza e un giusto processo», ha detto il dipartimento di Stato di Washington.

Di fronte a questo, naturalmente, i sei gradini di distanza di madame Trierweiler sono una stranezza risibile.


2. PREMIÈRE DAME, FINIRÀ MAI IL «CASTIGO»?
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

In Cina per sole 37 ore (contro i cinque giorni all'anno della cancelliera Merkel), François Hollande non ha rinunciato a portare con sé la sua compagna, Valérie Trierweiler. I due notoriamente non sono sposati e molti in Francia criticano il fatto che i contribuenti paghino il viaggio a una persona senza alcun legame istituzionale o legale con il presidente. Ma il rapporto tra Hollande e Trierweiler è di natura sentimentale, e se questo basta a loro, può bastare agli altri.

Una nota stonata però c'è: la «première dame» accompagna sì il presidente, ma sempre a distanza. Nei viaggi ufficiali, in India, Algeria, Marocco e ieri in Cina, Hollande ha trovato una sua terza via per non infastidire i francesi: la signora c'è, ma qualche passo indietro.

Se gli Obama esibiscono il loro amore, gli Hollande-Trierweiler sembrano trattenuti, e la volubile signora appare ancora in castigo dopo le imprudenze di mesi fa (il messaggio anti Ségolène Royal). Forse Hollande potrebbe dare prova di maggiore decisionismo, anche in questo campo: porti con sé la sua Valérie, ma abbia il coraggio personale e politico di tenersela al fianco.

 

hollande arriva in cina e lascia indietro valerie trierweilerxi-jinping-peng-liyuan-scendono insieme dall aereohollande arriva in cina e lascia indietro valerie trierweilerxi-jinping-peng-liyuan-scendono insieme dall aereoxi jinping gioca a calcioPENG LIYUAN CON BILL GATES jpeghollande arriva in cina e lascia indietro valerie trierweiler

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO