IL CENTRINO DEI PADRONI - I FINANZIATORI DI RIGOR MONTIS? DELLA VALLE, TRONCHETTI, AGNELLI, SALINI, DI AMATO, ETC. - 4 MILIONI DI EURO RACCOLTI, SI PUNTA A 10 – DAGO-SCOOP! LA WWP, CHE HA CURATO LA CAMPAGNA DI OBAMA, SI OCCUPERA’ DELLA COMUNICAZIONE ON LINE – L’EX BANANAS MARIO SECHI, OGGI CAPOLISTA DI MONTI, SI OCCUPA DI ‘’TELEVISIONE E DELLA STRATEGIA COMUNICATIVA COMPLESSIVA’’ (VISTO COME SI E’ OCCUPATO DEL ‘’TEMPO’’, AUGURI!) – SLURP! SLURP SECHI! “IN MONTI C’E’ SEMPRE IL SORRISO…..”

1 - IL PROFESSORE E IL PROGETTO DI UN PARTITO SI RIAPRE UN CANALE CON BERSANI LA NOTA
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"

In uno dei documenti che migrano in questi giorni, dagli uffici di Italia Futura di Montezemolo al nuovo media center della campagna elettorale di Mario Monti, compaiono alcuni dei finanziatori della salita in campo del Professore: non ci sono le cifre, ma ci sono i nomi. È un pezzo di capitalismo italiano che ha creduto nel progetto del presidente della Ferrari, il cui aiuto sta confluendo oggi nelle disponibilità del movimento politico del capo del governo: i settori sono tanti e diversi, dalle costruzioni alla moda, sino alla farmaceutica; fra le persone figurano manager e imprenditori più o mano famosi.

Sembra che nelle casse del movimento siano rimasti al momento 4 milioni di euro: sono ritenuti pochi, almeno da qui alla data del voto. Per questo a giorni partirà una raccolta di fondi all'americana, con tanto di sottoscrizioni on line e probabilmente anche con la pubblicazione dell'elenco dei finanziatori.

Quelli che hanno già dimostrato un interesse tangibile, nel recente passato, sono parecchi: nell'elenco compare Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Diego Della Valle (Tod's), Fabrizio Di Amato (Tecnimont), Sergio Dompè (farmaceutica), Lupo Rattazzi, famiglia Agnelli (Exor), Alberto Galassi (ad di Piaggio Aero), Flavio Repetto (gruppo Elah Dufour), Francesco Merloni (termosanitari), Claudio de Eccher (Rizzani de Eccher, ponti e metropolitane), Carlo D'Asaro Biondo (Google, presidente Europa Sud e Africa, country manager per l'Italia), l'imprenditore Paolo Fassa, Pietro Salini (costruzioni), Benito Benedini (ex presidente Assolombarda).

Tutti hanno contribuito ma non tutti hanno gradito la declinazione attuale della «salita in campo» del Professore: alcuni dei finanziatori hanno smorzato l'entusiasmo dopo aver appreso che si formava una coalizione, con l'alleanza a vecchi partiti come Udc e Fli, piuttosto che una lista unica, che avrebbe rappresentato a loro giudizio un'offerta più innovativa e meno legata al passato.

In ogni caso sembra che il target di una rincorsa sia oggi fissato a 10 milioni di euro: nonostante il blasone e la solidità finanziaria di tanti finanziatori evidentemente il livello dei contributi acquisiti non è stato sufficiente. Del resto nello staff di Monti sono in corso progetti molteplici: si dice che la campagna vera e propria non è ancora partita, ci si affida per una consulenza professionale di alto livello persino a chi annovera Barack Obama nel proprio portafoglio clienti.

Il gruppo internazionale di marketing e comunicazione, Wwp, sede a Londra, quotato in Borsa, una rete di consulenza in tutto il mondo, curatore della campagna on line del presidente americano, è coinvolto attivamente anche in quella del Professore. Alcune delle società controllate (in tutto sono più di 300) stanno già lavorando per offrire un contributo alla candidatura del premier dimissionario, anche se nella capitale inglese, interpellati, gli uffici della Wwp preferiscono declinare ogni commento ufficiale. Eppure secondo il sito Dagospia persino il capo del gruppo, sir Martin Sorrell, avrebbe fatto una puntata a Roma, due giorni fa, per definire le modalità di una collaborazione.

Un contributo che potrebbe diventare strutturale: fra i collaboratori di Monti si discute già di Regionali ed Europee del prossimo anno, «oggi siamo un movimento, domani diventeremo un partito all'americana, l'impegno di Monti è diretto alla creazione di un soggetto politico duraturo». Un impegno di cui il Professore avrebbe parlato ieri con Pier Luigi Bersani: dopo le polemiche dei giorni scorsi sembra si sia riaperto un canale di comunicazione più disteso, anche in vista degli equilibri post-elettorali in Senato.

