conte di maio salvini

“O RITROVIAMO UN METODO DI LAVORO O NON SI VA AVANTI” - CONTE PROVA A CHIUDERE LA BARUFFA TRA DI MAIO E SALVINI CHE, DALLE EUROPEE, HANNO SMESSO DI COLLABORARE - IN CASO DI CRISI DI GOVERNO E DI FIBRILLAZIONE DEI MERCATI, MATTARELLA POTREBBE CHIEDERE DI BLINDARE I CONTI CON UNA MANOVRA CORRETTIVA PRIMA DI NUOVE ELEZIONI - MOLTO DIPENDE DA CIÒ CHE DIRÀ DOPODOMANI BRUXELLES E DALLA REAZIONE CHE I MERCATI RISERVERANNO AD UNA NUOVA RICHIESTA DI CORREZIONE DEI CONTI PUBBLICI

Marco Conti per “il Messaggero”

 

tria di maio salvini conte

Più che una conferenza stampa quella di oggi del presidente del Consiglio sarà una sorta di compassatissimo sfogo in diretta tv. Perchè sì, va bene esaltare le tante cose fatte dal governo nei primi mesi, ma poi non è stato tanto il risultato dalle Europee a rovinare tutto, quanto la fine del rapporto tra i due vicepremier. E così Giuseppe Conte oggi proverà a cambiare di nuovo il suo ruolo da «garante del contratto», a «garante degli interessi degli italiani» i quali ancora attendono, con il presidente del Consiglio, che Di Maio e Salvini si mettano intorno ad un tavolo e decidano se e come proseguire.

 

L'ATTESA

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

D'altra parte, a Conte il ruolo del «tecnocrate» - come lo definivano ieri con sospetto i più stretti collaboratori di Di Maio - non dispiace. Anzi. Si considera un avvocato prestato alla politica e che non esclude di tornare presto al suo mestiere qualora i due vicepremier pensino di continuare a sostituire la politica con la campagna elettorale permanente. Alla vigilia della partenza per Hanoi, il presidente del Consiglio lascia a Roma il suo personalissimo Vietnam contando di tornare in tempo per il consiglio dei ministri di venerdì nel quale si attende dai suoi due vice risposte convincenti sulla volontà di andare avanti.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

L'invito del premier a Di Maio e Salvini è quello recuperare un metodo di lavoro e, soprattutto, di tornare al rispetto reciproco non per esigenze di etichetta, quanto per dovere. Altrimenti, è il sotto-testo, per Conte è meglio finirla qui e salutarsi. Non c'è da attendersi una prova di forza, e tanto meno una sfida, ma la consapevolezza di essere - malgrado tutto - ancora l' unico punto di caduta di un governo che potrebbe essere chiamato a continuare ancora, malgrado tutto congiuri contro.

 

Il motivo è noto anche a Di Maio, che ne ha fatto una sorta di ancora di salvezza personale, e a Salvini, più volte edotto sulla faccenda dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. E sta tutto nella concreta possibilità che al traballantissimo governo non venga risparmiato il compito di mettere in sicurezza i conti del Paese prima di nuove elezioni.

 

CONTE SALVINI DI MAIO BY SPINOZA

Ovviamente molto dipende da ciò che dirà dopodomani la Commissione di Bruxelles, e tutto ruota sulla reazione che i mercati riserveranno ad una nuova - l' ennesima - richiesta di correzione dei conti pubblici, pena l' apertura di una procedura per eccesso di debito.

Visto l' andamento dello spread e le difficoltà della borsa, la richiesta - qualora dovessero crescere i pericoli per la tenuta del Paese di fronte a possibili attacchi speculativi - potrebbe arrivare direttamente dal Quirinale.

 

Dalla presidenza della Repubblica non sono mai arrivate valutazioni ostative su un possibile voto anticipato. Al tempo stesso resta però da applicare il principio sancito dall'articolo 97 della Costituzione, e richiamato più volte dallo stesso Mattarella, secondo il quale «avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e per il loro futuro».

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

I segnali di nervosismo degli investitori non mancano e da qualche giorno circola anche a palazzo Chigi l'ultimo e duro report di Goldam Sachs che parla dell' Italia come Plutone, un satellite «in fuga dall' Europa». L'eventuale manovra correttiva rischia però di rappresentare un ostacolo non da poco sulla via del voto, anche se consentirebbe al Paese di non sommare gli effetti di una fine anticipata della legislatura, al timore per il destino dei propri risparmi.

 

Per Salvini, che ragiona già da premier, «l'ultima cosa da fare prima del voto» - ovvero una manovra-bis - potrebbe rappresentare un problema, ma anche l'opportunità di cominciare l' eventuale avventura a palazzo Chigi da premier, senza il retaggio di un pesante passato. Per Di Maio si tratta invece dell' unico argomento in grado di mettere almeno in pausa la cavalcata leghista, nella speranza di invertire il trend negativo, placare il sempre più agguerrito fronte interno e tentare di chiudere quante più finestre elettorali.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…