
“DITECI SE ROBERTO D’AGOSTINO E CIRO PELLEGRINO SONO STATI TARGET DELL’INTELLIGENCE” – IL COPASIR INCALZA ALFREDO MANTOVANO: IL COMITATO PER LA SICUREZZA HA INVIATO UNA LETTERA ALL’AUTORITÀ DELEGATA DELLA SICUREZZA SUL CASO PARAGON – SE, COME PER FRANCESCO CANCELLATO, FOSSE CONFERMATO L’UTILIZZO DEL SOFTWARE GRAPHITE, DELLA SOCIETÀ ISRAELIANA, IN USO SOLO AGLI STATI, CI SONO TRE IPOTESI: O MENTE IL GOVERNO (E SONO STATI I SERVIZI A INTERCETTARE I GIORNALISTI), O MENTE PARAGON (IL SOFTWARE VIENE UTILIZZATO ANCHE DA ENTI NON GOVERNATIVI), OPPURE...
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
“Diteci se i giornalisti Roberto D’Agostino, Ciro Pellegrino ed Eva Vlaardingerbroek sono stati dei target della nostra intelligence». Tradotto: fateci sapere se siete stati voi a intercettarli. Il Copasir torna a occuparsi del caso Paragon.
E lo fa, si apprende da fonti di governo, con una lettera all’Autorità delegata, il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, dopo la prima discovery delle indagini delle procure di Roma e Napoli: i pm, per effettuare le analisi forensi sui cellulari, hanno reso noto ufficialmente l’identità dei giornalisti che hanno ricevuto l’allarme «di intrusione» sul loro cellulare. E che hanno presentato denuncia.
alfredo mantovano foto mezzelani gmt 009
La polizia postale ha iniziato gli accertamenti e sarà cruciale capire la volontà di Paragon di collaborare: la società israeliana che produce il software Graphite […] ha infatti detto di essere in grado di sapere chi ha spiato un’utenza telefonica.
Fino a questo momento Mantovano, e con lui i direttori delle agenzie di intelligence, hanno fermamente negato di aver intercettato giornalisti con Paragon: non sono stati loro, hanno detto, a inoculare il software nel cellulare del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, tra i primi a ricevere l’alert. [...]
I ricercatori canadesi di Citizen Lab […] si sono già detti certi del fatto che sui telefoni di Cancellato e Pellegrino ci sia un software di Paragon. Chi è stato, quindi, se il programma può essere venduto solo agli Stati e i nostri servizi dicono di non averlo usato?
Tre le possibili risposte. Mente il nostro governo se sono stati i servizi a intercettare i giornalisti: fino a questo momento non è però emerso alcun elemento in questo senso. L’analisi nei database è stata negativa.
giorgia meloni in versione hacker
Mente Paragon, se il software è in uso a enti non governativi. È possibile però che non menta nessuno dei due. E che il software, in uso al governo italiano, sia stato illecitamente utilizzato da qualche dipendente infedele, magari messo a disposizione di agenzie private. Se così fosse, Paragon potrebbe averne la prova.
Esiste anche un’altra possibilità. E cioè che i giornalisti siano stati intercettati con spyware diversi da Paragon. Anche perché quello che sta emergendo è un uso sistematico di spyware verso i giornalisti in tutto il mondo.
Nei giorni scorsi, rispondendo a un’interrogazione dell’eurodeputato del Pd, Sandro Ruotolo, Apple ha raccontato di aver inviato, nell’ultimo ciclo di notifiche, alert a utenti in 94 paesi. Utenti selezionati sulla base dell’identificazione di schemi di attività sospette su giornalisti, attivisti, oppositori politici. «È la prova – aveva detto Ruotolo - che siamo di fronte a un attacco sistemico alla libertà di stampa, alla democrazia, alla sicurezza dei cittadini». In Italia come in Europa.
CIRO PELLEGRINO
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE