CAMERA DI CASTITÀ: VIETATO GIRARE SCENE HARD A MONTECITORIO

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - IL CASO SACCÀ-SANTORO, EDITTO BULGARO CON SCONTO FINALE
C. Pi. - Poco più di 26 mila euro. Tanto alla fine è stato condannato a pagare l'ex direttore generale della Rai, Agostino Saccà, per aver demansionato i giornalisti Michele Santoro e Sandro Ruotolo, eliminando la trasmissione "Sciuscià" nel 2002, dopo quello che
è passato alla cronache come l'"editto bulgaro" nella berlusconizzazione della tv di Stato. Una somma che ha consentito all'ex direttore di chiudere ogni pendenza con la Corte dei conti, come già fatto lo scorso anno dall'ex direttore di Rai 2, Antonio Marano.

Per il "caso Santoro", dopo aver dovuto tirare fuori come risarcimento al giornalista oltre un milione e 700 mila euro, alla Rai sono così rientrati soltanto gli spiccioli. Saccà e Marano, poi promosso vice direttore generale dell'azienda, erano stati chiamati dagli inquirenti contabili a risarcire l'ingente somma. La sentenza del dicembre 2010 della magistratura contabile aveva stabilito che dovessero pagare 110 mila euro, ma alla fine se la sono cavata con un importo dimezzato, poco più di 50 mila euro, che ha chiuso la pratica in maniera definitiva.

2 - TRASPORTI DA LUPI
Sale il termometro intorno all'insediamento dell'Authority sui trasporti che il ministro Maurizio Lupi ha definito una priorità assoluta. È tutta una questione di numeri perché i vertici dell'Autorità dovranno raccogliere la maggioranza qualificata nelle commissioni parlamentari competenti. E questo potrebbe giocare a favore di curriculum non divisivi come quello dell'ex presidente dell'Autorità per l'energia, Alessandro Ortis, tanto temuto dagli operatori del gas e della luce quanto rispettato da tutte le forze politiche. Nella scorsa legislatura, i veti incrociati avevano costretto il ministro Corrado Passera a ritirare i candidati del governo. I. P.

3 - BELVEDERE D'ERBACCE

E. A. - Giardino pubblico Belvedere. Realizzato, dice un vecchio cartello, da Immobiliare Idra e Bausch & Lomb. A Macherio, in Brianza. Peccato che il giardino pubblico, circa 8 mila metri quadri, neanche poco per un paese, sia del tutto incolto, l'erba alta a tratti fino a un metro, le rare panchine in abbandono, i sentieri inesistenti. Forse perché confina con Villa Belvedere, parco e dimora acquistati da Silvio Berlusconi ai bei tempi, e dove nella dépendance oggi abitano la ex moglie Veronica Lario, con cui è in causa di divorzio, e la figlia Barbara ("l'Espresso" n. 20).

Il "giardino pubblico", molto tra virgolette, fu scambiato intorno al 2000 dalla Immobiliare Idra (la cassaforte di Silvio Berlusconi che possiede anche la Certosa in Sardegna) con un'area parcheggio destinata all'azienda americana. E oggi è un terreno cuscinetto per proteggere la privacy di famiglia dai curiosi. Il nuovo sindaco, Mariarosa Redaelli, eletta col centrosinistra, potrebbe andare a dare un'occhiata. Tanto per decidere: giardino pubblico o interesse privato?

4 - MONTECITORIO HARD
I. L. - Casta Camera: vietato girare scene hard a Montecitorio. Ne sanno qualcosa gli attori di una fiction in dieci puntate sugli anni che segnarono la fine della Prima Repubblica, girata nei giorni scorsi alla Camera. Il copione prevedeva una scena osée ambientata nei bagni vicini al Transatlantico, ma dall'amministrazione è arrivato un netto no. Certe scene a Montecitorio non si girano.

5 - ORDINE DI MALTA: CAVALIERI ALL'ASCIUTTO
B.C. - Lo scatto di sobrietà di Giorgio Napolitano "contagia" l'Ordine di Malta. Sulla scia del presidente, che ha annullato il ricevimento al Quirinale per il 2 giugno, Il Sovrano Militare Ordine di Malta, lo Stato il cui minuscolo territorio ricade interamente come il Vaticano all'interno della Repubblica Italiana, non terrà per San Giovanni Battista il tradizionale ricevimento nella splendida villa Magistrale all'Aventino.

La decisione di annullare il ricevimento, un appuntamento fisso per la Roma che conta e per i diplomatici stranieri in Italia, ma anche per la nobiltà nera della capitale e per le gerarchie ecclesiastiche, sarebbe stata assunta direttamente dal Gran Maestro: l'inglese Matthew Festing, avrebbe così colto la palla al balzo per onorare il pressante invito alla povertà della Chiesa avanzato da papa Francesco. E allora, per quest'anno per san Giovanni niente tartine all'Aventino. I Cavalieri di Malta festeggeranno solo con una messa nella chiesa di Santa Maria del Priorato.

