giuseppe conte burocrazia

MA CHI LI SCRIVE ‘STI DECRETI, LA SETTIMANA ENIGMISTICA? – MENTRE CONTE DICE DI VOLER SBUROCRATIZZARE IL PAESE CONTINUA A SFORNARE LEGGI INCOMPRENSIBILI - SERGIO RIZZO: “NEL ‘CURA ITALIA’ C’È UN RIMANDO ADDIRITTURA A UN REGIO DECRETO DEL 1910” – “NON È UN PROBLEMA DI FORMA, MA MENO BANALMENTE DI DEMOCRAZIA. A LEGGERE QUESTE NORME COSÌ ASTRUSE VIENE IN MENTE CHE CHI LE HA SCRITTE FORSE…”

Sergio Rizzo per “la Repubblica”

 

giuseppe conte meme

E pensare che nel tentativo di fermare il delirio è stata fatta perfino una legge. C' è scritto che «ogni rinvio ad altre norme contenute in disposizioni legislative» deve indicare «in forma integrale o in forma sintetica», ma soprattutto «di chiara comprensione » la materia «alla quale le disposizioni fanno riferimento ». Ovvio: in un Paese democratico è il minimo sindacale. Articolo 3 della legge 69 approvata dal Parlamento il 18 giugno del 2009, per gli amanti della precisione. Peccato che quella legge non sia mai, e proprio mai, rispettata.

giuseppe conte meme 1

 

Un esempio recente? Decreto Cura Italia, articolo 68, comma 2: «Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche agli atti di cui all' articolo 9, commi da 3-bis a 3-sexies, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, e alle ingiunzioni di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, emesse dagli enti territoriali, nonché agli atti di cui all' articolo 1, comma 792, della legge 27 dicembre 2019, n. 160».

 

roberto gualtieri giuseppe conte 1

Chi l' avrà scritto? Certo un giurista sopraffino, per aver inserito un rimando addirittura a un regio decreto del 1910, ovvero 110 anni fa: quando non avevamo ancora cominciato la guerra coloniale in Libia, la nazionale italiana di calcio non aveva ancora giocato una partita e in Messico Pancho Villa ed Emiliano Zapata non erano ancora entrati in azione contro l' esercito del dittatore Porfirio Diaz.

 

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

Il bello è che di questi rimandi incomprensibili nel Cura Italia, hanno calcolato gli esperti dell' associazione dei costruttori, ce ne sono 472. Oltre che al 1910, anche al 1931 e al 1942. Come anche nel successivo decreto Liquidità, dove i rimandi sono "soltanto" 190. Uno di essi anche a un regio decreto del 1923. Seicentosessantadue rimandi in due soli decreti, e il pallottoliere non ha ancora finito di girare sul terzo decreto del Rilancio.

 

Ma la legge del 2009? E quella ancora precedente, del 1988, che incarica il governo di controllare che le leggi siano scritte in modo semplice e comprensibile? A leggere queste norme così astruse viene in mente che chi le ha materialmente scritte, e fa parte del governo che paradossalmente ne dovrebbe garantire la comprensibilità, sa magari tutto dei decreti regi del 1910 ma forse non conosce le leggi sulla chiarezza delle leggi.

burocrazia

Oppure le conosce ma semplicemente non ritiene di doverle rispettarle. Tanto non ci sono sanzioni, cosa volete che accada?

 

Ignorando che non è un problema di forma, ma meno banalmente di democrazia. Chi ha il delicatissimo compito di scrivere una legge dovrebbe sempre rammentarlo. Mentre assai raramente i burocrati incaricati di stendere i testi sembrano preoccuparsene.

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN

Ecco allora che poche ore dopo la solenne promessa del presidente del Consiglio, quella di voler mettere un freno all' impazzimento burocratico con l' ennesimo provvedimento di semplificazione, spunta la bozza del regolamento attuativo del codice degli appalti. Fatto ancora più significativo se si pensa che il rilancio dell' economia in Italia, hanno sempre sostenuto tutti i governi, passa tipic amente per la ripresa dell' edilizia e delle infrastrutture. Per capire di che cosa si tratti facciamo un passo indietro.

 

imprenditore e burocrazia

Nell' aprile 2016 il governo di Matteo Renzi sforna il nuovo codice degli appalti. Doveva rendere più agevole la complicatissima realizzazione delle opere pubbliche, ingessata da una valanga di norme. Ma non succede grazie a tutta una serie di ragioni, inclusa la sterminata mole del provvedimento (pieno anche di errori): 220 articoli per un totale di circa 898 mila caratteri. Arriva il governo Conte uno e si scopre (sorpresa!) che i cantieri sono fermi.

PAOLA DE MICHELI

 

Allora si fa un decreto per sbloccarli, che però non funziona: tanto è vero che dopo un anno non è ancora diventato operativo. Anche perché nel frattempo si passa dal Conte uno al Conte bis con una maggioranza politica completamente diversa e il ministro grillino Danilo Toninelli viene sostituito dalla ministra Paola De Micheli del Pd. In quel decreto c' è però una norma che cambia ancora le carte in tavola sugli appalti pubblici prevedendo che per attuare quel codice approvato nel 2016 sia necessario un regolamento attuativo.

 

RAFFAELE GRECO CONSIGLIO DI STATO

Di nuovo, come negli ultimi 25 anni, si rispolvera il meccanismo folle che ha inceppato i cantieri e proprio nel provvedimento per sbloccare i cantieri. Per rispolverarlo si nomina una commissione di 13 persone affidata al consigliere di Stato Raffaele Greco, di cui fanno parte oltre a esponenti della burocrazia ben tre fra gli avvocati amministrativisti più noti, che della burocrazia sono controparti in giudizio. Non proprio normalissimo, compreso il fatto che fra loro c' è anche chi ha auspicato l' abolizione del codice degli appalti e ora invece contribuisce a fare il suo assurdo regolamento.

 

RAFFAELE GRECO CONSIGLIO DI STATO

Altrettanto sterminato, ma che sicuramente gli darà da lavorare. Alla fine dopo lunghissime tribolazioni e alcuni mesi di ritardo, salta fuori la bozza. Che lascia basiti: 313 articoli, che sommati ai 220 del codice, fanno 533. Il tutto cuba un milione 715 mila caratteri.

giuseppe conte meme 1

Con dentro prescrizioni formidabili, tipo la norma che impone a chi si presenta a una gara d' appalto di elencare minuziosamente per iscritto tutte le leggi, le norme e le disposizioni che servono per fare il suo progetto. Il delirio continua.

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…