IL COGNATO DI FINI PRENDE PER IL CULO I FINANZIERI: FRA TROVARE UN SACCO DELL’IMMONDIZIA PIENO DI DOCUMENTI TRITURATI. CHIUSO CON UN FIOCCO VERDE – E SCAPPA NEGLI EMIRATI, A FAR COMPAGNIA A MATACENA - A CASA DI GIANFRY ED ELY NEMMENO UN PC: INFORMATI DELLA PERQUISIZIONE? – IL PM: “FINI SAPEVA CHE I SOLDI DELLA MOGLIE AVEVANO PROVENIENZA ILLECITA”

1. QUELLA PERSONCINA PERBENE DI GIANFRANCO TULLIANI

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

 

GIANFRANCO FINI ED ELISABETTA TULLIANI GIANFRANCO FINI ED ELISABETTA TULLIANI

Gli investigatori della Guardia di Finanza lo scriveranno in una specifica relazione di servizio indirizzata alla magistratura, perché anche uno sberleffo può diventare elemento di valutazione in un' inchiesta penale.

omaggio Tulliani a Gdfomaggio Tulliani a Gdf

 

Quando sono entrati nella casa romana del cognato di Gianfranco Fini, indagato per riciclaggio nell' indagine sulla ipotizzata associazione per delinquere transnazionale messa in piedi dal «re delle slot machine» Francesco Corallo, non sono rimasti sorpresi dal trovarla vuota e senza l' ombra di un documento di qualche interesse; sapevano che il proprietario, Giancarlo Tulliani, dopo gli arresti dei coindagati del dicembre scorso s' è trasferito stabilmente negli Emirati Arabi, dove hanno trovato rifugio per ora tranquillo latitanti famosi, come l' ex deputato Amedeo Matacena.

 

giancarlo tullianigiancarlo tulliani

Ciò che li ha colpiti, piuttosto, è il sacco nero della spazzatura lasciato in bella vista, pieno di carte triturate dall' apposita macchinetta, con tanto di messaggio criptato (ma non troppo): un fiocco regalo di colore verde, immediato richiamo ai baschi verdi indossati dai finanzieri impegnati nel contrasto alla criminalità economica. Un segnale quasi inequivocabile, se non si vuole pensare a una poco plausibile casualità: l' ironico omaggio lasciato dall' inquisito riparato all' estero che si prende gioco di chi cerca le tracce dei suoi presunti delitti. Insieme alla cassaforte a muro desolatamente vuota.

cassaforte Tulliani cassaforte Tulliani

 

Anche a casa della sorella Elisabetta e di Fini non è stato trovato nulla che sia di apparente rilievo delle indagini. Ma anche qui, l' assenza di qualunque tipo di computer, anche portatile, è suonata come l' indicazione di una perquisizione attesa, dopo l' operazione che due mesi fa ha svelato l' indagine a carico dei Tulliani.

 

 

fratelli_tulliani - ELISABETTA E GIANCARLOfratelli_tulliani - ELISABETTA E GIANCARLO

Niente di illecito in sé, ovviamente, ma è una stranezza che fa riflettere gli inquirenti. I quali continuano a cercare elementi per scoprire la vera natura dei legami tra Corallo e i suoi affari da centinaia di milioni l' anno (resi possibili dalle concessioni statali sui videogiochi non ancora revocate) e la famiglia imparentata con l' ex vicepresidente del Consiglio ed ex presidente della Camera. Che aveva rapporti pregressi con Corallo ed è stato il tramite dei legami con i Tulliani, in seguito destinatari di versamenti per milioni di euro da parte dell' imprenditore.

CHIARA RIZZO E AMEDEO MATACENACHIARA RIZZO E AMEDEO MATACENA

 

 

L' inchiesta della Procura di Roma ha portato alla luce l' interessamento del segretario di Fini presso i Monopoli di Stato per evitare la revoca della concessione a Corallo e alla sua società Atlantis. E il carteggio estratto dai computer acquisiti in precedenti perquisizioni ha rivelato il progetto dello stesso Corallo - poi abbandonato - di cedere il 10 per cento del pacchetto azionario di Atlantis proprio ai Tulliani. Facendoli diventare suoi soci. «Una ipotesi di contiguità affaristica - scrive il giudice D' Alessandro nell' ordinanza di sequestro preventivo dei beni - tra soggetti legati personalmente a un uomo politico, con un ruolo estremamente significativo nella maggioranza di governo, e un' impresa dedita a un' attività redditizia ma patogena, e al riciclaggio internazionale».

 

 

2. VI SVELO IL PATTO DI FERRO TRA GIANFRANCO E CORALLO

Cristiana Lodi per Libero Quotidiano

 

FRANCESCO CORALLOFRANCESCO CORALLO

È tutto nelle carte. Il 7 febbraio il pm di Roma, Barbara Sargenti, chiede al gip, Simonetta D' Alessandro, il sequestro dei beni in possesso alla famiglia Tulliani. Valore: 5 milioni di euro. Il giudice firma l' ordinanza lunedì 13 e ne riporta le ragioni. «Dal 2008 la famiglia Tulliani riceve cospicui trasferimenti in denaro» si legge «almeno 7 milioni di euro, da Francesco Corallo (il re del gioco on line legalizzato) attraverso le sue società off shore». Versamenti incassati dai Tulliani ma «non collegabili a reali prestazioni effettuate e privi di una causale logica».

