emmanuel macron giorgia meloni christine lagarde

COME DAGO-RIVELATO, MELONI E MACRON HANNO UNA RECIPROCA CONVENIENZA A RINSALDARE L’ASSE ROMA-PARIGI – LA PREMIER ITALIANA E IL PRESIDENTE FRANCESE LA PENSANO ALLO STESSO MODO ANCHE SUL RIALZO DEI TASSI. IERI “DONNA GIORGIA” HA ATTACCATO LA SCELTA DELLA LAGARDE, “DA MOLTI REPUTATA AZZARDATA”. LA SCORSA SETTIMANA MACRON AVEVA ESPRESSO PREOCCUPAZIONE. NEL MEZZO, C’È STATO L’INCONTRO TRA I DUE A ROMA. SI SARANNO COORDINATI?

1 - ITALIA E FRANCIA CONTRO LA STRETTA BCE

Rodolfo Parietti per “il Giornale”

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

La sirena d'allarme è suonata all'inizio di settembre, quando la Banca centrale d'Olanda (Dnb) ha comunicato al ministro delle Finanze, Sigrid Kaag, la peggiore delle notizie: bilancio in rosso. Un infarto contabile di cui l'ultimo precedente risale al giurassico 1932. Antichi fantasmi, resi ancor più spaventosi poiché il grido di dolore di Amsterdam non è destinato a rimanere isolato.

 

EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE

Per le altre banche centrali dell'eurozona si prospetta identica sorte, essendo la causa delle perdite la stessa per tutte: quel rialzo dei tassi d'interesse contro cui Giorgia Meloni, sulla stessa lunghezza d'onda del presidente francese Emmanuel Macron e della premier finlandese Sanna Marin, ha ieri alzato la voce ricordando che si tratta di una scelta «da molti reputata azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese». A maggior ragione dopo la decisione di rottamare il programma di acquisto titoli che ha creato «una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico».

 

EMMANUEL MACRON SANNA MARIN

Nell'impeto di far piegare la testa all'inflazione, la Bce non sembra infatti aver ben calcolato conseguenze che potrebbero essere drammatiche. A cominciare dalle banche che ne compongono l'ossatura. La Dnb ha stimato di dover far fronte, nel periodo 2023-2026, a un buco di 9 miliardi di euro che, in assenza di interventi correttivi, dovrebbe essere ripianato dallo Stato olandese, controllore della banca.

 

Un vero e proprio bail-out a spese dei contribuenti. Lo stesso potrebbe accadere altrove. Anche in Italia, dove Bankitalia resta un ente pubblico nonostante l'azionario sia composto per lo più da banche private. A soffrire di più saranno però gli istituti del Nord Europa, come la Bundesbank: gli scarsi introiti derivanti dai loro titoli pubblici, comprati durante il Qe, presentano ora un conto salato.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

«Le banche centrali dell'Eurosistema dovranno affrontare una riduzione del proprio reddito netto e persino perdite nette», ha ammesso la Bce alla piattaforma di giornalismo investigativo Follow the Money. Stanno insomma venendo al pettine i nodi creati da Francoforte dopo anni di politica monetaria lasca.

 

Le banche sono state il canale lungo cui convogliare gran parte della liquidità messa a disposizione prima da Mario Draghi e poi da Christine Lagarde. Attraverso le aste Tltro, gli istituti hanno preso in prestito 2.200 miliardi. Quattrini che sono poi andati a gonfiare le loro riserve, balzate dai 235 miliardi del 2015 ai 4mila miliardi dello scorso settembre.

 

CHRISTINE LAGARDE ANNUNCIA IL RIALZO DEI TASSI

Finché i tassi sono rimasti negativi, nessun problema: le banche pagavano un fee sugli stock in eccesso e la Bce passava all'incasso. Ora, invece, l'Eurotower è costretta a corrispondere un interesse dello 0,75%, commisurato all'attuale costo del denaro, mentre i margini di reddito legati agli asset in pancia (titoli di Stato e corporate bond) sono quasi nulli visto che gli acquisti sono stati effettuati nel periodo Nirp, cioè di tassi sottozero.

 

Follow the Money ha calcolato che se ora la Bce paga 30 miliardi all'anno per remunerare le riserve delle banche private, con tassi tra il 3 e il 5% l'esborso potrebbe oscillare tra i 120 e i 200 miliardi. Occorre correre ai ripari. E in fretta.

 

MELONI MACRON

Già domani, in occasione della riunione del direttivo, si saprà forse ciò che bolle in pentola. Bloomberg scriveva ieri che Lagarde&C. potrebbero modificare le condizioni a cui sono concessi i prestiti alla banche, ma un'altra soluzione possibile è aumentare i requisiti di riserva ed esentare parte delle riserve dalla remunerazione degli interessi. Quanto ai tassi, la strada sembra segnata: in arrivo un'altra stretta dello 0,75% che andrà di traverso a non poche cancellerie europee.

 

CHRISTINE LAGARDE

2 - LA BCE PRONTA A RIALZARE I TASSI MA MEZZA EUROPA È CONTRARIA

Estratto dell'articolo di Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

[…] Solo una settimana fa Macron, con cui la premier italiana si è incontrata domenica, si era detto «preoccupato perché l'autorità monetaria europea ci spiega che dobbiamo abbattere la domanda per contenere meglio l'inflazione», mettendo così a rischio la crescita. Aveva perciò invocato «grande cautela». Più dura la premier finlandese, che si era scagliata contro «le banche centrali che per proteggere la loro credibilità spingono le nostre economie verso una sicura recessione».

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

 

Parole che potrebbero trovare una replica nella conferenza stampa di domani della presidente Bce, Christine Lagarde, che probabilmente ricorderà il principio di indipendenza delle banche centrali dalla politica (sebbene sia noto che a influenzare le decisioni di Francoforte sia la Bundesbank, notoriamente vicina agli interessi del governo tedesco). Sicché non sarà facile intimidire il board dell'istituto, dove attualmente i falchi sono in maggioranza.

 

Il problema per l'Italia è l'impatto di questo nuovo rialzo dei tassi sugli investimenti destinati alla crescita e sullo spread, e quindi sugli interessi maggiorati che il Tesoro sarà costretto a pagare sul nuovo debito. Di qui la bocciatura senza se e senza ma venuta ieri dal nuovo premier italiano contro una manovra sulla cui efficacia nella lotta all'inflazione, tuttavia, circolano molti dubbi. […]

 

Articoli correlati

IL FUTURO POLITICO DELLA MELONI IN EUROPA PASSA DA PARIGI - L'INCONTRO CON MACRON NON ERA SOLO UN...

L\'ATTACCO DI GIORGIA MELONI ALLA BCE E I RISCHI DI ANDARE ALLA GUERRA CON FRACOFORTE

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...