CHIAMATE UN MEDICO PER EPIFANI: "IL PAESE NON CAPISCE...LA COSA GRAVE E' CHE LEI, MINISTRO CANCELLIERI, NON HA DETTO CHE LO STATO DEVE ESSERE RISPETTATO”…E "QUINDI LE CONFERMIAMO LA NOSTRA FIDUCIA"

DAGONOTA: Chiamate un medico per Epifanio Epifani: "Il Paese non capisce...la cosa grave e' che lei, signor ministro, non ha detto che lo Stato deve essere rispettato e il suo ruolo le impone..." E "quindi le confermiamo la nostra fiducia".

1. CANCELLIERI: 'MAI MENTITO' EPIFANI: 'VADA AVANTI'
Da www.ansa.it

Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha parlato alla Camera dopo l'illustrazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da M5S. Prima dell'avvio dei lavori il Guardasigilli ha avuto un colloquio con il premier Enrico Letta e con il ministro dei rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.

"Nel trasferimento di Giulia Ligresti ai domiciliari - ha detto Cancellieri - non c'è stata nessun inconsueto zelo né un'anomala tempestività, ma un'ordinaria attività di prevenzione che si è sviluppata in maniera autonoma. La mia comunicazione al Dap su Giulia Ligresti è analoga a quelle che io e altri dell'ufficio facciamo quasi quotidianamente sui detenuti, oltre cento negli ultimi mesi. Respingo con assoluta fermezza il sospetto - ha sostenuto - che esista una "giustizia di classe" che distingue fra "cittadini di serie A e B", fra "ricchi e poveri".

I miei doveri di ministro e la mia coscienza non mi avrebbero consentito di comportarmi in questo caso diversamente da come mi sono comportata" nel caso di Giulia Ligresti. Si è sostenuto che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti al pm di Torino e che avrei taciuto di una terza telefonata. Non vi è stata da parte mia nessuna omissione" davanti al pm. Non ho mentito - prosegue Cancellieri - né al Parlamento né ai magistrati. E neppure sulla mia amicizia con Antonino Ligresti, che nel processo relativo alla Fonsai non è stato mai indagato e che non ha alcun rapporto di affari" con il fratello Salvatore Ligresti.

Non nascondo - ha concluso -di aver avuto difficoltà a comprendere confini e contenute delle contestazioni che mi vengono mosse, tutto quello che mi viene contestato è smentito dai fatti e dalla magistratura" alla quale ho sempre ribadito piena fiducia". Cancellieri ricordando che non è mai "mancato il continuo sostegno del Presidente del Consiglio e degli altri colleghi" e ammette di provare "amarezza" perché nella la vicenda Ligresti "è stato toccato il mio onore e quello della mia famiglia"

"Non si tratta di problema giudiziario o procedurale - dice Tancredi Turco del M5S illustrando la mozione di sfiducia d - il nodo è politico e verte sul concetto di giustizia, che deve essere uguale per tutti: ricchi e poveri, amici di famiglia e sconosciuti. Lei non può promettere un impegno personale ad amici suoi nè di dire così non è giusto andando ad inficiare l'operato di magistrati".

Ieri, dopo aver valutato ogni strada, anche la richiesta di un passo indietro al ministro Annamaria Cancellieri, alla fine il premier Enrico Letta decide di blindare il Guardasigilli: ''Sarò molto breve - ha detto ieri sera - il voto di sfiducia è una sfiducia al governo'', è l'appello al senso di responsabilità che il premier fa all'assemblea del Pd, alla quale partecipa per scongiurare una conta tra i dem nata tra spinte congressuali e malumori verso la condotta del ministro.

La scelta di Letta è sbagliata. L'ho detto ieri sera al gruppo. Io mantengo le posizioni che ho sempre avuto e mi dispiace che il PD non abbia raccolto quello che avevo proposto di sostenere una posizione politica che avrebbe comportato le dimissioni del ministro ancora prima di arrivare in aula". Lo afferma Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd. "E' stato Gianni Cuperlo in un intervento molto duro a ricordare che la politica sopraffà la morale. Con un po' di sarcasmo salutavo il fatto che uno dei candidati alla segreteria del PD ci ha spiegato tra gli applausi scroscianti della parte che in lui si riconosce nel gruppo che bisognava salvare la Cancellieri", conclude.

"Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi ed evitare di arrivare alla conta in aula. Fratelli d'ItaIia voterà a favore della mozione di sfiducia": è quanto scrive su Twitter il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

La decisione di Letta di ''metterci la faccia'' soddisfa Matteo Renzi, in ogni caso convinto che Cancellieri dovrebbe dimettersi prima del voto di domani anche ''senza un avviso di garanzia'' perchè ormai prima di ''autorevolezza'' e quindi causa di un indebolimento del governo. Dura poco più di un'ora l'assemblea con cui il premier, insieme al ministro Dario Franceschini, scongiura un cortocircuito dentro il Pd che poteva essere letale per il governo. Senza giri di parole, con un intervento ''intenzionalmente asciutto e privo di retorica'', Letta mette sul piatto la responsabilità verso il governo. ''So che la pensiamo diversamente - riconosce - ma vi chiedo un atto di responsabilità come comunità, l'unità del Pd è l'unico punto di tenuta del sistema politico italiano''.

