BUTTARE UN PAESE FUORI DALL’EURO: BRUXELLES CIPRO-VA

Marco Zatterin per "la Stampa"

Tutto in poche ore, gli scontri, la paura, le minacce, ma non la soluzione. Ieri Cipro ha veleggiato verso un'uscita dall'Eurozona che porterebbe l'isola ad affondare nel mare della finanza allegra di cui s'è circondata. Il governo del presidente Anastasiades ha scritto il suo «piano B», versione aggiornata dell'intesa negoziata con l'Europa una settimana fa e bocciata martedì dal parlamento di Nicosia. L'Eurogruppo s'è convocato in serata senza aver analizzato lo schema, epilogo quasi surreale d'una giornata che ha visto la Bce declinare minacciosamente i suoi doveri.

Pochi i punti fissi della più grande tempesta che l'Ue sia riuscita ad organizzare in una tazza di caffè. Cipro ha bisogno di 17 miliardi per ricapitalizzare le banche, condotte alla bancarotta dall'eccessiva dipendenza dalle sorelle greche. Europa e Fmi sono disposti a prestargliene 10, mentre per gli altri deve sbrigarsela da sola. Si era pensato a una tassa orizzontale sui depositi bancari, però i deputati ciprioti ha detto "no", verdetto sul quale - oggi tutti in Europa dichiarano di concordare.

Sul piano B si sente molto. Pare certo che il prelievo forzoso non colpirà i piccoli depositanti, si profilano altri controlli sui capitali e un riassetto delle banche locali. Possibile il ricorso al Fondo Previdenza per ridurre l'onore sui conti correnti. L'Eurogruppo attende il documento e il relativo parere della Troika Ue/Bce/Fmi: vuole riunirsi prima di lunedì, ultimo giorno di serrata coatta delle banche sull'isola.

La prima sveglia è suonata ieri mattina a Francoforte. La Bce faceva sapere di essere disposta a garantire l'attuale livello di liquidità di emergenza per le banche cipriote solo fino al 25 marzo, a meno di un accordo fra Nicosia, Ue e Fmi per assicurare la solvibilità delle banche. «Non è una minaccia ha frenato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, in un'audizione all'Europarlamento -. E' inevitabile che la Bce abbia un ruolo molto importante nella crisi, il suo è un atteggiamento costruttivo in attesa che l'Ue si doti di maggiori strumenti di intervento». Francoforte, è il senso, non agisce per impeto politico, ma per esigenza tecnica. Deve rispettare le regole.

Il secondo segnale allarme si aveva con la pubblicazione, certo non casuale, dei verbali della riunione dell'Euro working Group di, i dirigenti dei Tesori dell'Eurozona. Il documento, diffuso dalla Reuters , rivela che nel meeting di mercoledì si è concesso di essere «nel casino», non senza aver «parlato apertamente della possibilità che Cipro esca dall'euro».

E' stato il rappresentante tedesco, a farlo. Lo stesso che, subito dopo, ha auspicato la costruzione di «uno steccato» per impedire che - in caso di eurotracollo - si possa avere un contagio da Nicosia al resto dell'Ue. «L'economia cipriota ballerà qualunque cosa accada - risulta aver detto ha detto il presidente dell'Ewg, Thomas Wieser -. Restrizioni sui capitali saranno probabilmente imposte».

Scenario da paura, dunque. Una seconda fonte, sentita da la Stampa , riferisce che nel corso dell'incontro è stato auspicato che Cipro avanzi col piano B, la fusione delle due principali banche (e il passivo in una bad bank), il varo di misure per impedire la fuga dei capitali. «Se non lo fanno - ha detto una fonte europea. - Dovranno uscire dalla zona euro».

Ci vorrà tempo per capire chi ha sbagliato anche se, come delitto, c'è un'aria di errore collettivo. «Sono il presidente dell'Eurogruppo e dunque la responsabilità è mia», ha detto Dijsselbloem. Nessuno, alla fine, sembra essere innocente.

«Cipro è vittima di una coalizione tedesco-finlandese che voleva distruggere un sistema finanziario "anomalo"», ha notato una fonte Ue. Però gli isolani hanno anche fatto il possibile per evitare di colpire i ricchi depositanti russi. A proposito. Ieri il presidente della Commissione Barroso e il premier Medvedev si sono visti a Mosca e hanno parlato di Cipro. Si è saputo solo che è stato un incontro «franco, aperto e cordiale». No comment.

 

PROTESTE A CIPRO CONTRO IL PRELIEVO FORZOSO DAI CONTI CORRENTIprotesta a cipro contro merkel jpegGIU' LE MANI DA CIPROPROTESTE A CIPRO jpegIl presidente cipriota Nicos Anastasiades jpegANGELA MERKEL GNAM IL SORRISETTO FURBO DI ANGELA MERKEL

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…