Chissà cosa pensa il berluscone segretario di stato bertone della mazzata del presidente dei vescovi bagnasco? - NEANCHE DAVANTI ALLA PEGGIORE tranvata CON LA CHIESA IN 18 ANNI, IL BANANA CHINA IL CAPO: “È UN ASSIST PER I MIEI NEMICI. COSÌ SPAVENTANO I NOSTRI ELETTORI CATTOLICI, QUALCUNO VUOLE COSTRINGERLI AD ABBANDONARCI. MA BAGNASCO NON È TUTTA LA CHIESA” -. e SPERA Di SUPERARE ANCHE QUESTA FACENDO MEDIARE LETTA E FRATTINI…

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

«È un assist per i miei nemici. Così spaventano i nostri elettori cattolici, qualcuno vuole costringerli ad abbandonarci. Ma Bagnasco non è tutta la Chiesa». Più che rabbiosa, la reazione a caldo del Cavaliere è quella di un pugile suonato, raccontano i pochi che hanno avuto modo di sentirlo dopo la prolusione del presidente della Cei.

Rientrato ad Arcore, poco prima di sedere alla cena con decine di imprenditori lombardi per discutere dei suoi progetti per rilanciare l´economia, sul presidente del Consiglio le parole del capo dei vescovi italiani sono scese con l´effetto della doccia gelata. Inattesa la reprimenda, racconta un ministro cattolico, spinta ben oltre ogni pessimistica previsione di Palazzo Chigi. Non solo per i termini ma anche per quella fin troppo chiara personalizzazione della prolusione. Insomma, il riferimento a Silvio Berlusconi è stato evidente come mai in passato e davvero poco equivocabile. Questo e tanto altro ha dato già nel primo giro di preoccupate consultazioni telefoniche tra Villa San Martino e Palazzo Chigi, la misura della frattura insanabile con l´episcopato italiano.

Preoccupazione ben fondata, a sentire autorevoli fonti vicine ai Palazzi Apostolici. Tutto porta a ritenere che la relazione di apertura dinanzi al consiglio permanente dei vescovi abbia segnato l´atto di definitiva rottura del sodalizio tra la Cei e il governo Berlusconi. A partire da oggi, a quanto trapela dalle mura vaticane, nulla sarà più come prima. Le parole di Bagnasco hanno costituito infatti l´esito quasi obbligato di quella spinta di indignazione che montava da mesi dal basso. Il mondo delle parrocchie, la stampa cattolica, una schiera di vescovi italiani hanno giudicato infine non più sostenibile il silenzio rispetto allo spettacolo che il berlusconismo al tramonto ha offerto.

E che la rottura sia pressoché irrimediabile - facevano notare ieri a margine dello stesso consiglio dei vescovi - lo si comprende da almeno due passaggi della prolusione del presidente. Il primo, è insito nel peso quasi marginale che Bagnasco ha dato alla legge sul fine vita, citandola solo al termine dell´introduzione. Quasi a voler sottolineare come la norma non è più in cima alle aspettative e che comunque non sarà con la sua approvazione che questo centrodestra recupererà - con un baratto - la fiducia smarrita della Chiesa.

Il secondo elemento di strappo sta nel passaggio in cui il Cardinale evoca un soggetto intermedio tra Chiesa e politica, non certo un partito cattolico. In ogni caso l´ammissione implicita di come questo centrodestra, questo Pdl non siano più gli interlocutori, tanto meno esauriscono la rappresentanza dell´elettorato cattolico.

Fin qui la lettura che ai vertici Cei viene offerta del "manifesto" di Bagnasco. Sullo sfondo l´incognita della reazione del segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Già da tempo lo stretto collaboratore del Pontefice stava elaborando per l´Italia la teoria di un nuovo soggetto che si faccia interprete delle istanze dell´elettorato cattolico. Resta da comprendere cosa accadrà del progetto ora che sullo stesso è convenuto il presidente dei vescovi, alla luce dei rapporti esistenti - non esattamente un sodalizio - tra Segreteria di Stato e vertici Cei.
Ad ogni modo la frattura con il governo in carica è ormai aperta.

Già questa sera il ministro degli Esteri Franco Frattini e il sottosegretario Gianni Letta proveranno a ricomporla, a correre ai ripari, in occasione della cerimonia di celebrazione del 150´ dell´Unità in programma nella sede dell´ambasciata italiana presso la Santa Sede. Appuntamento, quello alle 19 a Palazzo Borromeo, al quale è annunciata la presenza dello stesso presidente Cei Bagnasco. Ma questa volta la sottile opera diplomatica che abitualmente conduce il "gentiluomo del Papa" Letta - soprattutto quando si tratta di dialogare e rassicurare le gerarchie cattoliche - appare alquanto improba.

Anche perché dalla Conferenza episcopale i campanelli di allarme erano già risuonati nei mesi scorsi e invano. Lo stesso Bagnasco, dopo il caso Ruby, aveva parlato di «Paese sgomento», della necessità di un chiarimento. Il recente fiume di intercettazioni, il quadro privato e pubblico che ha incorniciato la vita e le opere di Berlusconi ha rotto ogni argine di cautela.

Il Cavaliere accenna a una reazione rassicurante coi suoi, confida nella clemenza della Santa Sede. Ma forse i più stretti collaboratori ancor più che il presidente del Consiglio ieri sera avvertivano tutto il peso del cerchio che - dopo Condindustria, sindacati, magistratura, stampa - si stringe attorno a Palazzo Chigi.

 

BAGNASCO E BERLUSCONI Tarcisio BertoneGIANNI LETTA FRANCO FRATTINI Papa Ratzinger

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?