renzi draghi juncker

COME PER BERLUSCONI, SARANNO GLI EURO-BUROCRATI A DECIDERE IL FUTURO DI RENZI - LA COMMISSIONE PER ORA NON FIATA SULLA LEGGE DI STABILITÀ: PREFERISCE ASPETTARE L’ESITO DEL REFERENDUM. MA A RISULTATO ACQUISITO PARTIRANNO I SILURI CHIODATI

1 - L'ESAME DEFINITIVO SUI CONTI ITALIANI DOPO IL REFERENDUM

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

RENZI JUNCKERRENZI JUNCKER

In una stagione di incertezze, c'è una settimana segnata a penna rossa perché può fornire indizi preziosi sulla direzione dell' Italia per un bel po' di tempo a venire. È quella che inizia il 5 dicembre, ma il referendum costituzionale del giorno prima non è l'unico fattore. Il mattino dopo, i ministri finanziari dell'area euro si troveranno a Bruxelles con una pila di documenti della Commissione Ue sul tavolo: le prime "opinioni" sulle leggi di Stabilità, inclusa ovviamente quella di Roma.

Renzi Juncker Van RompuyRenzi Juncker Van Rompuy

 

Toccherà a loro confermare o modificare quei giudizi, inclusa un'eventuale procedura a carico di un governo accusato di non stare alle regole. Durante la campagna referendaria, è probabile che da Bruxelles si cerchi di tenere un basso profilo nel dibattito italiano. Ma l'opinione che la Commissione produrrà a metà novembre per il Consiglio dei ministri finanziari potrebbe anche non essere positiva.

PIERRE MOSCOVICIPIERRE MOSCOVICI

 

In concreto un «procedura per deficit eccessivo» non comporterebbe la rinuncia alla sovranità come accaduto alla Grecia: Parigi, Madrid o Lisbona sono da anni sotto procedura, senza che in superficie ciò trasformi la loro vita politica. Questo ingranaggio però, quando s'innesca, espone un governo e un'amministrazione nazionale a una sorveglianza sempre più intrusiva da parte della Commissione europea. La suspense politico-burocratica attorno alla lettera di Bruxelles di questi giorni sarebbe solo un assaggio di ciò che aspetterebbe l'Italia in quel caso.

IL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEAIL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

 

Toccherà ai ministri europei decidere, se la Commissione raccomandasse di mettere l'Italia dentro quel tipo di percorso. Il 5 dicembre esprimeranno un primo orientamento, in vista una scelta da compiere comunque nei primi mesi dell'anno prossimo. Nel frattempo però, anche al netto del referendum, la settimana di inizio dicembre darà anche altre indicazioni su ciò che aspetta l'Italia nel 2017 e magari anche dopo.

 

È possibile infatti che l'aumento di capitale previsto per il Monte dei Paschi di Siena venga fissato dal 5 dicembre, fino al lunedì successivo. Quindi l' 8 dicembre è atteso l'altro appuntamento determinante per la sostenibilità della finanza pubblica italiana: il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che deve decidere come e per quanto continuare gli acquisti di titoli di Stato oltre marzo prossimo.

COMMISSIONE EUROPEACOMMISSIONE EUROPEA

 

I tassi d'interesse che l'Italia paga sul suo debito pubblico dipendono da questa scelta, vista l'equazione delicata con cui il governo sta approfittando del loro calo temporaneo per finanziare più spesa e meno tasse.

