1. RENZI HA UN SOLO AMORE: SE STESSO. E CHI SI METTE TROPPO IN MOSTRA, VIENE OSCURATO 2. FARINETTI E GUTGELD, DAVIDE SERRA E DELLA VALLE, GIORGIO GORI E YORAM GUTGELD? HANNO BALLATO UN’ESTATE SOLA: APPENA UNO SI ESPONE TROPPO E RUBA LA SCENA AL ROTTAM’ATTORE, VIENE MESSO IN SECONDO PIANO (ANCHE SOLO TEMPORANEAMENTE) 3. UN SENATORE PD DI LUNGO CORSO: “CI SONO QUELLI CHE APPAIONO MA NON CONTANO NIENTE E QUELLI DIETRO LE QUINTE CHE HANNO UN PESO DECISIVO” (COME MARCO CARRAI) 4. TUTTI APPESI ALLE GIRAVOLTE DEL PREMIER. SI RICORDA, COME CASO ESEMPLARE, LA LEGGE SULLA MODIFICA DELL’OPA PER CONTRASTARE LA CONQUISTA DI TELECOM ITALIA DA PARTE DEGLI SPAGNOLI DI TELEFONICA: IL TESTO MUCCHETTI-MATTEOLI FU VOTATO COMPATTO IN SENATO DA TUTTI I RENZIANI MA POI, UNA VOLTA DIVENTATO SEGRETARIO PD E QUINDI IN ODORE DI PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI HA PREFERITO LASCIAR CADERE IL TUTTO

Roberto Bagnoli per ‘CorrierEconomia - Il Corriere della Sera'

«Matteo è un'incudine, spacca e poi crea lo spazio che viene riempito dalle persone che sono con lui». Con questa metafora raccontata da uno dei suoi più stretti e anonimi collaboratori si può capire il modo di lavorare del neo presidente del Consiglio per definire al meglio le scelte annunciate. Difficile però individuare, al momento, la direzione della Renzieconomic , sempre che esista.

Qualcosa sapremo mercoledì con l'atteso consiglio dei ministri su lavoro, scuola e casa. Ma, soprattutto, che faccia hanno le persone del suo cerchio magico? Quelle di cui si fida e dalle quali prende consigli anche se poi alla fine fa come gli pare? Partirà davvero la cabina di regia economica a Palazzo Chigi e chi la guiderà? Come verranno fatte le nomine delle società controllate dal Tesoro che scadranno entro aprile?

Un sistema di satelliti
Gli uomini più vicini a lui su questi dossier danno alcune indicazioni solo a patto di un rigoroso anonimato e mettendo le mani avanti perché «con Renzi è impossibile pianificare qualsiasi cosa». Il suo è un sistema di potere fatto di satelliti a cui di volta in volta si affida per una valutazione o un consiglio per riservarsi la decisione finale. Un'altra chiave per capire cosa sta succedendo la fornisce un senatore Pd di lungo corso che si sta avvicinando al nuovo che avanza: «Ci sono quelli che appaiono ma non contano niente e quelli dietro le quinte che hanno un peso decisivo».

Perso lo smalto di un tempo personaggi come Davide Serra, l'inventore del fondo Algebris, oppure l'imprenditore Oscar Farinetti, ambedue renziani della prima ora ma alla ricerca di una visibilità che ha dato fastidio al premier, si avanzano nell'ombra altri consulenti-personaggi.

A parte l'amministratore delegato di Luxottica Andrea Guerra che, dopo l'exploit alla Leopolda è tornato in azienda, Renzi ha scoperto nel numero uno delle Generali Mario Greco e nel patron di Tod's Diego della Valle due validi interlocutori.

Così come non fanno troppo mistero di sentire regolarmente il presidente del Consiglio - tramite sms o email - sia il senese Fabrizio Landi, ex amministratore delegato di Esaote ora esperto di start-up per Confindustria, che Guido Ghisolfi, titolare della Mossi& Ghisolfi, multinazionale leader mondiale delle bottiglie di plastica con nascenti interessi nel biocarburante alla brasiliana. Ambedue hanno creduto in Renzi e hanno contribuito (il primo con 10 mila euro, il secondo con 100 mila) alla sponsorizzazione della sua campagna per le primarie.

CONFRONTI APERTI
«Non ho nessun ruolo formale - spiega Landi, 60 anni - ma faccio parte di quel network di persone con le quali Renzi si confronta, è un grande animale politico, sono rimasto impressionato dalla sua capacità di fare sintesi, come un leader di una grande multinazionale».

Altri nomi destinati ad avere un ruolo specialmente nel grande valzer delle nomine - casi Enel, Finmeccanica ed Eni a parte dove la partita si gioca solo a piani altissimi e internazionali - sono quelli della sua segreteria come Lorenzo Guerini (responsabile della segreteria Pd) e Stefano Bonaccini (responsabile nazionale degli enti locali). Con la supervisione del fido Graziano Delrio, of course .

Sono in molti a sostenere che la costituenda cabina di regia potrebbe essere affidata all'ex manager McKinsey Yoram Gutgeld, ora deputato in quota renziana, autore del volume Più uguali più ricchi (Rizzoli) ritenuto una sorta di manifesto ideologico che potrebbe incidere sulle future scelte di politica economica. Il suo ruolo di «guru» però avrebbe infastidito l'ex sindaco di Firenze al punto che Gutgeld ha scelto da due mesi il silenzio totale per evitare ulteriori guai.

L'ALTRO LATO
Poi c'è tutto il fronte del Tesoro ora guidato dall'ex allievo di Giancarlo Gandolfo, Pier Carlo Padoan. Il rapporto tra il premier e il potente ministro dell'Economia sono tutti da costruire. Sembra che i due si siano incontrati appena due volte.

Padoan ha vissuto molti anni all'estero tra Washington e Parigi ma il suo ambiente di riferimento intellettuale è ancora quello romano vicino a economisti come Nicola Rossi, Salvatore Biasco, Vieri Ceriani, Stefano Micossi, Giuseppe Zadra, Franco Bassanini, Enrico Morando che ha voluto come suo vice. In posizione di assoluta solitudine si segnala il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, che lavora al dossier del Jobs Act.

Poi c'è tutto il gruppone di «economisti» che a vario titolo siedono in Parlamento e che hanno giustamente voglia di pesare e di dire la loro. Dimenticando sicuramente qualcuno ricordiamo personaggi come Giampaolo Galli, Massimo Mucchetti, Giorgio Santini, Pier Paolo Baretta, Paolo Guerrieri, Marco Causi, Stefano Fassina, Linda Lanzillotta, Benedetto Della Vedova. Tutti appesi alle giravolte del premier.

Si ricorda, come caso esemplare, la legge sulla modifica dell'Opa per contrastare la conquista di Telecom Italia da parte degli spagnoli di Telefonica: il testo Mucchetti-Matteoli fu votato compatto in Senato da tutti i renziani ma poi, una volta diventato segretario Pd e quindi in odore di Palazzo Chigi Matteo Renzi ha preferito lasciar cadere il tutto schierandosi con Enrico Letta. E la ragione di Stato.

 

berlusconi scaroni della valle RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE RENZI FARINETTI GORI E RENZI DAVIDE SERRA scaroni berlusconi interna nuova mario greco Yoram GutgeldMassimo Mucchetti PIER CARLO PADOANEnrico Letta Graziano Delrio

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...