renzi merkel

1. IL DUCETTO TOSCANO PUO’ ANCHE CONTINUARE A FARSI BEFFE DELL’OPPOSIZIONE, ORMAI FRANTUMATA AL SUO INTERNO IN CORRENTI E FAIDE. COME PER BERLUSCONI, SOLO UNA FORZA POTRA’ RISPEDIRLO AL FLIPPER DEL BARETTO DI RIGNANO SULL’ARNO: L'EUROPA DELLA MERKEL 2. ORMAI LO SCONTRO È TOTALE. E NON RIGUARDA UN SOLO SETTORE. LO SPETTRO DELLA CONFLITTUALITÀ SI È ALLARGATO A 360 GRADI: BANCHE, ILVA E IL DEFICIT ITALIANO. SONO LE TRE PARTITE SU CUI SI GIOCANO I RAPPORTI FUTURI TRA RENZI E LA COMMISSIONE EUROPEA

Claudio Tito per “la Repubblica”

RENZI MERKEL  RENZI MERKEL

 

Ormai lo scontro è totale. E non riguarda un solo settore. Lo spettro della conflittualità si è allargato a 360 gradi. Ma adesso ci sono tre fronti su cui ogni miccia è stata accesa. Si tratta delle banche, dell’Ilva e del deficit italiano. Sono le tre partite su cui si giocano i rapporti futuri tra il governo di Renzi e la commissione europea. Tra il premier e la Merkel.

renzi merkel exporenzi merkel expo

La linea rossa tra Bruxelles e Roma è dunque diventata improvvisamente incandescente. E negli ultimi giorni i rapporti sono addirittura peggiorati.

 

MERKEL RENZI EXPOMERKEL RENZI EXPO

Ieri è arrivata la comunicazione ufficiale che la Ue ha bocciato il salvataggio di Banca Tercas, la banca di Teramo. Ma soprattutto pochi giorni fa è stata recapitata al governo italiano la lettera formale con cui si preannuncia l’apertura della «procedura di infrazione» per i finanziamenti forniti all’Ilva.

 

Il documento è stato firmato dal commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e punta l’indice proprio sull’ultimo prestito da trecento milioni. Anche per il gruppo siderurgico italiano l’accusa non cambia: aiuti di Stato.

In più, nell’ultimo mese, si è consumata anche la complicata e controversa dialettica tra il governo Renzi e la Commissione Juncker sul recente decreto salva-banche.

renzi merkel 3 viarenzi merkel 3 via

 

Si tratta dunque di uno scontro tra l’Italia e l’Unione europea senza precedenti. E stavolta è Roma all’offensiva. Mai si erano concentrati tanti elementi di conflittualità in uno spazio di tempo così breve. La tensione registrata la scorsa settimana al Consiglio europeo tra il presidente del consiglio e la Cancelliera tedesca Merkel assume adesso tutta un’altra luce.

 

Tutto ha ormai preso la forma e la sostanza di un braccio di ferro che mira a cambiare non tanto - o almeno non ora - gli equilibri all’interno dell’Unione ma a modificare il perimetro dei tre negoziati cui i due contendenti saranno chiamati a discutere nel 2016.

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

Non è un caso che l’Italia, dinanzi alle lettere spedite in questi giorni da Bruxelles, abbia iniziato a valutare tutte le contromisure. Compresa quella più radicale: il ricorso alla Corte di Giustizia.

 

Sul caso Ilva, infatti, il governo insiste nel richiamare l’attenzione sulla circostanza che non si tratta di un semplice “salvataggio” ma anche di un’operazione finalizzata al risanamento ambientale. E secondo l’esecutivo italiano, proprio la disciplina europea prevede l’intervento pubblico in questi casi e in modo particolare in riferimento all’intervento siderurgico. La procedura di infrazione, nella fattispecie, non è stata ancora completata. Ma se l’esito dovesse essere negativo, Palazzo Chigi è pronto ad attivare appunto il ricorso alla corte di Giustizia.