 

Di recente il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato che la «convergenza» fra i tassi d'interesse sul debito nell'area euro - i Paese più fragili pagano quasi come la Germania- «riflette l'aspettativa che il sostegno straordinario (della Bce, ndr ) continui». Poi si è chiesto: «Ma questo significa che continuerà per sempre? La risposta naturalmente è no». L'Italia non ha un tempo infinito entro cui ri-apprendere a navigare i mercati senza la bussola di Francoforte.

mario draghimario draghi

 

2 - RENZI PRENDE TEMPO MA DOPO IL REFERENDUM C'È LA STANGATA EUROPEA

Antonio Signorini per “il Giornale”

 

Lettera della Commissione in partenza in tarda serata. La legge di Bilancio che, a nove giorni dall'approvazione, ancora viaggia sotto forma di bozza nelle stanze di Palazzo Chigi e non approda come dovrebbe in Parlamento. I tempi dell'esame europeo che si allungano di giorno in giorno. Ritmi mediterranei per la manovra 2017. Solo i rappresentanti della Commissione sono già al lavoro nelle stanze del ministero dell' Economia.

 

ignazio visco mario draghiignazio visco mario draghi

Sono arrivati ieri, ma non per spulciare i conti della manovra (ancora sconosciuti a parlamentari e agli italiani) e suggerire aggiustamenti da fare in corsa. È una visita di rito legata agli «squilibri macroeconomici», dell'Italia, quindi alla stesura del prossimo «rapporto Paese» dell'Italia. Ma due fatti possono essere già dati per certi. Primo, l'esecutivo europeo farà il possibile per aiutare Matteo Renzi, rinviando il giudizio sulla «finanziaria» a dopo il referendum.

 

padoan mps titoli di statopadoan mps titoli di stato

Secondo, il conto presentato da Bruxelles, prima o poi, andrà pagato. Quanto potrebbe costare la correzione a posteriori della legge di Bilancio non è facile prevedere. Si può ipotizzare un decimale di deficit da tagliare, portando dal 2,3% al 2,2%. Poi il disavanzo strutturale da ridurre e portare dall' attuale più 0,6%, non a meno 0,4% come previsto dai patti, ma almeno a più 0,5%.

 

In tutto un conto intorno ai 3,5 miliardi che potrebbe arrivare dopo dicembre, quando ci sarà già stato il referendum e il quadro politico italiano sarà o confermato o stravolto. Nel primo caso, quello di una vittoria del Sì, il premier Renzi sarà in grado di reggere una manovra di aggiustamento, magari facendo marcia indietro su alcune scelte messe nella legge di Bilancio. Nel secondo caso, vittoria dei No e crisi di governo, toccherà ai tecnici mettere mano ai conti dello Stato, dando la colpa al predecessore. Un po' come i governi Monti e Letta dopo l' esecutivo Berlusconi.

 

MPS RENZI PADOANMPS RENZI PADOAN

Inevitabile che il conto arrivi perché la Commissione europea è in questo momento debole. Incalzata dalla Germania, che non può permettersi di affrontare le elezioni con Bruxelles che si mostra debole con gli Stati che non rispettano i patti. Una pressione molto più forte di quella che può mettere in campo Renzi minacciando di impuntarsi sui migranti, o sul bilancio europeo.

 

Ma per ora, spiegavano ieri fonti di Bruxelles, nessuno ha interesse a tenere alta la polemica. Sicuramente per non disturbare troppo l'esecutivo italiano alle prese con il referendum sulle riforme costituzionali. Ma anche per non fare emergere la debolezza della Commissione nei rapporti con gli Stati. L'unico modo per tenere bassa la polemica è, appunto, appellarsi per il momento ai passaggi formali. Ieri la portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici ha chiarito che non ci saranno bocciature a mezzo stampa.

 

europarlamento-europarlamento-

La lettera di Bruxelles fa parte di una procedura leggera di «consultazione» tra i Paesi membri e la Commissione quando vengono rilevati dei problemi nei documenti dei Paesi. L'Italia è in buona compagnia. L'esame vero e proprio dei Documenti programmatici di bilancio avviene entro il 30 novembre. A quel punto la Commissione potrà decidere, non di bocciare, ma di esprimere un parere negativo e invitare il governo a rivedere i conti. Se è quando il governo deciderà di mettere mano sul serio ai conti della legge di Bilancio, il voto sarà già passato.

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