CONTROPELO A RENZI - FLORES: ‘’PROVI A TOCCARE I CONFLITTI D’INTERESSE. PERCHÉ NON PARLA DI LEGALITÀ?’’ - SOFFICI: “PERCHE’ LA MIRACOLATA MADIA?” - CORRIAS: ‘’A D’ALEMA RESTERÀ SOLTANTO IL VINO’’

1. A MASSIMO RESTERÀ SOLTANTO IL VINO
Pino Corrias per "Il Fatto Quotidiano"

Vincendo le primarie Matteo Renzi ha finalmente fondato il Partito democratico. Lo ha estratto da quell'ombra di intrighi in cui languiva e dalle macerie di una sintassi d'antico politichese che dal primo momento lo ha imprigionato in multiple correnti, ribaltoni elettorali.

L'aria malinconica di Gianni Cuperlo, ufficialetto asburgico così consapevole del declino dell'impero, è un eccellente viatico. Perché illumina l'allegra giovinezza del nuovo corso e persino il vitalismo che Renzi ha mostrato pronunciando il suo notevole discorso di investitura, con poche promesse, qualche valore progressista di buon conio, nessun rancore. Ovvio che dovrà guardarsi le spalle.

Tutti i pregressi vincitori delle scorse primarie sono stati masticati da quel teatro della crudeltà che da tempo ha sostituito la politica del più politico tra i partiti: Romano Prodi per primo, accoltellato in scena, poi Walter Veltroni, liquidato malamente, poi Pier Luigi Bersani, finito peggio della sua inspiegabile ostinazione. Ma la scarsità del tempo a disposizione - prima del naufragio che ci minaccia - forse metterà Renzi al riparo da troppe congiure, trasformando in via definitiva D'Alema in un enologo.

2. PROVI A TOCCARE I CONFLITTI D'INTERESSE - PERCHÉ NON PARLA DI LEGALITÀ?
Paolo Flores D'Arcais per "Il Fatto Quotidiano"

Conflitto d'interessi, monopolio televisivo, rivoluzione della legalità sono i tre temi cruciali che Renzi ha sempre evitato, mentre se non si affrontano e risolvono si resta nella morta gora del ventennio berlusconian-inciucista. In Spagna, anni fa, il tetto per la proprietà catodica privata era il 25% di una rete. La legge del 1957 che inibisce la candidatura a chi possieda o controlli una concessione statale andrebbe estesa anche a incarichi di governi e istituzionali, e sottratta a interpretazioni "furbe".

Per una svolta di legalità basterebbe cominciare dall'abrogazione della prescrizione non appena intervenga il rinvio a giudizio e dall'introduzione del reato di ostruzione di giustizia, con le durissime sanzioni di rito anglosassone. Quanto alle promesse, un taglio draconiano dei costi della Casta è tecnicamente facilissimo, ma resterà aria fritta se affidato al governo Napolitano-Lettalfano. Renzi può ottenerlo solo se su questo si muove di conserva col Movimento Cinque Stelle. Se son rose fioriranno.

3. SUBITO LA LEGGE ELETTORALE
Caterina Soffici per "Il Fatto Quotidiano"

"Mai il proporzionale" disse un mese fa alla Leopolda. Ora mantenga la promessa. La cosa più urgente è fare una legge elettorale con almeno tre caratteristiche: che siano gli elettori a scegliere i propri rappresentanti, che abbia uno sbarramento almeno al 4% (addio a Casini e company) e che dia la possibilità a chi vince le elezioni di governare il paese, senza larghi inciuci e intese sottobanco.

Il Parlamento deve tornare il sovrano di questa nostra Repubblica e il Colle ritornare al suo posto, costituzionalmente parlando. Che lo faccia alla francese, alla tedesca, con doppio turno o con tuffo carpiato è uguale, l'importante è il risultato. Si ricordi che 9 milioni di italiani, in un certo famoso referendum, dissero che volevano il maggioritario. Cosa non fare? Indulgere nella retorica della rottamazione e del confronto generazionale come valore assoluto. E se per mettere 7 donne contro 5 uomini nella nuova segreteria ha preso "l'inesperta di professione" come Marianna Madia, la miracolata di Veltroni e Letta, ci accontentavamo anche di un pareggio: 6 uomini e 6 donne andava bene lo stesso. Non c'è bisogno di strafare.

 

 

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