 

FINI TULLIANIFINI TULLIANI

Perché tanta beneficienza da Corallo ai Tulliani? Chi sarebbe il regista, e perché? A spiegarlo è il magistrato: «I Tulliani» scrive nell' ordinanza «ricevono gli ingenti trasferimenti sui loro conti personali e su quelli di società off shore ad essi riconducibili, grazie ai rapporti dell' onorevole Gianfranco Fini con Corallo» che paga «da quando lo stesso politico è vicepresidente del Consiglio dei ministri (tra il 2001 e il 2006), nonché presidente della Camera dei deputati (tra il 2008 e il 2013)».

 

Come non bastasse, stando alla Procura «i Tulliani e dunque lo stesso onorevole Fini, sanno bene che si tratta di soldi illeciti provenienti dall' attività criminale e dall' associazione a delinquere capeggiata dallo stesso Corallo».

 

GIANCARLO TULLIANI E LA CASA DI MONTECARLOGIANCARLO TULLIANI E LA CASA DI MONTECARLO

C' è poi la figura dell' ex parlamentare del Pdl, Amedeo Laboccetta, ossia il rappresentante legale di Atlantis/Bplus: la concessionaria dello Stato per le slot machine di Corallo. Insieme vengono arrestati lo scorso 13 dicembre, con l' accusa di avere messo in piedi un maxiriciclaggio di oltre 250 milioni di euro che il gruppo Atlantis/Bplus (ribattezzato Global Starnet e guidato da Laboccetta) avrebbe invece dovuto garantire allo Stato italiano, per pagare le tasse sui profitti del gioco d' azzardo legalizzato.

 

Ed è proprio nell' interrogatorio di garanzia del 16 dicembre scorso che Amedeo Laboccetta ricostruisce i rapporti tra l' ex presidente della Camera, Gianfranco Fini e il suo "capo" Francesco Corallo. Vacanze caraibiche sull' isola di Saint Martin, proprio dove il re delle slot verrà arrestato. Feste di compleanno a Montecitorio che diventano l' occasione per fare affari immobiliari. A cominciare da Montecarlo, con Palais Milton in boulevard Princesse Charlotte 14, e la famosa casa che stroncherà la carriera politica dell' ex presidente della Camera.

AMEDEO LABOCCETTA AMEDEO LABOCCETTA

 

Eccolo, allora, Laboccetta che vuota il sacco davanti al gip Simonetta D' Alessandro (prima di ottenere la scarcerazione dal Tribunale del Riesame). «Estate 2004. Gianfranco Fini è vicepresidente del Consiglio e trascorre una vacanza sull' isola di Saint Martin a spese di Corallo. Con loro ci sono altre 14 persone, tutte ospitate dallo stesso big delle macchinette mangiasoldi, per due settimane». All' epoca, aggiunge l' interrogato, «Atlantis/Bplus aveva appena ricevuto la concessione italiana per la gestione telematica del gioco lecito. La convenzione viene stipulata il 15.7.2004».

 

giorgio tino lapgiorgio tino lap

Terminata la vacanza, continua Laboccetta «Fini suggella con Corallo un' intesa utile ad Atlantis/Bplus nello svolgimento dei rapporti con l' Amministrazione dei Monopoli». Come non bastasse, l' anno successivo (il 2005), è lo stesso Laboccetta (per sua stessa dichiarazione) a rivolgersi al segretario del vicepresidente Fini (onorevole Proietti Cosimi), perché facesse annullare la revoca della concessione ad Atlantis/Bplus. E, ovvio, «Proietti Cosimi» si legge a verbale «risolve il problema con il direttore dei Monopoli, che era Giorgio Tino». Merito di Fini.

 

GIANFRANCO FINI ALLA MOSTRA SUL MOVIMENTO SOCIALEGIANFRANCO FINI ALLA MOSTRA SUL MOVIMENTO SOCIALE

Arriviamo a fine 2006-inizio 2007, il tempo delle case che sono il preludio della disfatta dell' ex leader di An. Dice Laboccetta: «Fini cerca di far concludere un affare immobiliare a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna Elisabetta. Me lo presenta quale intermediario per l' acquisto di una proprietà a Roma cui era interessata una società di Corallo. Io ostacolo l' operazione, non ritenendola adeguata. La cosa non è gradita a Fini che, per ritorsione, minaccia di ostacolare le mie ambizioni politiche».

 

Ed ecco la festa a Montecitorio con la torta e la candelina. «Al festeggiamento privato per il compleanno (non prima del 2.12.2008) della prima figlia di Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani, presso l' appartamento di Montecitorio riservato al Presidente della Camera» racconta Laboccetta «partecipano pochi parenti, qualche compagno di partito e Francesco Corallo con la compagna. Giancarlo ed Elisabetta hanno già beneficiato di molto denaro da Corallo. Ed egli stesso ha già disposto anche il duplice acquisto dell' appartamento di Montecarlo di proprietà di Alleanza Nazionale, del quale i fratelli Tulliani sono diventati proprietari occulti».

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...