giuseppe conte paolo cirino pomicino

CIRINO ACCESO! - “NON SI CAPISCE PERCHÉ CONTE HA ASPETTATO DUE ANNI PER DIRE "FUORI I BENETTON!". IL DRAMMATICO DOLORE PER LE 43 VITTIME NON PUÒ ALIMENTARE NÉ SLOGAN VENDICATIVI  NÉ IMMOBILISMI INTOLLERABILI” - "MA DOVUNQUE SI VOLGA LO SGUARDO REGNA SOVRANA L'IMPROVVISAZIONE E L'IRRESPONSABILITA': DALL'OPS DI INTESA SU UBI ALL'UNICREDIT DEITALIANIZZATA DI MUSTIER..."

 

 

Paolo Cirino Pomicino per “il Foglio”

 

cirino pomicino

La tragica danza sulle macerie del paese. Mentre il prodotto interno crolla precipitosamente, superando a nostro avviso anche le previsioni della caduta dell' 11 per cento nel 2020, il governo balla da solo sulle rovine di questi primi 24 mesi della legislatura.

 

Non dimentichiamo che prima della pandemia l' Italia era cresciuta dello 0,3 per cento nel 2019 e le previsioni per il 2020 parlavano di una crescita tra 0 e 0,1 per cento. Ultimi eravamo in Europa insomma e ultimi rimaniamo.

 

conte meme

La vicenda Autostrade testimonia inoltre il livello di qualità di questo governo. Il drammatico dolore per le 43 vittime non può alimentare né slogan vendicativi che non si addicono a uno stato di diritto né immobilismi intollerabili.

 

Già per tempo la società Aspi ha comunicato di ritenere risolto per diritto la convenzione per le modifiche unilaterali della convenzione fatta dal governo e, nell' inviare l' ultima proposta su richiesta dello stesso governo accettandone le autoritarie indicazioni, ha testimoniato una sorta di senso dello stato e dei diritti di tutti difficilmente riscontrabili altrove.

 

genova ponte morandi

 Ora è giunto il tempo delle decisioni. Se il tema è quello guappesco "fuori i Benetton" non si capisce perché Conte ha aspettato due anni per attuare una revoca che farà guasti onerosi per il paese e in tal caso continuerà la dittatura della ignoranza e della irresponsabilità nel silenzio complice di un Pd incapace di svolgere il ruolo di architrave del sistema come lo fu la Democrazia cristiana.

 

Ma la vicenda autostrada è solo un piccolo pezzo di un quadro sempre più confuso . Il governo vara (salvo intese!?!?) il decreto legge sulla semplificazione rinviando la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale a dieci giorni per cui ad oggi è solo un annuncio mentre la Camera approva il decreto "Rilancio" che contiene oltre 120 decreti attuativi. Da un lato si semplifica e dall' altro si complica?

 

giuseppe conte paola de micheli

Intanto stentiamo a vedere un intervento massiccio su di una domanda interna che si è bloccata e senza la quale l' Italia non parte. Si discute sul Mes senza entrare nel merito e senza verificare se il paese è nelle condizioni di spendere in sei anni i 36 miliardi stanziati a tasso zero per il settore della Sanità, visti i risultati sui fondi europei.

 

Nel frattempo il tanto reclamizzato piano delle riforme si dà come obiettivo l' aumento della spesa in conto capitale fino al 3 per cento cioè poco più della metà di quello che lo stato spendeva negli anni Ottanta quando il paese cresceva del 2,5 per cento all' anno.

 

victor massiah letizia moratti

Sul piano più squisitamente politico, poi, il crollo della credibilità è ancora più grave di quello del prodotto interno lordo. Abbiamo visto per la prima volta nella storia della Repubblica un governo che prepara i suoi provvedimenti in faticose riunioni con i rappresentati dei partiti dimenticando che il confronto vero tra le forze politiche si fa nel Parlamento non a Palazzo Chigi. Dovunque, insomma, si volga lo sguardo regna sovrana l' incertezza e l' improvvisazione in un paese che non sembra più guidato da nessuno.

 

MUSTIER MESSINA

Si veda tutto ciò che sta accadendo intorno all' offerta pubblica di scambio di Banca Intesa su Ubi Banca. Una reazione del cda di Ubi non tanto sopra le righe quanto curiosa visto che, per catturare il consenso degli azionisti interessati, improvvisa aumenti di futuri dividendi scoprendo "tesori nascosti" dai quali attingere risorse che poco prima non sembravano esistere.

 

Quanto al resto, manca purtroppo un dibattito approfondito sulla necessità di un paese come l' Italia di avere un campione nel settore finanziario con radici e pro prietà nazionali in grado di offrire alla nostra economia e all' intero sistema di banche minori un ancoraggio solido.

 

Un silenzio che ci spaventa avendo già visto quello su UniCredit quando Jean Pierre Mustier con il maxi aumento di capitale di 12 miliardi di euro strappò ogni radice italiana alla compagine azionaria liberandosi anche di una grande struttura del risparmio gestito come Pioneer vendendola ai francesi.

conte casalino

 

Con lo stesso silenzio stiamo accompagnando ora il tentativo di Banca Intesa di costruire un campione nazionale bancario mettendo insieme gli interessi degli azionisti con quello del paese.

 

Abbiamo bisogno oggi più che mai di un sussulto di responsabilità e di fierezza civile non solo nello sgangherato sistema politico ma anche nel profondo della società per uscire con minor danno possibile da quasi un trentennio di impazzimento in cui l' Italia ha visto crescere povertà di massa, disuguaglianze insostenibili, disordine amministrativo e smarrire lentamente quel ruolo internazionale che aveva conquistato scivolando sempre più verso un processo di irreversibile colonizzazione.

PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTIMassiah e BazoliPAOLO CIRINO POMICINO DE MITA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO