nuovi poveri bianchi americani

WHITE TRASH - LA CLASSE MEDIA BIANCA AMERICANA REGISTRA IL PICCO DI SUICIDI, OVERDOSE, CIRROSI E POVERTÀ. LA VITTORIA DI TRUMP STA TUTTA QUI - NEL 1999 LA MORTALITÀ TRA I BIANCHI AMERICANI DI ETÀ COMPRESA FRA 50 E 54 ANNI, CON DIPLOMA DI SCUOLA SUPERIORE, ERA PIÙ BASSA DEL 30% DI QUELLA DEGLI AFRO AMERICANI: NEL 2015 È DIVENTATA PIÙ ALTA DEL 30%

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

Fuori c' era la neve, e il freddo aveva ghiacciato il laghetto del Castleton Center di Windham, però Kim Walters aveva portato lo stesso sua madre e sua figlia a sentire Trump. Indossavano una maglietta disegnata con lo stile del manifesto «Hope» di Barack Obama, solo che sopra c' era la faccia arrabbiata di Donald che diceva: «Washington, you are fired!».

sostenitori bianchi di trumpsostenitori bianchi di trump

 

Tre generazioni di donne della stessa famiglia, unite dall' angoscia: «Noi così non ce la facciamo più a vivere. Mia madre sognava un' esistenza migliore per me, ma io non credo di poter passare la stessa speranza a mia figlia. Non c' è lavoro, e quando c' è, quello che guadagni non basta per vivere. La gente è disperata e passa le giornate al pub, quando non va peggio».

 

Era l' 11 gennaio del 2016, uno dei primi comizi elettorali di Trump, e l' impulso superficiale era stato quello di liquidare le signore Walters come il campione isolato di chi aveva perso il treno della globalizzazione e del benessere. Un anno e mezzo dopo, invece, scopriamo che erano l' avanguardia malintesa del senso di disperazione tra i bianchi della classe media americana, interpretato dal miliardario di New York per conquistare la Casa Bianca.

nuovi poveri in americanuovi poveri in america

 

«Death of despair», come l' ha definita il premio Nobel per l' economia Angus Deaton, la morte per disperazione che affligge gli ex privilegiati Usa. I bianchi abituati a supporre che i figli avrebbero vissuto una vita migliore dei padri, nella perpetua continuazione del sogno americano. Questa illusione è svanita, secondo gli studi che Deaton aveva cominciato con la collega Anne Case nel 2015, e ha completato con il rapporto «Mortality and morbidity in the 21st century», pubblicato il 23 marzo scorso dalla Brookings Institution.

 

Nel 1999 la mortalità tra i bianchi americani di età compresa fra 50 e 54 anni, con diploma di scuola superiore, era più bassa del 30% di quella degli afro americani: nel 2015 è diventata più alta del 30%. Dalla fine del secolo scorso, gli uomini e le donne bianche tra 45 e 54 anni d' età hanno vissuto un' impennata delle «death of despair», cioè le morti premature attribuite a droga, alcol, e suicidi. Basta leggere le cronache dei giornali, per trovare storie come quelle di Wesley e Mary Ann Landers, uccisa da una iniezione di eroina davanti al letto della figlia.

 

nuovi  poveri in americanuovi poveri in america

Nell' ultimo decennio, in questo gruppo demografico sono morte 400.000 persone per overdose, 250.000 per alcolismo, e 400.000 per suicidio. «Il mio studio - ha detto Deaton - è la storia del collasso della classe lavoratrice bianca». Un circolo vizioso di disoccupazione, disperazione e morte.

 

La spiegazione più superficiale che viene data al fenomeno è economica: i redditi di questa categoria hanno smesso di aumentare da quasi venti anni, e la crisi economica del 2008 ha dato il colpo di grazia.

 

Deaton e Case però non si sono accontentati: nello stesso periodo di tempo, infatti, anche le condizioni economiche di ispanici e neri sono peggiorate, ma la mortalità non è cresciuta in proporzione. Pure in Europa la crisi del 2008 ha fatto disastri e alimentato il populismo politico, ma nessuno ha dimostrato finora una correlazione diretta fra questo fenomeno e l' aumento delle overdose o dei suicidi tra i bianchi della classe media. Deve esserci qualcosa di specifico, dunque, che ha colpito gli americani. «Non sono andate giù - ha notato Deaton - solo le carriere, ma anche le prospettive dei loro matrimoni, e la possibilità di crescere i figli. Queste sono cose che portano alla disperazione».

nuovi  poveri  in americanuovi poveri in america

 

L' ipotesi di Case e Deaton, quindi, è che il «cumulative disadvantage» nella vita, nell' occupazione, nei matrimoni, nel futuro dei figli, nella sanità, sia frutto di un peggioramento generale delle condizioni di entrata nel mondo del lavoro per i bianchi senza laurea, legate alla mancanza di istruzione e l' evoluzione della tecnologia.

 

Dunque una crisi che tocca tutti gli aspetti dell' esistenza, inclusi quelli morali, e ha le radici in un fenomeno storico di decadenza dell' intero gruppo demografico, che non si risolve in poco tempo con qualche decreto. Una «carneficina americana», come l' ha definita Trump nel discorso della sua Inauguration, che era cominciata nelle regioni più depresse del Sud o degli Appalachi, ma ormai ha contagiato anche il New England dei padri fondatori e l' intero paese.

 

Shannon Monnat, professore della Pennsylvania State University, ha cercato di dare un senso politico a questo disastro, e lo ha trovato facilmente nelle presidenziali del 2016. Nel New Hampshire, ad esempio, Trump ha preso più voti di Romney in 2.469 contee delle 3.106 colpite dalle «death of despair». Alla fine lo Stato lo ha vinto Hillary, ma per meno di 3.000 voti, e le contee passate da Obama ai repubblicani, come Coos, sono quelle con la più alta percentuale di morti per droga, alcol e suicidi.

 

bianchi razzisti in white lives matterbianchi razzisti in white lives matter

In un' altra era, le signore della famiglia Walters sarebbero state elettrici naturali di Hillary: donne, della classe media lavoratrice, nel New England. Però il Partito democratico, o almeno la Clinton, non si sono accorti della loro disperazione. A Windham le morti per overdose sono raddoppiate negli ultimi tre anni, e quindi Kim ha pensato di giocarsi la sopravvivenza su Donald, che almeno prometteva di costruire un muro lungo il confine col Messico per bloccare i narcos.

 

Il problema, secondo Deaton, è che i guai veri non si risolvono con la demagogia: «Le politiche di Trump sembrano disegnate perfettamente per danneggiare le persone che hanno votato per lui». E chissà come reagiranno, se svanirà anche questa illusione di raggirare la disperazione.

 

 

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...