IL ‘’CAF’’-ONAL SENZA FINE DEL SINDACATO DELLA CAMUSSO

Stefano Sansonetti per "Lanotiziagiornale.it"

Una galassia di cui fanno parte 38 società sparse su tutto il territorio nazionale. Benvenuti nel fantastico mondo dei Caf che ruotano intorno alla Cgil e che regalano al sindacato oggi guidato da Susanna Camusso un volume d'affari di 137 milioni di euro l'anno. Ma la sigla di Corso d'Italia ha al suo attivo anche una società editrice, la Ediesse, che pubblica mezzo parlamento italiano, con autori di spicco come Enrico Letta, Cesare Damiano e Guglielmo Epifani.

Per non parlare della fitta rete di accordi commerciali "a beneficio" degli iscritti, che vedono la Cgil cementare rapporti con il mondo della "finanza rossa", in primis Mps e Unipol, e con finanziarie che addirittura fanno capo ai francesi di Crédit Agricole. In più spunta una convenzione anche con le Ferrovie dello stato dell'ex Cgil Mauro Moretti: prendi il treno con lo sconto se esibisci la tessera sindacale. Non c'è niente da fare, il sindacato della Camusso si presenta come una sorta di multinazionale. Lanotiziagiornale.it, documenti contabili alla mano, ha fatto un viaggio all'interno del poliedrico business.

A tutto Caf. Dall'archivio delle camere di commercio è possibile estrarre visure riferite a una quarantina di società a responsabilità limitata che danno l'immagine dell'attività portata avanti sul territorio. Naturalmente i fatturati più cospicui sono messi a segno nelle regioni più ricche. La medaglia d'oro, in tal senso, spetta al Caaf Cgil Lombardia, che sulla base degli ultimi dati disponibili di bilancio è accreditata di un fatturato annuo di 15 milioni e 700 mila euro.

Segue il Caaf Cgil Emilia Romagna, forte di un volume d'affari di 12,3 milioni. A seguire troviamo il Caaf Cgil Veneto e Trentino Alto Adige, che ne porta in dote 10,6. Dopidiché va registrato il fatto che intorno a buona parte di questi centri di assistenza fiscale si muove un nutrito drappello di società di elaborazione dati e consulenza fiscale a 360 gradi. Tra le più ricche, per esempio, c'è Lesea srl, che fa capo alla Cgil del Lazio e fattura qualcosa come 8 milioni di euro.

Insomma, provando a sommare i ricavi messi a segno complessivamente dal sistema viene appunto fuori la cifra di 137 milioni di euro. Certo, poi ogni Caf ha i suoi costi e nel momento in cui si vanno a calcolare gli utili le somme si restringono. Ma il "movimento" nel suo insieme non è certo in rosso.

La musica, però, nei prossimi anni è destinata a cambiare visti i più recenti interventi normativi che hanno limitato il "compenso" previsto per i vari modelli fiscali intermediati. L'allarme è tutt'ora leggibile sul sito internet del Consorzio nazionale Caaf Cgil. "A pesare sui Centri di assistenza fiscale sono state la legge di stabilità 2012 e la riduzione dei costi Inps sulle convezioni, introdotta dalla spending review, prevista per il biennio 2012-2013 ma già considerata applicabile per gli anni successivi", scrive non senza preoccupazione il presidente del Consorzio Mauro Soldini, il quale punta l'indice: "Le forbici dei governi Berlusconi e Monti hanno inferto un colpo pesantissimo sulla condizione economica e finanziaria di tutti i Caf".

Sconforto comprensibile, se visto dal lato della Cgil, a monte del quale però ci sono anni e anni di cuccagna, agevolati da altrettanti provvedimenti che i governi del passato hanno adottato strizzando l'occhio al mondo delle sigle. Adesso è arrivata l'ora di mettersi un po' a dieta. Ma c'è da scommettere che per una sigla che fattura circa 140 milioni di euro l'anno non sarà così problematico tenere "botta". Magari in attesa che un governo amico, nel caso in cui riuscisse a insediarsi, intervenga per l'ennesima volta a elargire qualche dono.

Come Mondadori e Feltrinelli. Chissà, un domani l'ambizione potrebbe essere quella di diventare una sorta di Mondadori o di Feltrinelli. Di certo all'interno della Cgil le premesse del business editoriale non mancano. Il sindacato oggi guidato da Susanna Camusso opera dinamicamente nel settore attraverso una società che si chiama Ediesse. Per carità, anche altre sigle si appoggiano a società di questo tipo, ma nel caso della Cgil a impressionare sono certi numeri.

Innanzitutto la Ediesse vanta un catalogo con la bellezza di oltre mille volumi. E non si tratta solo di temi giuslavoristici. Tanto per dirne una, la società editrice del sindacato ha pubblicato anche un libro di Pablo Neruda, "Los versos del Capitàn", che si può acquistare a 10 euro. Ma il bello deve ancora venire. Sì, perché attraverso le edizioni Ediesse passano o sono passate le fatiche letterarie di mezza politica italiana.

