del sette renzi lotti consip

CONSIP, IL GIOCO DEL SILENZIO – TUTTI GLI INDAGATI SI AVVALGONO DELLA FACOLTA’ DI NON RISPONDERE AI MAGISTRATI. OBIETTIVO: SALVARE BABBO TIZIANO – PRESTO IL FACCIA A FACCIA TRA LUCA LOTTI E LUIGI MARRONI – GLI INCONTRI (VERI, PRESUNTI, MILLANTATI) DI ALFREDO ROMEO CON IL PADRE DELL’EX PREMIER A FIRENZE - OGINO-KNAUS IN PROCURA

 

Giacomo Amadori per La Verità

 

CONSIP CARABINIERI

La battuta è fulminante e l' abbiamo ascoltata nei corridoi della Procura di Roma. L' investigatore, tra il serio e il faceto, stava riflettendo a voce alta sui paletti imposti all' inchiesta Consip, dove le date di indagini e interrogatori hanno dovuto tenere conto delle scadenze elettorali. E ha esclamato: «Ormai per le investigazioni dobbiamo utilizzare il metodo Ogino-Knaus. Bisogna lavorare con il calendario alla mano».

 

ALFREDO ROMEO

Eppure, nonostante le precauzioni, l' inchiesta Consip che i giornaloni davano già per defunta, non è stata abortita, anzi è viva e lotta insieme a noi. E nelle prossime settimane non farà mancare le sorprese. L' hanno ben capito gli indagati che uno dopo l' altro hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Tiziano Renzi il 3 marzo 2017 aveva offerto ai pm uno dei suoi soliti show, ma dopo aver capito che la Procura di Roma non era quella di Genova (dove si è difeso a puntate inviando memorie) venerdì scorso il suo avvocato, Federico Bagattini, è entrato nell' ufficio del procuratore Paolo Ielo e gli ha comunicato la nuova linea del babbo, tracciata dal figlio Matteo: avvalersi della facoltà di non rispondere.

 

CARLO RUSSO

MUTISMO

Dunque acqua in bocca sui rapporti con l' imprenditore Alfredo Romeo, accusato di corruzione nell' ambito dell' appalto Consip Fm4. Tiziano per quei contatti è indagato da più di un anno per traffico di influenze illecite: in poche parole avrebbe facilitato o promesso di facilitare in cambio di denaro i rapporti tra Romeo e i vertici della Consip, messi lì dal figlio premier.

 

I carabinieri del Noe e i pm di Napoli, guidati da Henry John Woodcock, si erano convinti che Renzi senior avesse incontrato Romeo e che i due avessero trovato un' intesa economica, tanto che il presunto ambasciatore di Tiziano, l' imprenditore Carlo Russo, indagato a sua volta, nell' ufficio romano di Romeo avrebbe addirittura messo a punto un «accordo quadro» che prevedeva 30.000 euro al mese per l' augusto genitore in cambio dell' appoggio nei confronti dell' ad di Consip Luigi Marroni, manager fiorentino con i giusti addentellati nel Giglio magico. Di una cena in un ristorante romano tra Renzi senior e Romeo aveva parlato anche l' ex tesoriere del Pd campano, Alfredo Mazzei. L' aveva raccontata, nel dicembre 2016, prima alla Verità e cinque giorni dopo agli investigatori.

 

alfredo mazzei

Ma Tiziano ha sempre negato ufficialmente di aver incontrato personalmente l' imprenditore napoletano. Sebbene, nell' ottobre 2016, una fonte abbia riferito al vostro cronista che Tiziano avrebbe esclamato a proposito di Romeo e dell' inchiesta che lo coinvolgeva: «Ma io quel tipo l' avrò visto una volta». C' è di più. In una sofferta telefonata con il figlio, Renzi senior, nel marzo 2016, aveva assicurato di non aver mai cenato con Romeo, ma di non ricordare i bar. Ora sembra che i magistrati abbiano ricostruito meglio data e luogo del possibile abboccamento. Che forse non è stato uno solo.

 

GIRAVOLTE

tiziano renzi luca lotti

Circa un mese fa Romeo, dopo essersi avvalso per mesi della facoltà di non rispondere, ha chiesto ai pm di essere ascoltato sull' appalto Fm4. Gli inquirenti romani si sono detti disponibili, ma hanno comunicato agli avvocati dell' imputato che lo avrebbero interrogato anche sulle altre questioni d' interesse investigativo, rapporti con babbo Renzi compresi. A questo punto Romeo si è rinabissato e ha scelto di continuare a tacere. Una decisione che sembra essere stata condivisa con gli altri coindagati.