RENZI GUARDA IL CULONE DELLA MERKELRENZI GUARDA IL CULONE DELLA MERKEL

 

Una soluzione che in questi giorni è in corso di valutazione anche per la questione Tercas. Anzi, sulla vicenda della banca teramana la decisione verrà presa in tempi strettissimi. E tutto sta portando verso la linea dello scontro totale: ricorso alla Corte di Lussemburgo. Non solo. Per rendere l’impatto ancora più avvelenato, potrebbe essere accompagnato dalla richiesta di risarcimento danni alla Commissione. Una procedura che, se avesse un esito positivo, porterebbe un cifra considerevole nelle casse dello Stato.

foto di renzi dal profilo di filippo sensi  2foto di renzi dal profilo di filippo sensi 2

 

Lo stesso può valere per il cosiddetto decreto salva-banche che - fanno notare i ministri competenti - è stato modificato con un emendamento alla legge di Stabilità nella parte concernente il fondo interbancario. Quel fondo non è più obbligatorio bensì volontario. E chi ha usufruito di quegli stanziamenti - come la Tercas - li restituirà per attingere dal nuovo fondo “volontario”. Un percorso accettato alla fine dalle banche con la garanzia che sarebbe stato applicato il medesimo regime fiscale: quello che permette la deducibilità.

 

angela merkel a firenze con renzi  6angela merkel a firenze con renzi 6

Del resto l’attenzione dell’esecutivo sul sistema bancario sta crescendo sempre più. Il timore che le recenti vicende possano compromettere il flusso dei finanziamenti alle attività imprenditoriali e ai privati sta diventando una sorta di incubo per Palazzo Chigi. Soprattutto la paura che il complesso degli istituti di credito nostrani non vengano più percepiti come affidabili.

 

Se questi due fantasmi si trasformassero in realtà, il primo effetto sarebbe una vera e propria mazzata sulle previsioni del governo relativa alla crescita nel prossimo anno. Tant’è che una delle parole d’ordine pronunciate in questi giorni da Renzi tocca le banche e la necessità di rafforzarle attraverso il loro accorpamento.

angela merkel a firenze con renzi  5angela merkel a firenze con renzi 5

Ma dietro queste due partite, ossia quella degli istituti di credito e dell’Ilva, se ne gioca una terza.

 

Che Palazzo Chigi considera la più importante. Il via libera al deficit al 2,4 per cento nel 2016. Questa soglia, infatti, non è stata preventivamente concordata con Bruxelles. Il negoziato di settembre-ottobre aveva prodotto per l’Italia l’ampliamento dei margini di spesa fino al 2,2 per cento. Ora, però, c’è questo 0,2 per cento in più che espone l’esecutivo italiano al rischio di un’altra procedura d’infrazione. Renzi è sicuro di poter trattare, come lo scorso anno, una via d’uscita.

 

angela merkel a firenze con renzi  7angela merkel a firenze con renzi 7

Ma le tre battaglie non saranno combattute separatamente. Nel governo italiano, sono certi che anche le due ultime missive spedite dalla Commissione sulle banche e sull’Ilva rientrino nella tattica di Bruxelles di aprire una trattativa sui tre fronti per poi discutere su quale chiudere un occhio.

 

angela merkel a firenze con renzi  2angela merkel a firenze con renzi 2angela merkel a firenze con renzi  4angela merkel a firenze con renzi 4

Il premier è invece convinto di poter vincere contemporaneamente sui tre tavoli. Con una premessa che vale per tutte le tappe da affrontare da qui alla prossima primavera: il vero interlocutore è la Germania di Angela Merkel. Solo se la Cancelliera approverà la linea della flessibilità per l’Italia, allora Bruxelles si adeguerà. Era questo il fulcro della lite che ha segnato l’ultima riunione del consiglio europeo tra “Matteo e Angela”. Questo sarà il centro del loro prossimo incontro.

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...