6 - MERLONI MOROSA

P. Fa. - Generosa con Mario Monti ma non col partito che l'ha portata per la prima volta in Parlamento. L'imprenditrice Maria Paola Merloni, senatrice di Scelta civica dopo sette anni alla Camera col Pd, in vista delle elezioni politiche ha staccato un cospicuo assegno da 40 mila euro a favore del movimento fondato dal Professore. Contributo che, assieme ai 100 mila euro dello zio Francesco, le sarebbe valso secondo i detrattori il ruolo di capolista nelle Marche e un seggio sicuro.

Eppure a scorrere il bilancio 2012 del Pd si scopre che la Merloni non è stata altrettanto munifica quando si è trattato di versare il contributo che il partito chiede ai suoi parlamentari: 18 mila euro l'anno, ovvero 1.500 al mese a fronte di uno stipendio dieci volte superiore. Ma la senatrice è in "buona" compagnia. Nell'elenco degli inadempienti ci sono anche Sergio D'Antoni, l'ex ministro Giulio Santagata e perfino il neo-sindaco di Roma Ignazio Marino.

7 - LELE ALL'ASTA CON DIVANI E LAVANDINI
A. G. - Divani griffati, cornici barocche, lavandini rifiniti in oro e persino un'affettatrice di salumi. L'intero patrimonio di Lele Mora è in vendita. Anzi, in svendita.
Dopo il fallimento della Immobiliare Diana Srl dichiarato nel 2011, alla quale apparteneva la galassia di beni immobiliari riconducibile all'ex manager dei divi, il tribunale ha messo all'asta gli sfarzosi arredi della casa all'ultimo piano di viale Monza 6. L'intero mobilio,
oltre 80 pezzi fra lampadari, specchiere, consolle e tappeti persiani sarà battuto al prezzo base di 25 mila euro. E in vendita attraverso agenzia immobiliare sono anche l'ex casa di Mora e gli uffici della Lm Management (sempre nello stesso palazzo) che ha chiuso i battenti due anni fa. Per questi ultimi il prezzo di mercato, da 340 mila euro, è però sceso a 300 mila.

8 - CASO CHINNICI, CACCIA AL FASCICOLO
P. M. - Un altro mistero siciliano: la scomparsa del fascicolo sul possibile "aggiustamento" del processo contro i mandanti della strage che uccise il giudice Rocco Chinnici. Lo rivelano Fabio De Pasquale ed Elenora Iannelli nel libro "Così non si può vivere", dedicato al magistrato. Quel faldone che scotta, inviato nel luglio del 1998 al Tribunale di Palermo, scrivono i giornalisti, «non è mai stato iscritto a ruolo, si è volatilizzato».

9 - RICORSO PER VATTANI
D. L. - È ancora duello di carte bollate tra il ministero degli Esteri e Mario Andrea Vattani, l'ex console di Osaka richiamato in Italia dopo l'esibizione a un concerto rock organizzato da Casa Pound. La Farnesina ha impugnato al Consiglio di Stato la sentenza con cui il Tar del Lazio, pur dichiarando cessata la materia del contendere poiché Vattani era già tornato in Italia, aveva dato sostanzialmente ragione all'ex console.

Affermando, tra l'altro, che il danno al prestigio e all'immagine del Paese andava imputato non a Vattani, ma a «una concertata campagna di stampa a contenuto denigratorio» e alle apparizioni tv dell'allora ministro Giulio Terzi, «le cui pubbliche dichiarazioni hanno accreditato il rilievo disciplinare della vicenda». Motivazioni inaccettabili per la Farnesina che, condannata anche al pagamento delle spese processuali, pochi giorni fa ha presentato ricorso.

10 - ANGELUCCI NEL POLLAIO
D. L. - Nuovo processo in vista per il deputato del Pdl Antonio Angelucci. A mettere nei guai il re delle cliniche private è questa volta un presunto abuso edilizio nella sua lussuosa villa nel parco regionale dell'Appia Antica, un'area sottoposta a vincolo archeologico
e dichiarata per legge «di notevole interesse pubblico».

La procura di Roma ha notificato la chiusura delle indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio per Angelucci e Sergio De Benedetti, amministratore della Investimenti Immobiliari Italiani, la società del gruppo Tosinvest che detiene la proprietà della villa a pochi metri da Porta San Sebastiano. Agli indagati viene contestato l'abuso edilizio per aver operato, tra il 2011 e il 2012, «un movimento terra» di circa 80 metri quadrati per realizzare una cisterna in cemento armato per la raccolta d'acqua e due piccole «cubature con relativa tettoia». Secondo gli investigatori si tratterebbe di due grossi pollai, forse destinati a ospitare struzzi, volatili di cui il deputato sarebbe appassionato.

 

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