 

Per esempio l' intermediario della trattativa tra Renzi senior e Romeo, ovvero Carlo Russo, si è sempre rifiutato di rispondere alle domande dei magistrati a partire dal 3 marzo 2016 quando venne convocato negli uffici dei carabinieri del Ros dai pm Mario Palazzi e Woodcock. Anche se la notizia non è mai trapelata, a ottobre Russo è stato convocato nell' ufficio romano di Ielo e anche in questo caso si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

HENRY JOHN WOODCOCK

Gli inquirenti volevano contestargli tutte le nuove prove raccolte e porgli qualche quesito sulle migliaia di euro in contanti che erano stati sequestrati a casa sua circa un anno fa. Ma le indagini potrebbero presto sgretolare questo muro d' omertà, smascherando eventuali bugie. Secondo Il Fatto Quotidiano, a inguaiare Tiziano potrebbero essere alcune intercettazioni. In una, risalente all' autunno 2016, Romeo e il suo consulente Italo Bocchino, ex colonnello di An, si dicono preoccupati di quanto sarebbe in grado di svelare a Woodcock l' indagato Giovanni Annunziata, ex gancio di Romeo all' interno del Municipio di Napoli, dove era dirigente al Patrimonio: «Magari gli ha raccontato che sei andato a Firenze e ti ha lasciato dietro al bar» ipotizza Bocchino.

 

IELO

Che continua: «Secondo me lui ha raccontato la questione di Firenze». E immagina che Woodcock sia interessato all'«interlocutore che parla del papà di quello con Romeo». Probabilmente il riferimento è al solito Russo. La veridicità di queste e altre conversazioni, a quanto risulta alla Verità, sarebbero state riscontrate attraverso gli spostamenti degli indagati verificabili grazie alle celle telefoniche. Infatti gli inquirenti non hanno recuperato solo i tracciamenti dei due anni precedenti alla richiesta (istanza che il procuratore aggiunto Ielo ha fatto all' apertura del fascicolo Consip), ossia del periodo compreso tra inizio 2017 e inizio 2015. No, i pm sono riusciti ad andare ancora più indietro con le loro ricerche.

 

 

luigi marroni

Infatti, grazie alle vecchie intercettazioni di Romeo e Annunziata (indagati a Napoli in altre vicende collegate), è stato possibile ricostruire i movimenti dell' imprenditore campano e dell' ex dirigente comunale, ma anche del loro amico toscano Carlo Vadorini, ai tempi dell' inizio del governo Renzi, se non addirittura a ritroso sino al 2013, quando l' imprenditore napoletano, attraverso la sua Isvafim Spa, finanziò la fondazione Open di Matteo Renzi con 60.000 euro.

 

Insomma i magistrati sono riusciti a riordinare gli spostamenti di Romeo risalendo molto indietro nel tempo e ricevendo riscontri importanti. Entro giugno le indagini verranno ufficialmente chiuse e sapremo finalmente quali siano le pistole fumanti nelle fondine degli inquirenti romani. Nel frattempo, per evitare assembramenti di giornalisti, è stato spostato l' annunciatissimo confronto all' americana tra il ministro dello Sport, Luca Lotti, sotto inchiesta per rivelazione di segreto e favoreggiamento, e il suo grande accusatore, l' ex ad di Consip Luigi Marroni.

 

«Oggi i giornali hanno fatto cilecca annunciando con tanto di data il faccia a faccia», ironizza un inquirente, «ma non è la prima volta. In questi mesi siamo riusciti a fare moltissimi approfondimenti e interrogatori su cui non c' è stata neanche una fuga di notizie.

MATTEO E TIZIANO RENZI

Come scoprirete presto».

 

NESSUN DOLO

A fine giornata, poi, arriva un altro botto. Il tribunale del Riesame ha infatti annullato la misura cautelare della sospensione dal servizio nei confronti del maggiore dei carabinieri Gianpaolo Scafarto. Per i giudici non c' è stato dolo negli errori contenuti nell' informativa dell' inchiesta Consip, neppure nelle parti che riguardavano Tiziano Renzi.

 

Per il Riesame non sono contestabili all' ufficiale neanche il depistaggio per la cancellazione dei messaggi Whatsapp e la rivelazione del segreto, se non in maniera del tutto marginale, per l' invio di atti ad altri militari. Un altro duro colpo al vittimismo della famiglia dell' ex premier che aveva più volte gridato al complotto proprio su questa vicenda.

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