TRA I LITIGANTI RENZI-LETTA, IL BANANA GODE - SE IL SINDAHO VA A PALAZZO CHIGI IL CAV OTTIENE LA ‘RINASCITA POLITICA’ ED ENTRA NEL GOVERNO – SE SALTA TUTTO E SI VA A VOTARE, IL CENTRODESTRA TRIONFA (I SONDAGGI LO DANNO OLTRE IL 40%)

Carmelo Lopapa per ‘La Repubblica'

Da quella parte rischia di terremotare tutto, teniamoci pronti» suona la sveglia ai suoi Silvio Berlusconi, mai come in questi giorni attento alle vicende interne al Pd e ai destini del governo Letta. Il terremoto significa un governo Renzi. E a sorpresa il Cavaliere è pronto a dare la sua benedizione. «A quel punto non si voterebbe ma io otterrei la legittimazione come "padre della patria"».

Il suo ragionamento, già accennato nei giorni scorsi, ieri ha colto quasi tutti di sorpresa. Ma non i suoi fedelissimi. «Se davvero Renzi dovesse subentrare a Palazzo Chigi, noi in quel governo dovremmo entrarci» sostengono quasi a completare il ragionamento Renato Brunetta e il commissario europeo Antonio Tajani. Sono i due super governativi, entrambi a Palazzo Grazioli mercoledì sera, assieme a Giovanni Toti, Denis Verdini, Paolo Romani e Raffaele Fitto.

Ieri la tv dello studio è rimasta sempre accesa sulla diretta della direzione Pd da Largo del Nazareno, raccontano. Al fianco del capo, Giovanni Toti, che ha trascorso la mattinata nella sede di San Lorenzo in Lucina, e Denis Verdini che poi si tratterrà fino a sera. Proprio lui, assieme a Fitto guidano invece il partito del "no" a un eventuale governo Renzi. «Non possiamo rinnegare quanto fatto da novembre ad oggi, non possiamo tornare indietro » provano a insistere in sequenza.

Eppure il discorso del leader forzista è molto pragmatico: «Se c'è Renzi, io ottengo la rinascita politica. Se salta tutto, si va a votare. In ogni caso ci guadagniamo». C'è poi chi ipotizza improbabili sostegni esterni, dietro lo scudo delle riforme da approvare da qui a un anno.

Al Cavaliere, Renzi piace e non ne fa mistero. Volentieri stringerebbe anche un patto di governo con lui, se solo il segretario dem accettasse. Ora gli occhi sono puntati sulla verifica annunciata per il 20 febbraio, che vista da Grazioli ha tutto il sapore di un'interessante resa dei conti a sinistra.

Nel frattempo, l'ordine di scuderia è di dare il via libera alla nuova legge elettorale la settimana prossima. «Non cadiamo nella trappola di provocatori alla Grasso» intima Berlusconi che vede ancora rosso pensando alla costituzione di parte civile, ancor più dopo aver ascoltato ieri le motivazioni del presidente del Senato. «Andate giù duro, senza esclusioni di colpi » è l'input partito da Palazzo Grazioli e che potrebbe portare alla mozione di censura, già in cantiere al gruppo guidato daPaolo Romani. «È stato un altro colpo di stato» va ripetendo il Cavaliere che poi, nel suo personalissimo pallottoliere, sarebbe il quinto di questi anni.

Ma l'invito rivolto alle truppe parlamentari è a non cedere comunque a derive in stile grilline. Protesta sì, ma niente piazzate, in aula e fuori. A rinfrancarlo, il responso dei sondaggi dopo la svolta di Casini. Dell'ultimo ne dà notizia il "Mattinale" edito dallo staff di Brunetta: cita il Tecnè che darebbe «il centrodestra oltre quota 40, in vantaggio di 6 punti sulla sinistra». Percentuali che, stando all'house organ, lieviterebbero di giorno in giorno.

L'unica cosa della quale il leader non vorrebbe occuparsi per ora sono le beghe interne. Verdini ha insistito ancora a lungo ieri perché nominasse l'ufficio di presidenza dei 36-40, atteso dai dirigenti forzisti. Il Cavaliere non solo resiste, ma con un gesto che sa parecchio di provocazione nomina in serata la fedelissima senatrice Maria Rosaria Rossi capo dello staff della presidenza: è ormai la sua ombra, ma finora priva di incarichi di partito.

Quindi, si inventa una commissione incaricata di tenere i rapporti con gli alleati, ne affida la guida ad Altero Matteoli e ne chiama a far parte Osvaldo Napoli, il giovane sindaco Alessandro Cattaneo, Saverio Romano e l'ignaro Raffaele Fitto. Proprio il deputato pugliese, critico a più riprese in questi mesi, prende le distanze in polemica e si tira subito fuori: «Darò una mano per la costruzione di alleanze, ma preciso che non faccio parte di alcuna commissione - precisa in serata - e non voglio ricoprire alcun incarico. Attendo la costituzione degli organi statutari». L'incidente è servito.

 

RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA GRILLO RITWITTA IL FOTOMONTAGGIO VECCHIOTTO DI RENZI E BERLUSCONI FUSI INSIEME GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE PAOLO ROMANI CON LA FIGLIAraffaele fitto silvio berlusconi

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