L'ex ministro del lavoro Cesare Damiano, per esempio, è nel catalogo con ben 6 volumi. Uno di questi, che si intitola "Adesso il lavoro", è stato scritto con altri due compagni di partito (Pd) come Tiziano Treu ed Enrico Letta. Prezzo: 10 euro. Un altro che spopola nella libreria targata Cgil è l'ex sottosegretario del ministero dell'economia, Alfiero Grandi, autore di due libri.

E' fin troppo semplice constatare come queste operazioni possano presentare per la Cgil una doppia conseguenza: da una parte il lucro derivante dalla vendita di libri curati da personaggi politici di un certo rilievo; dall'altra un consolidamento, o forse "commistione", di rapporti tra sindacato e politica. Un aspetto, quest'ultimo, che probabilmente potrebbe anche prestarsi a qualche perplessità, visto che nelle più delicate trattative sul lavoro la Cgil è controparte di quella politica che di volta in volta siede sugli scranni di governo. Ma tornando alla Ediesse, viene fuori che anche tantissimi big del sindacato di Corso Italia pubblicano attraverso la casa editrice di famiglia.

E' il caso del segretario confederale Carla Cantone, che nel 2005 ha scritto il volume "Non rassegnarsi al declino", che oggi viene venduto a 15 euro. Si tratta, tra l'altro, di un testo che la Cantone ha firmato con Guglielmo Epifani, ex segretario generale della Cgil e oggi deputato nei banchi del Pd.

Infine Ediesse, che dall'ultimo bilancio disponibile è accreditata di un fatturato di 1,5 milioni di euro, cerca di far soldi anche con i grandi nomi. Vincenzo Cerami e Nicola Piovani, per esempio, sono in catalogo con il libro "La cantata dei cent'anni", venduto a 15 euro. La regista Francesca Comenicini è presenta all'interno di un cofanetto con il film "Mi piace lavorare". E spunta anche un premio Nobel dell'economia, Amartya Sen, in catalogo con "L'azione giusta", che si può comperare a 10 euro.

Accordi commerciali, convenzioni, intese. Cosa non si fa per venire incontro alle esigenze degli iscritti. Una sfilza di iniziative che portano un bel po' di soldi anche a tutte le aziende che intrecciano il loro destino a quello della Cgil. E allo stesso tempo consentono al sindacato guidato da Susanna Camusso di cementare rapporti con i più grandi centri del potere finanziario, anche internazionale. Uno dei canali privilegiati, neanche a dirlo, è quello che porta dritto a quella che potrebbe essere definita la "finanza rossa".

Uno degli accordi principali della Cgil è stato infatti stipulato con Mps, la banca senese recentemente travolta dalle inchieste giudiziarie che hanno colpito i suoi ex vertici. Ebbene, in base alla convenzione gli iscritti alla Cgil possono usufruire di agevolazioni nella gestione dei conti correnti, dei mutui e nell'accesso a prestiti personali. Naturalmente a patto che passino attraverso Rocca Salimbeni.

Stesso discorso per un'altra roccaforte finanziaria di area di centrosinistra. In questo caso c'è in ballo una convenzione con Unipol che garantisce agli iscritti al sindacato e ai loro familiari tariffe "competitive" su tutto ciò che ruota intorno al mondo dei servizi assicurativi. Tra i protagonisti della varie partnership spunta anche una società che fa capo alla banca francese Crédit Agricole. Parliamo della Agos Ducato, una finanziaria attiva nel credito al consumo con la quale la Cgil ha raggiunto un'intesa per agevolare prestiti e finanziamenti a beneficio degli iscritti.

Tra le convenzioni c'è poi da segnalare quella che unisce il sindacato di Corso d'Italia alle Ferrovie dello stato guidate dall'ex Cgil Mauro Moretti. Eh sì, perché tra la fine degli anni ‘80 e l'inizio degli anni ‘90 Moretti è stato segretario nazionale della Cgil trasporti. Come non venire incontro, allora, alle richieste degli ex colleghi?

E così, in base alla convenzione, per chi ha compiuto 60 anni e presenta la tessera sindacale è possibile richiedere la "carta argento" che offre uno sconto del 25% sui biglietti. Sul sito internet della "Cgil sistema servizi" il beneficio è descritto in questi termini: "la tessera garantisce per un anno lo sconto del 15% sui prezzi del biglietto base di prima e seconda classe per tutti i treni nazionali e sui livelli di servizio AV Businnes, Premium e Standard, del 10% sui biglietti per i servizi cuccette e vagoni letto". In più la stessa "carta argento" prevede "lo sconto Railplus sulle tratte internazionali del 25%".

 

SUSANNA CAMUSSO Susanna Camusso Susanna Camusso Susanna Camusso SUSANNA CAMUSSO SUSANNA CAMUSSO SUSANNA CAMUSSO SUSANNA CAMUSSO CGIL

Ultimi Dagoreport

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)