CARRAMBA CHE LAVITOLA! - CHI AIUTÒ VALTERINO DURANTE LA SUA LATITANZA IN ARGENTINA? IL PIDIELLINO PINTABONA (PRESIDENTE DEI SICILIANI IN SUD AMERICA) E LA FIDANZATA BRASILIANA FACEVANO DA TRAMITE CON IL BANANA (LAVITOLA TENTÒ DI FARGLI RECAPITARE LA LETTERA CON LA RICHIESTA DEI 5 MLN €) - LO STRATAGEMMA DELLE E-MAIL: UTILIZZARE LO STESSO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA PER SCAMBIARSI MESSAGGI SENZA ESSERE INTERCETTATI…

1 - LAVITOLA E LA LATITANZA: CHIESI AIUTO A UN POLITICO
Dal "Corriere della Sera" - Secondo interrogatorio investigativo, ieri mattina, per Valter Lavitola, detenuto nel carcere di Poggioreale. Assistito dall'avvocato Gaetano Balice (che ha presentato al Riesame istanza di scarcerazione, e l'udienza è fissata per domani), l'ex direttore dell'Avanti ha risposto per circa tre ore alle domande dei pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, incentrate soprattutto sul periodo di latitanza che Lavitola ha trascorso tra Panama, il Brasile e l'Argentina.

L'indagato ha detto, tra l'altro, di essersi rivolto all'esponente del Pdl Carmelo Pintabona, presidente della Federazione delle associazioni di siciliani in Sud America (Fesisur), affinché questi si attivasse per convincere Berlusconi a mandare a Lavitola somme di denaro. Cosa che però non sarebbe avvenuta.

2 - CHI AIUTÃ’ LA LATITANZA DI LAVITOLA? I PM INTERROGANO IL FACCENDIERE
Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Sono i rapporti tra il latitante Valter Lavitola e l'Italia e quelli con gli amici italo-argentini che lo avrebbero aiutato nella fase della fuga dall'arresto i temi al centro dell'interrogatorio di ieri dell'ex direttore dell'Avanti. Tra questi spicca un personaggio in particolare, per la sua importanza in Argentina: CarmeLo Pintabona, già candidato e non eletto alle elezioni politiche del 2008 nella circoscrizione estero.

Il capitolo più delicato dell'inchiesta in corso riguarda però i tentativi di contatto del latitante con i referenti nei palazzi italiani, compreso Silvio Berlusconi. La nuova pista dell'indagine napoletana sull'ex editore dell ‘ Avanti si dipana mentre a Bari contemporaneamente altri pm cercano di capire se dietro all'atteggiamento "rispettoso" verso il Cavaliere di Gianpaolo Tarantini nell'inchiesta sulle escort non ci sia stato lo zampino dell'ex premier. Insomma, due interrogatori a distanza con un'unica storia e un unico protagonista. A tre anni dalle notti calde con Gianpi e quasi a due anni dai viaggi transoceanici con Valterino, al centro della scena ci sono sempre i rapporti imbarazzanti di Berlusconi.

A Napoli i pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio hanno sentito per quattro ore Valter Lavitola nel carcere di Poggioreale da indagato per le truffe sui contributi all'editoria e per corruzione internazionale sulla rotta Roma-Panama. Mentre a Bari i pm hanno sentito come persona informata sui fatti Gianpaolo Tarantini nell'ambito dell'inchiesta sull'ex premier Silvio Berlusconi e sul solito Lavitola, indagati per induzione a rendere dichiarazioni mendaci da parte di Gianpi sulle escort portate nei palazzi di Berlusconi. In questo caso l'interrogatorio è durato solo mezz'ora perché il giovane imprenditore barese, accompagnato dal suo avvocato Alessandro Diddi, non aveva molta voglia di parlare.

Comunque l'interrogatorio è stato secretato. Ben più interessante è stata invece la chiacchierata tra Lavitola, accompagnato dalll'avvocato Gaetano Balice, e i pm napoletani. Dopo il primo interrogatorio di fronte al Gip e il secondo del 25 aprile, incentrato prevalentemente sugli affari panamensi, il pool napoletano ha puntato non tanto su Finmeccanica ma sulla latitanza dell'amico di Berlusconi.