2 - SECHI, REGISTA DELLA CAMPAGNA: «TV E TWITTER, IN STILE OBAMA»
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"

«Sarà una campagna all'americana, stile Obama, con grande uso dei social media. Monti ci sarà anche in tv, con il suo stile, ma senza mai essere docile». Mario Sechi di comunicazione se ne intende, anche se l'ha sempre vista dall'altra parte: prima al Giornale, poi a Panorama e a Libero e infine da direttore del Tempo. Ora ha lasciato il quotidiano romano per candidarsi come capolista in Sardegna al Senato per la lista «Con Monti per l'Italia».

Che ruolo avrà nella comunicazione elettorale?
«Mi occuperò di televisione e della strategia comunicativa complessiva. Ma lavorerò in team. Siamo una squadra non un partito one man show. E siamo tutti volontari che lavorano con entusiasmo in un progetto pioneristico».

Che campagna farà Monti?
«Utilizzerà tutti i mezzi tradizionali: andrà in tv e ci sarà anche una campagna di affissioni. Ma Monti è stato il primo politico italiano a rovesciare la strategia mediatica usando Twitter con grande intelligenza. E continuerà a farne ampio uso, utilizzando anche Facebook e YouTube. E ci sarà anche su Hangout, il sistema Google+ di discussioni in videoconferenze usato anche da Obama».

Da tecnico a politico: un salto non facile per Monti.
«La discontinuità l'ha già segnata nella conferenza stampa di fine anno, dove ha sfoggiato la sua verve ironica. Lui è uno che va sul ring con la tazza da the in una mano, mentre con l'altra stende l'avversario. Unisce aplomb e ironia tagliente di stampo britannico. Ed evita il rischio del sarcasmo arrogante, perché in lui c'è sempre il sorriso».

Da premier rivendicava la necessità di dire e fare cose «impopolari». E ora?
«La distinzione non è tra cose popolari o impopolari, ma tra chi dice la verità e chi spaccia sogni e bugie. Monti continuerà a dire la verità agli italiani: è la sua forza, l'architrave su cui si regge la sua credibilità».

Lei risponderebbe a Berlusconi che gli dà del «leaderino matto»?
«Non sul piano personale. Lo attaccherei sulla politica: Berlusconi si trova in difficoltà quando deve rispondere sulle cose concrete».

Il Cavaliere sembra imbattibile in tv. E anche Monti è stato molto presente: ci tornerà?
«Certamente ci saranno ancora presenze televisive, stiamo valutando in che forma. Quanto a Berlusconi, è un creativo, inventa sempre qualcosa. Ma si è già sparato la pallottola d'argento, intervenendo da Santoro: la campagna è lunga. E poi ricordo il vecchio adagio, che vale anche per la tv: piazze piene, urne vuote. Chi si diverte e ride guardandoti non è detto che poi ti voti».

Cosa consiglia a Monti: loden o guantoni?
«Credo che dovrebbe rispondere sempre con serietà e con intensità da valutare a secondo degli attacchi. Noi faremo la nostra campagna, dettando l'agenda. Ma, certo, se sarà attaccato a testa bassa, non porgerà un mazzo di fiori, non sarà moderato».

È una parola che non vi piace.
«I moderati in Italia non esistono. E poi ne ha abusato Berlusconi: il Cavaliere consuma le parole e le svuota di significato».

Non vi piace neanche centristi.
«Rievoca la galassia dc che non esiste più. Come non esiste più il centro».

Neanche sinistra e destra, secondo Monti.
«Infatti sono distinzioni superate. Esistono solo quelli che vogliono fare le riforme e cambiare oppure no».

Lei è stato vicino a Berlusconi e ora sceglie Monti, che forse è il suo opposto. Cosa le è piaciuto di lui?
«La sua capacità di rimettersi in gioco, l'apertura mentale, l'ironia. E il coraggio: ha lasciato passare il treno del Quirinale e ha costruito dal nulla un partito che vale il 15 per cento. Per dirla con le parole di Berlusconi, questo è un miracolo italiano».

 

MARIO SECHI IL GHIGNO DI MARIO MONTIluiss52 luca cordero montezemoloLUPO RATTAZZI Marco Tronchetti Provera DIEGO DELLA VALLE jpegFabrizio di AmatoSir Martin Sorrell di WWP SALLUSTI FELTRI BELPIETRO FERRARA MARIO SECHI BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...