IL “BURLESQUE” NON È UNA BURLA - MA DOVE LO TROVIAMO UN ALTRO PREMIER CHE PER TELEFONO COSÌ ARRUOLAVA LE RAGAZZE: “PRONTO? SONO IL SOGNO DEGLI ITALIANI…”? - CECCARELLI SU COME L´ELEMENTO BURLESCO SI È IMPOSSESSATO DELLA VITA PUBBLICA - UN GIORNO AL BAGAGLINO VERRÀ RICONOSCIUTO IL POSTO CHE GLI SPETTA NELLA STORIA NAZIONALE - “BERLUSQUE BURLESQUE”, L’ULTIMA PARODIA DELLA VENDICATRICE DE’ NOANTRI, SORA CESIRA, SULLE NOTTI DI HARDCORE…

1- IL NUOVO VIDEO DELLA SORA CESIRA SULLE NOTTI DI ARCORE: "BERLUSQUE BURLESQUE"
http://bit.ly/JrXqsu

2- "BERLUSQUE BURLESQUE"
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

Ha fatto un deserto e l´ha chiamato burlesque. Non se la prenda Tacito, perché sarà euforia, fantasia o patologia, spasso o disperazione, uno sviluppo imprevisto delle teorie di Debord o la deriva di un vecchio sporcaccione, ma in qualche modo la società degli spettacoli, giunta al suo culmine, produce spettacolini.

Può sembrare uno stupido gioco di parole, ma l´ammiccante diminutivo fiorito sulle labbra dell´ex presidente Berlusconi, il misero rimpicciolimento, la dolorosa miniaturizzazione risuonata nei corridoi di un Palazzo di Giustizia spesso si accompagnano in Italia all´elemento commediante, buffo, buffonesco, burlesco, appunto, che si è impossessato della vita pubblica e non la molla più.

Scherzi, maschere, pagliacci, barzellette a sfondo sadico anale, bunga bunga, fisica e metafisica, corpi di ballo e corpi di scambio: verrà un tempo in cui finalmente il Bagaglino otterrà ciò che gli spetta in termini di storia patria, pedagogia del potere e coscienza nazionale.

Ma intanto la cronaca continua a somministrare frammenti di seratine che dovevano essere "gioiose", e a tale scopo risultavano pianificate secondo indefettibili protocolli e rituali: il menu dei tre colori, le orride torte, la visione dei filmati trionfali, la distribuzione delle farfalline e di altri monili, il palo della lap, il trono d´oro su cui è seduto il "boss of the bosses", il container di vestiti di alta moda africana forniti da Gheddafi, la colonna sonora di Sal da Vinci, il bacio saffico e l´"intimo sexy" da esibire in coreografie pornosoft tanto stralunate quanto più orientate a rallegrare un immaginario senile e bambolinesco.

L´altro giorno, dall´ultimo ciclo d´intercettazioni audio, si è saputo di un balletto in cui era prevista la figura della Maestra, s´immagina di scuola elementare, con occhiali e incongrua vestaglia ("ventaglia", secondo una brasiliana); due giorni prima era il turno e del Milan e di Ronaldinho. Tra Arcore e Palazzo Grazioli, Villa La Certosa e il castello di Tor Crescenza si sa ormai abbastanza del burlesque che oltre a un certo numero di danze del ventre contemplava serate per lo più a tema: quindi ballerine in costumi di infermiere, con i dovuti strumenti sanitari; e poliziotte, dotate di manette, ahi-ahi.

Si segnala quindi il cine-triduo ispirato al film Brazil, con struzzi e pennacchi, a Cats, con gattine miao-miao, e a Sister Act, quest´ultimo spettacolino di controverso contenuto monacale. Una ragazza, Iris, ha fatto cenno a uno sgambettante travestimento dedicato a Obama e ad altri potenti della terra. Ma gli osservatori più scrupolosi non possono trascurare la prestazione fornita ad Arcore da un´autentica mangiafuoco proveniente dalla rinomata scuola quadri del Grande Fratello.

Ha intuito a suo tempo Gad Lerner che con queste "cene" il Cavaliere trasferiva nei suoi palazzi e in definitiva nella sua vita il mondo della tv da lui stesso forgiata a sua immagine e somiglianza. Così come Le Point ha scritto che proprio queste feste rivelavano quanto l´universo erotico berlusconiano fosse infantile. In tutte e due le interpretazioni, con il senno di poi, è possibile cogliere un´ombra, un che di regressivo, una specie di allegria allucinata e forzatamente carnevalesca, ma senza quaresima, da cui ancora oggi evidentemente l´Italia non riesce a guarire.

Di un ricevimento natalizio in Sardegna si ricordano alcune foto, scattate da un´amica di Noemi e pubblicate su Chi con l´intento di mettere a tacere i maliziosi. Le ragazze erano vestite da Babbo Natale, anzi da "assistenti di Babbo Natale" come specificavano le diligenti didascalie della Real Casa, comunque ritratte su di uno spoglio palcoscenico o in posa in camerini ricavati nei bagni, con qualche entusiasmo e toccamento di troppo.

Ma soprattutto colpiva la mestizia di un dopo-buffet immortalato su tavoli di plastica, con tovaglioli di carta, contenitori di succhi di frutta, bicchieri vuoti, diademi posticci, palloncini, coriandoli e stelle filanti sul pavimento. In un ulteriore immagine B. abbracciava un´ospite prosperosa cui era stato elettronicamente nascosto il viso, le teneva la mano sotto una tetta, con il consueto sorriso, gli occhietti piccoli da satiro e un colorito un po´ livido.

Dice: aveva bisogno di distrarsi! Eh sì, però nel frattempo burlesque dopo burlesque, Fede e Lele organizzavano, Tarantini e l´Ape si agitavano, Marystell portava un ballerino cubano "molto educato", ci mancherebbe, quell´altra addirittura un cane chihuahua, vari ordini e gradi di gemelline assediavano la Presidenza del Consiglio, quasi tutte le olgettine facevano le vittime e sparlavano l´una dell´altra, il ragionier Spinelli preparava le buste, e per l´Italia si andava a preparare la peggior crisi economica della sua storia recente e meno recente.

A volte Berlusconi, attempato e generoso falloforo, faceva il giro con la statuina del Priapo da far baciare alle gentili ospiti; altre volte, ingurgitato un "Sanbittèr", gli mostrava un videocartoon con Fini seduto sulla tazza; altre notti, poveraccio, si addormentava e allora le odalische mezze nude gli si buttavano addosso per rianimarlo e magari per trascinarlo a fare il bagno tutti assieme, splash, che intanto s´erano fatte le quattro di notte, e poi certo che il giorno dopo il presidentissimo cadeva a dormire al Senato, da Napolitano o alla messa per la beatificazione di Giovanni Paolo II!

Eppure non gli bastava mai. Così per telefono arruolava le ragazze: «Pronto? Sono il sogno degli italiani...». Sì, ma era un sogno selvaggio che dall´antro del bunga bunga, per sue vie traverse e debitamente incubatiche, si moltiplicava in giro per l´Italia ritrovandosi e rafforzandosi nelle pernacchie di Bossi e nelle scenate di Scilipoti, nelle isterie da talk show e nelle sdolcinatezze delle fiction Rai, sotto l´immane cupola del San Raffaele come a bordo del Costa-Concordia pilotato sugli scogli dal comandante Schettino, ché pure lì erano previsti degli spettacolini - se di burlesque o no, dopo la tragedia, è del tutto secondario.

 

 

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