I magistrati hanno voluto sapere chi ha incontrato Lavitola quando era in Argentina e soprattutto come ha comunicato con l'Italia. Skype e un ingegnoso sistema di mail erano i canali elettronici ma per gli investigatori potrebbero esserci state anche delle persone incaricate di tenere i contatti tra Lavitola e il premier. Su questo filone aveva già detto molto Maria Lavitola. La sorella aveva raccontato che a novembre dei 2011 Lavitola spedì l'amica Neira Cassia Pepe Gomez in Italia con l'incarico di recapitare una lettera di Valter all'avvocato Fredella, che successivamente avrebbe dovuto incontrare l'ex premier per chiedergli da parte di Valter Lavitola cinque milioni di euro.

Maria Lavitola ha raccontato che Neire le disse di non avere portato a termine la missione per il netto rifiuto i magistrati pensano che magari qualcun altro avrà ritentato il contatto con Palazzo Grazioli. La sorella Maria ha poi raccontato ai pm che Lavitola usava un trucco per trasmettere i suoi messaggi: "Avevamo questo sistema per comunicare per e-mail: avevamo alcuni indirizzi di posta elettronica la cui password era conosciuta da entrambi. lo o lui entravamo nella casella di posta e scrivevamo un messaggio indirizzato al medesimo indirizzo di posta e così via".

Gli investigatori ritengono che quel sistema ingegnoso, mediante il quale si potevano aggirare le intercettazioni telematiche, potrebbe essere stato usato per contattare anche altre persone. Il grande accusatore di Valter Lavitola, l'imprenditore del settore carceri Mauro Velocci, ha aggiunto alcuni dettagli interessanti sul periodo della latitanza.

"Ricordo anche che Lavitola quando parlava dei problemi connessi alla sua situazione giudiziaria, si mostrava molto preoccupato per un eventuale interrogatorio di Neire Cassia, la sua fìdanzata brasiliana, in quanto la predetta era a conoscenza di molti suoi segreti relativi alle società brasiliane di sua proprietà.

Ricordo che in un'occasione, tramite Carmelo Pintabona, Lavitola incaricò Neire di portare un messaggio al consigliere delle Poste Claudia Ioannucci riguardante la versione da dare in caso di interrogatorio sulla questione della falsa fatturazione....". Anche Velocci ha raccontato il sistema delle e-mail e delle password. Ora i pm vogliono capire se Carmelo Pintabona sia stato usato per comunicare non solo con Claudia Ioannucci ma anche con qualcun altro.

Nell'interrogatorio di ieri sono state poste a Lavitola molte domande sulla sua latitanza in Argentina, dove Pintabona è un importante esponente della comunità Italiana, presidente del Fesisur, la federazione delle associazioni dei siciliani in Sudamerica e insignito nel 2011 ("su richiesta del ministro degli esteri") dell'ordine della Stella della solidarietà italiana. Candidato alle elezioni del 2008 nella circoscrizione estero per il Mpa di Raffaele Lombardo, Pintabona sarebbe stata la persona giusta per fare arrivare i messaggi di Lavitola ai suoi amici più importanti e preoccupati per le sue vicende giudiziarie.

I magistrati napoletani - nell'interrogatorio di ieri - hanno chiesto a Lavitola i nomi delle persone incontrate in Argentina e che prima o dopo sono state in Italia. Lavitola ha elencato amici, giornalisti e avvocati. Tra questi oltre al solito Gaetano Balice, che difende Lavitola a Napoli e Bari, sono stati citati anche il civilista Fredella e l'avvocato Eleonora Moiraghi, una giovane penalista romana che insieme a Fredella cura la sua difesa sul fronte dei contributi all'editoria.

 

 

carmelo pintabonaLAVITOLA PRELEVATO DALLE FORZE DELL'ORDINE - FOTO GENNY MANZOVALTER LAVITOLA PRELEVATO ALLAEROPORTO DALLE FORZE DELLORDINE mauro velocciLARRESTO DI LUIGI MARTINELLI jpegLA SEDE DELLAGENZIA DELLE ENTRATE IN CUI SI E BARRICATO LUIGI MARTINELLI jpegSergio de gregorioWOODCOCK

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