2. CANCELLIERI: EPIFANI, FIDUCIA MA DIMOSTRI SUA IMPARZIALITA'
(AGI) - Il Pd rinnovera' la fiducia ad Annamaria Cancellieri, ma ha chiesto al ministro della Giustizia di dimostrare nei fatti che e' davvero imparziale.

"Il partito democratico non votera' la sfiducia al ministro Cancellieri cui chiede di continuare il suo lavoro", ha detto in Aula alla Camera Guglielmo Epifani.
"Le diciamo di andare avanti, ma anche che non con le parole ma con i fatti ci sia da parte sua l'impegno con forza a rimuovere una parte di questa critica", ha spiegato il segretario del Pd, "trovi lei il modo anche visibile per consentire a chiunque di poterle fare una telefonata o accedere a una procedura cosi' che chi non ha voce possa farsi ascoltare. E dia una maggiore attenzione nei confronti del tema delle carceri".

"E' convinzione unanime che il governo e' alle prese con un compito essenziale e difficile", ha premesso il segretario del Pd. Epifani ha citato la legge di Stabilita', il rapporto con l'Ue e il prossimo voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi: "Vedo in questo tante tendenze di sgretolamento nel Paese e a livello istituzionale".

Detto questo, "ci sono tante cose che non ci hanno convinto da subito. Dopo avere anche esercitato il ruolo di leggere tra le righe di una telefonata, quello che non va non e' quello che c'e' ma quello che manca. Avrebbe dovuto dire: 'Naturalmente operero' nel rispetto dei doveri che la mia funzione mi impone'", ha sottolineato, "non ci sarebbe stata tutta questa discussione" Allo stesso tempo, "non mi piace da liberal democratico che per giudicare l'operato di un ministro si debba giudicare l'operato di un marito o di un figlio. Si attacca una persona per quello che fa e si lasciano stare le responsabilita' di chi le sta vicino", ha avvertito.

Tuttavia nel Paese, ha ammesso, "si sta facendo largo l'idea che il ministro si sia comportato cosi' perche' si trattava di una famiglia di potenti e non di una persona normale. Non che ci sia stato qualcosa contro la legge, ma qualcosa che a a che fare con un'assenza di imparzialita'. Si e' alzata la soglia verso l'assenza di rigore e sobrieta'".

3. LE REAZIONI DI CIVATI E M5S
Da www.corriere.it

CIVATI - Ma dopo l'intervento di Letta di ieri («Sfiducia a lei è sfiducia al governo») nel Pd c'è tensione. «I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla», dice il candidato alla segreteria del Pd Pippo Civati commentando il sì del gruppo Pd alla linea del premier Letta di difesa del ministro Cancellieri. Civati non ha gradito anche l'attacco ricevuto da Gianni Cuperlo.

Ha usato «parole di disprezzo per la mia iniziativa, supportata da 15 parlamentari tra Camera e Senato», ha raccontato sul suo blog. «Il Pd si merita un altro gruppo dirigente. Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze quando sanno di essere maggioranza (e quando sanno di avere la platea favorevole: che tristezza), che non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che gli dice chi comanda». Ma poi in aula ha annunciato che voterà il «no» alla sfiducia «per disciplina di partito».

METODI MAFIOSI - Nel frattempo anche Riccardo Nuti, del M5S, sulla sua pagina Facebook attacca Letta: «L'Italia non può avere come presidente del consiglio un ricattatore e un partito (Pd) di ricattati. Se il Parlamento non deve svolgere il ruolo di controllo sull'azione del governo (sono due istituzioni diverse eh!) tanto vale cancellarlo, ed è così che stanno facendo - accusa Nuti - tentando di ufficializzare tutto ciò con la deroga alla Costituzione e al suo art.138. Questi non sono metodi mafiosi?», chiede Nuti. Che poco dopo rincara in un altro post: «per la coerenza i renziani e tutti gli altri parolai, voteranno contro le dimissioni, cedendo al ricatto Letta».

 

LETTA CANCELLIERI BY VAURO il-ministro-cancellieri-e-il-premier-enrico-lettaI XoRqQpYNsBU letta napolitano x NAPOLITANO E CANCELLIERI GIANNI CUPERLO COL MINI MEGAFONO Civati Giuseppe RENZI PRIMA O POI matteo renzi lingua nuti riccardo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?