giuseppe conte mattarella

MA CHE CI FA L’OMOFOBO LORENZO FONTANA IN UN GOVERNO GUIDATO DA UN DANDY COME GIUSEPPE CONTE (CHE SECONDO FRECCERO HA I CAPELLI TINTI)? - IL GUSTOSISSIMO RACCONTO DEL GIURAMENTO BY CAZZULLO: “IL GUARDASIGILLI BONAFEDE SE LO MANGIA CON GLI OCCHI, FIERO DI AVERLO SCOPERTO. IL GENERALE COSTA SI PRESENTA DA MATTARELLA BATTENDO I TACCHI, TIPO GIUNTA MILITARE SUDAMERICANA. TONINELLI HA LA GIACCA TROPPO CORTA”

giuseppe conte

1-  MILANOSPIA

Alberto Dandolo per Dagospia

 

Chi è uno dei consiglieri più fidati del Prof. Avv. Giuseppe Conte, neo premier? Il Prof. Avv. Nello Pasquini, solicitor a Londra e docente all’University College e a Oxford. Pasquini ha più volte collaborato con Conte nel Consiglio Nazionale Forense, per 11 anni diretto da Guido Alpa, il super-avvocato decano dei civilisti di cui Conte è allievo e ‘of counsel’ dello studio romano di Piazza Cairoli.

 

2 - I DIOSCURI E IL PREMIER DANDY SFILA IL GOVERNO DELLE MATRICOLE

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

 

mattarella e conte

«Ma Tria qual è? Quello col riporto?». «No, Tria è pelatino». «Eccolo» risolve il fotografo puntando Bonisoli. «No, lui è un nordico amico di Casaleggio, Tria parla romano». «E famolo parlà! Tria, guardi qui!».

 

Per un' ora sola si fa struggente al Quirinale la nostalgia per le vecchie esecrate facce, per un unico motivo: erano appunto vecchie, quindi risapute. Questi invece nessuno sa chi siano, tranne Giulia Bongiorno, Enzo Moavero e pochi altri: Toninelli ministro delle Infrastrutture che non vuole le Infrastrutture, Giulia Grillo alla Salute che non vuole i vaccini. Il primo sconosciuto è il premier Conte, che si sente in dovere di precisare: «Non siamo marziani, ve ne accorgerete».

 

giuseppe conte saluta la folla

Ma ecco finalmente i dioscuri, e subito si capisce che, se l' alleanza può essere provvisoria (ma forse no), il feeling è certo autentico. Salvini pare il fratello maggiore. Un po' ingobbito come sempre nelle occasioni istituzionali, giacca troppo stretta per essere abbottonata, calzini a righe blu scuro e azzurro elettrico; la cravatta verde è tutto quel che resta della Padania. Entra insieme con il fratello minore Di Maio e gli si siede accanto, chiacchiera con lui tutto il tempo senza badare alla lettura del labiale, ride con lui, lo cerca con lo sguardo.

 

Di Maio contraccambia. È salito al Quirinale in un taxi-van con i compagni di partito, ancora increduli. Quando giura l'amico Fraccaro, Di Maio sorride compiaciuto, quanto tocca a Toninelli è scosso da un brivido di felicità, e finalmente, nell'udire Giulia Grillo proclamare la propria fedeltà alla Repubblica, si commuove.

luigi di maio e matteo salvini

 

«L'Italia è un Paese scalabile», l'aveva già detto Renzi nel 2014, presentandosi al giuramento con la moglie e i tre figli vestiti di bianco rosso e verde. Ora tocca ai grillini confermare che quando il sistema entra in crisi può succedere tutto, ma proprio tutto. Lorenzo Fontana ministro della Famiglia è qui coerentemente con la moglie e la figlioletta con orsacchiotti di pelouche, vestitino bianco e calzini ricamati. Additato come omofobo, Fontana assicura che le unioni civili non si toccano. Il nostro nuovo presidente del Consiglio è l'ultimo dandy.

 

paolo savona

Al confronto Philippe Daverio è trascurato, Oscar Giannino suo mancato compagno di studi in America è quasi casual. Elegantissimo, compassato, Giuseppe Conte si accarezza i capelli che Carlo Freccero qui presente assicura essere tinti. È l' unico a firmare con la propria stilografica anziché con la penna d'ordinanza del Quirinale. Il Guardasigilli Bonafede - amato dai giornalisti in quanto grillino umano: saluta, risponde al telefono - se lo mangia con gli occhi, legittimamente fiero di averlo scoperto. Ancora ieri teneva lezione alle matricole a Firenze, oggi riceve le congratulazioni di Putin.

