UN CANDIDATO CON LE PALLE (SGONFIE) - BERTOLASO INIZIA MALE LA CAMPAGNA A ROMA: BATTUTA TRITA E RITRITA SUGLI “ATTRIBUTI” E PRIMO LITIGIO NELLA “COALIZIONE” CHE LO SOSTIENE - PER BERTO-LESO I ROM SONO “UNA CATEGORIA VESSATA E PENALIZZATA” E SALVINI SI INCAZZA…

1.IL CASO BERTOLASO E QUEL TIC (SESSISTA E ANTICO) DI VANTARSI DEGLI «ATTRIBUTI»

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera

 

Per governare Roma «non bastano entusiasmo e soldi. Io invece ho gli attributi, dico anche purtroppo, me li sono dovuti costruire sul campo, alla luce dei mestieri che ho fatto». Chissà se l' ha ispirato la polemica fra Juncker e Renzi, chiusa dal primo con un «tra noi c' è stato uno scambio di parole virili», o se è stato il riflesso condizionato di chi come lui non fa politica per professione.

 

Cartinale Sepe e Guido Bertolaso Cartinale Sepe e Guido Bertolaso

Certo è che Guido Bertolaso, candidato sindaco del centrodestra, ha esordito con una mezza scivolata verbale. Rivendicare, in stile simil-calcistico, la dotazione di «attributi» per poter governare, decidere, risolvere - come fosse una prerogativa solo degli uomini, come se qualcuno davvero ci credesse - è nemmeno più sessista. È antico. Quando Roma avrebbe un gran bisogno, invece, di guardare avanti.

 

 

2.AUTOGOL BERTOLASO

Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano

 

È pur vero che Silvio Berlusconi l' ha mandato in campo con la missione di «recuperare» l' elettorato di centro, il famoso "generone romano" che, di volta in volta, decide i sindaci di Roma, ma Guido Bertolaso, forse, ha un po' esagerato. «I rom? Sono una categoria vessata e penalizzata»; «io non ho mai votato Berlusconi, sono un vecchio dc...».

 

bertolaso spesa al supermercato da OGGI bertolaso spesa al supermercato da OGGI

L' ex capo della Protezione civile, già sottosegretario a Palazzo Chigi all' epoca dell' ultimo governo del Cavaliere, ha accettato di essere il candidato di Forza Italia, Fratelli d' Italia e Noi con Salvini giusto venerdì, ha gettato un po' di ottimismo nel fronte conservatore, ma già ieri è entrato in rotta di collisione con il successore di Umberto Bossi. A causare lo "strappo", una intervista del neo-candidato del centrodestra a RadioCapital: «Roma è ridotta a un immondezzaio, una groviera. Contro questa tragica situazione ci vuole un sindaco con esperienza e gli attributi. Io gli attributi me li sono dovuti costruire sul campo, alla luce dei mestieri che ho fatto», ha attaccato, parlando di sè.

 

Poi Bertolaso è andato all' attacco di Alfio Marchini, candidato civico e di Ncd, che potrebbe rubargli voti: «È uno perbene, ma ho perplessità; non bastano entusiasmo e soldi», ha aggiunto. I due passaggi "sensibili" sono i successivi, sul ruolo del Cavaliere e, sopratutto, sul problema dei rom. «Mi definisco un vecchio democristiano, non ho mai votato Berlusconi», ha rivelato. Qualche giorno fa, in un' altra intervista, aveva ricordato una sua collaborazione con Francesco Rutelli.

 

L' ex sottosegretario ha parlato di Matteo Salvini: «Ci siamo parlati al telefono. Lui è uno concreto, bada al sodo e in questo mi ritrovo. Poi magari su alcuni problemi specifici abbiamo idee diverse», ha sottolineato. Sulle differenze, però, Bertolaso è stato fin troppo chiaro. Così, alla domanda sull' eventuale uso delle "ruspe", l' ex numero uno della Protezione civile ha risposto così: «No, userei più diplomazia, più tatto, più cautela». Fin qui, tutto bene.

 

GUIDO BERTOLASO GUIDO BERTOLASO

«Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata», ha aggiunto, esagerando forse col "buonismo". Il neo candidato ha parlato bene del suo avversario piddino, Roberto Giachetti e addirittura dei grillini, «animati da buona volontà, forse troppo aggressivi». Uniche due concessioni alla realpolitik, la promessa di risolvere lo «scandalo di affittopoli» seguendo la ricetta «fuori tutti, tranne quelli veramente indigenti, che sono un' assoluta minoranza» e la lotta ai fannulloni capitolini che, a suo dire, «sono troppi e maleorganizzati».

 

Bill Clinton e Guido Bertolaso Bill Clinton e Guido Bertolaso

Tanto è bastato che, a meno di 24 ore dal vertice di domenica sera, ad Arcore, tra Berlusconi, Giorgia Meloni e Salvini, quest' ultimo prendesse le distanze dal candidato unitario. «Chi vuole correre in alleanza con Noi con Salvini e non condivide le nostre politiche sulla sicurezza, sul contrasto alla illegalità, sulla lotta contro il degrado e sulla chiusura di tutti i campi rom abusivi, cambi strada perchè ha sbagliato compagni di viaggio», ha gelato tutti Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati della Lega-Noi con Salvini.

 

Secondo lei, che è stata una dirigente di An e poi del Pdl, è «paradossale dire che i rom sono vessati e penalizzati, quando chi invece lo sono i cittadini romani costretti a vivere tra roghi tossici, furti, sporcizia e degrado...». Stessa linea per la compagna di partito, Souad Sbai, ex deputata Pdl, di origine marocchina: «Bertolaso torni sui suoi passi, i romani vogliono che l' illegalità sia estirpata». La tensione tra la Lega e gli altri è dovuta anche alla mancata chiusura dell' accordo a Bologna, dove il Carroccio vuole Lucia Bergonzoni. «Chiuderemo in settimana», ha garantito Meloni, ieri nella città.

 

Bertolaso e AnemoneBertolaso e Anemone

Anche Gianfranco Rotondi, ex ministro e leader di Rivoluzione cristiana, ha dubbi: «Se i tre leader di questa Casa delle libertà bonsai non la completano con qualcosa di cattolico democratico, perdiamo», avverte. «Bertolaso? Così non arriva al ballottaggio...», aggiunge. A difendere il candidato solo l' azzurro Francesco Giro: «È una polemica inutile; Guido è in prima linea contro il degrado sociale da 30 anni».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...