mercorelli laricchia conte

CONTE FA LO STRATEGA E I GRILLINI LO SPERNACCHIANO - IL SUO APPELLO ALL’ALLEANZA CON IL PD NELLE MARCHE E IN PUGLIA VIENE IGNORATO E SI METTE DI TRAVERSO ANCHE VITO CRIMI: “L’ALLEANZA NON SI FARÀ” - LA CANDIDATA M5S IN PUGLIA, ANTONELLA LARICCHIA: “NON CHIEDETEMI DI PIEGARE LA TESTA, TROVATE IL CORAGGIO DI TAGLIARLA. MICHELE EMILIANO E’ UNA PERSONA INAFFIDABILE, PATETICO IN TUTTO IL SUO MODO DI FARE. MI OPPONGO AL PD PERCHÉ È IN GRADO DI OFFRIRE SOLO POLTRONE”

1 - REGIONALI, L'APPELLO DEL PREMIER SI RIBELLANO I CANDIDATI 5 STELLE

G.A.F. per il “Corriere della Sera”

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

A 48 ore dal termine ultimo per la presentazione delle liste, in una lunga intervista con il Fatto Quotidiano , Giuseppe Conte fa un appello alle forze politiche che compongono la maggioranza in vista delle Regionali del prossimo 20 e 21 settembre: «In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione». E ancora, sempre il presidente del Consiglio: «Una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green deal , dell'innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole».

 

assistente civico francesco boccia

L'appello viene subito accolto dal Pd, o almeno dalla maggioranza del partito. Dalle parti del Nazareno non hanno dubbi, in regioni determinanti per gli equilibri nazionali bisogna correre insieme. Soprattutto, dopo la votazione di Rousseau che ha cancellato un totem della narrazione del M5S. Non a caso, il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, si rivolge così agli alleati: «Mi aspetto risposte su Marche e Puglia, se non dovessero arrivare sarebbe inevitabile la nostra richiesta di voto disgiunto».

 

GIAN MARIO MERCORELLI

Il dibattito si surriscalda sull'asse Roma-Puglia e su quello che dalla Capitale porta nelle Marche. Urge, convincere i candidati del M5S di Puglia e Marche, Antonella Laricchia e Gian Mario Mercorelli, a fare un passo indietro, o comunque ad accettare il ticket con i prescelti dal Nazareno.

 

In casa democrat si aspettano una risposta dai vertici del Movimento che vada nella stessa direzione dell'inquilino di Palazzo Chigi e che faccia seguito al quesito su Rousseau sulle alleanze con i partiti tradizionali, caldeggiato da Luigi Di Maio e Beppe Grillo. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e dirigente del Pd, uno dei tessitori del tentativo di alleanza nelle Marche, è speranzoso: «Qui ci sono tutte le condizioni per chiudere un accordo con Maurizio Mangialardi presidente e Gian Mario Mercorelli vice. Proviamoci fino alla fine».

 

BEPPE GRILLO E GIAN MARIO MERCORELLI

Nel frattempo il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, in un post che intitola «gli sciusciasciorbisti», replica a chi - leggi alla voce Dario Nardella - si è messo di traverso rispetto all'accordo nei territori con il M5S: «Si può legittimamente pensare che l'alleanza organica con 5 Stelle sia già un risultato compiuto e scontato. E allora la conseguenza è sostenere il maggioritario.

 

Si può, invece, pensare che il nuovo centrosinistra, ad oggi, sia un risultato tutt' altro che affermato e che se si realizzerà dovrà affrontare molti passaggi, evoluzioni e decantazioni. Io, per esempio, la penso così». Sia come sia, le ore passano e le parti restano distanti. Goffredo Bettini (Pd) è convinto che «un accordo nelle Marche si può fare».

 

ANTONELLA LARICCHIA

Eppure minuto dopo minuto tutto si sgretola. I vertici del M5S con Vito Crimi e con i due candidati di Puglia e Marche, Antonella Laricchia e Gian Mario Mercorelli, si dicono indisponibile. Rincarano poi Danilo Toninelli («Non si può certo pensare a imposizioni dall'alto»), Barbara Lezzi ("Arginare la mala politica") e infine Alessandro Di Battista ("Laricchia è una donna coraggiosa"). Così, rischia di cadere nel vuoto l'appello del premier.

 

2 - LARICCHIA: SE VOGLIONO LA MIA TESTA LA TAGLINO

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

 

«Io non faccio patti di desistenza con la vecchia politica, ma patti di resistenza con la società civile che è al mio fianco da un anno, dalla fase progettuale». Non si ritira, ma rilancia Antonella Laricchia, classe '86, una laurea in architettura, grillina dal 2013 e già candidata alla guida della Puglia nel 2015, proprio contro Emiliano. Ora si sente blindata dai vertici, dalle parole di Vito Crimi, dalle molteplici telefonate che ha ricevuto nel corso della lunghissima giornata. Al mattino però è rimasta «sorpresa» leggendo del premier Giuseppe Conte al Fatto Quotidiano .

 

E perché?  «Sorpresa perché era in contraddizione con il mio ultimo incontro con il presidente del Consiglio dove ci eravamo intesi che non ci sarebbero state le condizioni per partorire un'alleanza con il Pd». A quel punto fa un post che fa il giro delle segreterie: «Non chiedetemi di piegare la testa, trovate il coraggio di tagliarla».

 

GIUSEPPE CONTE E MICHELE EMILIANO

E lei, l'architta Antonella, non si piega e va avanti. Non ne vuol sapere del Pd, né tantomeno di Emiliano che, nel corso del colloquio con il Corriere, definisce «una persona inaffidabile, patetico in tutto il suo modo di fare».

 

Confessa di aver ricevuto un messaggio da parte del governatore uscente, ma non ne svela il contenuto: «Però le posso dire una cosa. Emiliano si è ricordato di avere il mio numero di telefono solo due giorni fa». Resta però una domanda: perché ha un pregiudizio nei confronti del Pd? «Non è questione né di destra, né di sinistra. Io ascolto, colgo tutti gli elementi di novità e li porto in Regione. So dunque chi è utile e chi no. Mi oppongo al Pd perché è in grado di offrire solo poltrone. A me interessa riorganizzare la sanità, rendere più efficienti i centri per l'impiego e garantire i servizi di bonifica agli agricoltori».

MICHELE EMILIANO

 

Eppure se tutto restasse così, se l'alleanza di governo si spaccasse, il centrodestra rischierebbe di vincere. Ecco, non si sentirebbe responsabile? «I miei elettori - rilancia ancora - non sono cagnolini ovunque io vado. Votano me e le mie liste se rappresentano un cambiamento. Punto» .

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO