LA COLPA DELL’ALLUVIONE A GENOVA? DELLA MATEMATICA - IL BUCO NELL’ACQUA DELL'ARPAL CHE PRIMA RASSICURA IL SINDACO DORIA ("NESSUN ALLARME") E POI, A DISASTRO COMPIUTO, DÀ LA COLPA AI "MODELLI MATEMATICI"!
Paolo Bracalini per "Il Giornale"
La colpa? É della matematica. «È un temporale intenso, nulla di preoccupante» rassicurava alla vigilia dell’alluvione l’Arpal, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che sul sito si presenta così: «374 persone impegnate quotidianamente in attività di tutela del territorio». Troppo presto per dare un allarme? Forse.
Il sindaco Doria va tranquillo a teatro per L’elisir d’amore di Donizetti («Noi ci muoviamo sulla base delle previsioni Arpal, che non ci davano nessun picco di allerta»). Ma anche il giorno dopo, quando le strade di Genova si gonfiano come torrenti, l’Arpal continua a non vedere motivi di serio allarme: «Graduale indebolimento», «Situazione sotto controllo». I bollettini per l’8 e 9 ottobre parlavano di «Criticità ordinaria per rischio idrogeologico localizzato». Insomma, pioverà, ma niente di grave.
L’allarme scatta solo quando il disastro è compiuto. Anche l’Arpal, a quel punto, avverte una certa umidità. «La situazione meteorologica è estremamente critica» dice il nuovo bollettino. «Stanno nascendo celle temporalesche in mare che si avvicinano alla costa» prevede Stefano Gallino, previsore dell’Arpal, che se la prende con chi polemizza sui ritardi e sulle previsioni sbagliate: «Ci sono sei celle temporalesche in avvicinamento! È il momento di agire, non di far polemiche».
Previsioni tardive, e poco utili a quel punto. Ma perchè? «L’allerta meteo non è stata data perchè le valutazioni dell’Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l’allarme». La colpa è dei modelli matematici, forse di Pitagora. «Non è un errore di valutazione - spiegano fonti istituzionali all’Ansa -, l’allerta non è stata segnalata dalle macchine». Colpa delle macchine, dei modelli, della matematica, non dell’agenzia che deve prevedere le alluvioni.
Eppure non è che all’Arpal manchinino i mezzi. Specie il personale. E ancor di più i dirigenti. Cinquantadue, per l’esattezza, su 351 dipendenti in totale nel 2014 (a cui aggiungere consulenti e collaboratori e progetto). Un dirigente ogni sei impiegati, come si legge nella Relazione del direttore generale allegata al bilancio 2013 dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (e centro meteo-idrologico per la tutta la regione). Compensi attorno ai 100mila lordi, comprensivi di «retribuzione di risultato», i premi di fine anno, come quelli andati ai dirigenti comunali per il lavoro di prevenzione.
«A causa della situazione economico-finanziaria nazionale e regionale - lamenta tuttavia la relazione -, l’Arpal ha registrato negli ultimi anni una diminuzione delle risorse pari a circa il 17% dal 2007», quando il personale dell’agenzia contava la bellezza di 426 persone, e 71 dirigenti. Eppure, malgrado i tagli di personale lamentati dai vertici dell’Arpal, il costo degli stipendi continua a pesare parecchio sul bilancio dell’agenzia.
Circa 17 milioni di euro tra stipendi di personale tecnico, amministrativo, sanitario e professionale, a fronte di ricavi di circa 26 milioni. «Arpal è una struttura che come minimo si contraddistingue per una pessima organizzazione del lavoro - osserva su Formiche on line il ligure Carlo Stagnaro, dell’Istituto Bruno Leoni -. Tali dirigenti avranno pure eccellenti competenze ma faticano a far filare la macchina: o almeno così pare a guardare il tasso di assenteismo del 21%, con punte in alcuni uffici del 50%».
alluvione a genova il cardinale bagnasco visita gli alluvionati
Queste le statistiche più fresche (aprile 2014), con un tasso di assenze del 57,5% alla Direzione scientifica Arpal. Anche il conto economico dell’agenzia non è perfetto. Nel 2013 chiude con un saldo contabile negativo di 1.218.620 euro, un po’ meglio del 2012, quando il buco era stato di 2,6 milioni. Ma anche qui forse è colpa della matematica.