CACCIARI SI TURA IL NASO E INVITA A SOSTENERE RENZI: “È NECESSARIO SPERARE IN LUI. ANCHE PERCHÉ NON CI SONO ALTERNATIVE”

Massimo Cacciari per "l'Espresso"

Abbiamo passato anni mirabili, e assai più spesso anni orribili, ma anni paradossali come quello che ci lasciamo alle spalle assolutamente mai. Tra i suoi protagonisti, Matteo Renzi è certo quello che meglio ne incarna tale carattere. Diventa leader di un partito, i cui gruppi dirigenti per storia, linguaggio, stile non potrebbero essergli più estranei.

Lo diventa suo malgrado, poiché la "forma-partito" gli sta stretta come una camicia di forza, e la sua vocazione evidente era e resta quella di "sindaco d'Italia". Né può esimersi dal diventarlo, perché i geni rappresentanti tutte le malattie senili della sinistra si suicidano scientificamente nel corso del ventennio sbagliando uomini, campagne elettorali, organizzazione, alleanze.

Quali novità vincono ora contro queste macerie? Da quale dibattito, da quali congressi emerse? Quale cultura politica si afferma contro l'ostinato conservatorismo del centro-sinistra della seconda Repubblica? Per il momento: programmi mille volte ripetuti, lo stesso mix tra vecchio Welfare e proclami anti-corporativi, pro-liberalizzazioni, le stesse idee di riforma istituzionale.

Perché non se n'è fatto nulla? Risposta: perché non c'ero "Io"! Dunque: la "novità" della leadership forte e popolare come toccasana risolutivo. Ma con quale staff intorno al Capo? Selezionato come? Per via anagrafica? Il seguito dei fedeli? La "passione" civica, che fa sognare? Lo "spirito di servizio"? E via rovistando nei generosi arsenali della patria retorica.

Tuttavia è necessario sperare, o almeno scommettere. "Nascenti puero", al nascente fanciullo occorre augurare che Apollo assista benigno il suo regno. Non abbiamo alternative. Possiamo reggere per il prossimo anno, ma certo non oltre con maggioranze parlamentari di questo tipo e fidando nell'autorevolezza di un capo dello Stato costretto, contro tutte le sue convinzioni, a operare "come se" ci trovassimo in un regime semi-presidenziale. Il paradosso renziano fa tutt'uno, infatti, con quello, mai visto né mai vedibile in Europa, di una coalizione di governo tra una forza che si dichiara di centro-sinistra e una che si dichiara di centro-destra. Si dirà che sono ormai nomi.

Il sottoscritto l'ha detto (ma nessuno dei leader attuali ha condiviso). Comunque, non sono nomi gli interessi di riferimento, i gruppi sociali, le culture, gli elettorati. Liquida finché si vuole, la società è fatta di drammatiche disuguaglianze, lacerazioni, che andrebbero affrontate con programmi concreti, prendendo parte. Decisioni di questo tipo l'attuale governo non è in grado fisiologicamente di assumerle. Il suo compito è traghettarci verso di esse. Saprà farlo Renzi? E Renzi, di necessità, con Enrico Letta? Piaccia o no, soltanto da qui potrà nascere un nuovo ordo politico, temo non magnus, comunque ordo, per il nostro Paese.

MA LA PRIMA PROVA è imminente, e nessuno ne discute. È quella delle elezioni europee. Non è questa la sede per ripetere i lamenti sulle miserie dell'unità politica. Ma si va profilando, per la prima volta, uno schieramento esplicitamente anti-europeista che va dall'estrema destra a Berlusconi, alla Lega, a Grillo. Potrebbe raggiungere una maggioranza schiacciante.

Nei confronti della propaganda populistica scatenata di costoro, la "demagogia soft" renziana risulterebbe inefficace. Ma Renzi stesso potrebbe perdere di forza attrattiva, soprattutto nei confronti dell'elettorato grillino (cui egli evidentemente aspira). E,soprattutto, una pesante sconfitta degli europeisti indebolirebbe lo stesso governo (o addirittura ne determinerebbe il collasso, se il nuovo centro-destra si lasciasse sedurre dalle antiche sirene).

Letta e Giorgio Napolitano inizierebbero il "loro" semestre europeo con un voto che sconfessa il ruolo continentale dell'Italia! Le elezioni europee rappresentano perciò forche caudine inevitabili per riuscire ad affrontare la crisi. Le opposizioni si stanno preparando alla scadenza. E i nostri eroi? E il Pd? Organizzeranno le primarie per le candidature?

 

 

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