 

luigi di maio e matteo salvini. 4

Al fianco di Conte, Mattarella è l'unico al secondo giuramento, insieme con Moavero, ministro con Monti (e poi Letta) e Savona, salito al Colle un quarto di secolo fa ai tempi di Ciampi, oggi molto abbronzato, con cravatta salmone, orologione di marca, occhialini pince-nez. Il vestito è un po' largo, il professore a differenza di Salvini dev' essere dimagrito. L' incontro Savona-Mattarella è il momento clou, i fotografi si scatenano, il padrone di casa stringe e trattiene la mano dell'avversario, gli parla a lungo, non era niente di personale, l'altro dice solo: «Grazie presidente».

giancarlo giorgetti

 

Di Maio al momento di giurare si chiude un bottone della giacca. Salvini invece non riesce proprio a stare composto, siede sulla punta della sedia tipo sposo in ansia, si soppesa preoccupato la pancia da campagna elettorale, «in ogni piazza mi rimpinzano, poi quando mi metto la giacca sudo come un orso». Dopo aver firmato il giuramento dimentica di salutare Conte, torna indietro, la manica si solleva e scopre il braccialetto da ultras del Milan.

 

Il generale Costa si presenta da Mattarella battendo i tacchi, tipo giunta militare sudamericana. Elisabetta Trenta, Difesa, giura sull' attenti. Le donne sono pochine, quasi tutte in pantaloni tranne Erika Stefani in blu cobalto, subito individuata dai reporter maschilisti come miss Governo.

 

conte e mattarella

Giulia Grillo è andata dal parrucchiere. Particolarmente incredula Barbara Lezzi, scampata anche al bonifico mancato. Qualche problema con la giacca anche per Toninelli: troppo corta. Alla fine breve ma frenetico applauso dei parenti. Fuori sulla piazza si è creata una piccola folla, l' attesa popolare è autentica, il governo ha un' apertura di credito notevole a dispetto del programma impossibile. Si vedono anche meno auto blu del solito.

 

Breve brindisi, poi ci si porta a Palazzo Chigi per lo scambio della campanella, che però non si trova più. Momento di imbarazzo tra Gentiloni e Conte, «manca l' oggetto» si giustifica il premier uscente, poi si rimedia. Si rivede la Boschi. Sono venuti anche Di Maio e Salvini, sempre insieme; poi si spostano al Quirinale per il ricevimento. Mattarella è decisamente sollevato, anche se deve dare retta a tutti e si è formata una fila chilometrica per salutarlo.

enzo moavero e paolo savona

 

Il ministro Centinaio, che il 25 aprile festeggia «solo San Marco», riconosce invece il 2 giugno e si mette disciplinatamente in coda, con le basette lunghe e il sorriso felice. Di Maio riceve l' omaggio di Marco Alverà della Snam e di altri manager da riconfermare o da nominare. Salvini si offre ai selfie.

 

Quelli di Forza Italia l' hanno presa male. «Il governo pare una sede distaccata della Casaleggio&Associati» sibila la Gelmini. Sfumato il giudizio di Brunetta: «Un governo di merda. Tranne Moavero e tranne lui, s'intende» dice indicando l'amico Tria. Il ministro dell'Economia è garbato, occhiali Dolce&Gabbana, modi trattenuti; conversa con Padoan e Giorgio La Malfa. Tace Gianni Letta, ma è evidente che considera l' alleanza finita, la Lega è andata davvero con i 5 Stelle.

 

giovanni tria

Arriva un po' di Pd dalla piazza convocata per sostenere Mattarella, che se l'è cavata benissimo da solo. Renzi è già in Cina. Matteo Colaninno assicura: «Meglio che Conte ce l' abbia fatta, serviva un governo che avesse la fiducia per placare i mercati; poi si vedrà». Salvini confida a un amico: «Sono preoccupatissimo».

 

Non si riferisce agli Interni, anzi non vede l' ora di cominciare; lo preoccupano l' economia, il debito, l'Iva che Tria vorrebbe aumentare, la legge Fornero che Tria vorrebbe mantenere, i cento miliardi da spendere che proprio non si trovano. Un fotografo mormora al collega: «Tra un anno e mezzo arriva Draghi».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…