trump putin may

LA COZZA DI FERRO SI SENTE CHURCHILL: LA MAY CONVINCE GLI USA A SCULACCIARE PUTIN PER DIMENTICARE LA BREXIT – TRA USA ED EUROPA, ESPULSI 100 DIPLOMATICI RUSSI – MACRON E LA MERKEL I PIU’ DURI CONTRO IL CREMLINO – TRUMP CAVALCA LA CRISI PER ALLONTANARE IL PROPRIO RUSSIAGATE - SE GENTILONI PIEGA LA TESTOLINA, TSIPRAS SI SCHIERA PRO-PUTIN

 

Marco Bresolin per la Stampa

 

MAY PUTIN

Tutti contro la Russia. Con una mossa senza precedenti, il mondo occidentale si compatta e lancia la sfida a Vladimir Putin, espellendo più di cento diplomatici del Cremlino. Gli Stati Uniti al fianco dell' Europa, a sua volta stretta attorno alla Gran Bretagna a tre settimane dall' attacco con il gas nervino avvenuto a Salisbury. È uno scenario che rievoca gli anni della Guerra Fredda. Per Mosca si tratta di «pura provocazione», alla quale intende rispondere a tono. E a quel punto sarà la Russia contro tutti.

 

TRUMP E MAY A DAVOS

La tensione era nell' aria da giorni, un crescendo che ha avuto il suo apice nel primo pomeriggio di ieri. Verso le 15 (ora italiana) è stato premuto il grilletto. Una raffica di espulsioni coordinate, comunicate simultaneamente dalle cancellerie occidentali e indirizzate a oltre cento diplomatici russi, costretti ora a fare le valigie per ritornare all' ombra del Cremlino «nel giro di una settimana».

 

Dagli Stati Uniti al Canada, fino alla maggior parte degli Stati Ue (17 su 28), Italia compresa: è lungo l' elenco dei governi che hanno deciso la linea dura, in cui figurano anche l' Ucraina, la Norvegia, la Macedonia e l' Albania. Un gesto forte per rispondere all' uso del gas nervino contro l' ex spia russa Sergei Skripal, avvelenata con la figlia Yulia il 4 marzo scorso a Salisbury (Inghilterra).

heiko maas

 

«Per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, sono state usate armi chimiche in Europa», ha ricordato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. «Dopo un tale attacco - ha aggiunto - non potevamo rimanere a guardare». Per Theresa May le decisioni prese ieri sull' asse Transatlantico non vanno lette soltanto come gesto di solidarietà verso il suo Paese e il suo governo (che comunque incassa un' importante vittoria diplomatica), ma rappresentano «una risposta alla minaccia alla sicurezza di tutti».

 

Il gesto più rumoroso è quello degli Stati Uniti: oltre 60 i russi cacciati (di cui 12 in servizio all' Onu) con l' accusa di essere delle «spie» sotto copertura. Si tratta della più grande espulsione di diplomatici russi della storia. La Casa Bianca ha inoltre deciso di chiudere il consolato russo di Seattle, «utilizzato come base fondamentale per le operazione di intelligence» del Cremlino. La mossa di Donald Trump è certamente quella che più preoccupa Vladimir Putin, che forse pensava a una reazione circoscritta ai Paesi Ue.

 

SKRIPAL E FIGLIA 1

I segnali da Bruxelles comunque erano già arrivati giovedì sera, durante la cena al Consiglio europeo. Un confronto che aveva portato a un comunicato molto duro che accusava direttamente la Russia. I governi avevano deciso di richiamare per consultazioni l' ambasciatore Ue a Mosca e sul tavolo si era fatta largo l' ipotesi di espellere i diplomatici russi in servizio nelle ambasciate presso l' Ue.

 

Una mossa che però si era subito scontrata con la resistenza del premier belga Charles Michel: essendo accreditati in Belgio, sarebbe toccato al suo governo pagare le possibili conseguenze di una rappresaglia di Mosca. Per questo si è deciso di muoversi «separatamente, ma in maniera coordinata». Il conteggio delle espulsioni vede Francia e Germania in vetta, a pari merito con la Polonia: quattro allontanamenti a testa. Tre ciascuno per Repubblica Ceca e Lituania, due per Italia, Danimarca, Spagna e Olanda. Uno solo da Lettonia, Romania, Croazia, Svezia, Finlandia, Ungheria ed Estonia.

 

donald trump emmanuel macron

«Misure aggiuntive, incluse ulteriori espulsioni nella cornice comune europea, non sono escluse nei prossimi giorni e nelle prossime settimane», ha detto Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Londra aveva già deciso 23 espulsioni, mentre l' Ucraina ieri ne ha annunciate 13. Oggi potrebbe aggiungersi all' elenco anche il Belgio, di certo non l' Austria: «Vogliamo restare neutrali», ha detto il premier Sebastian Kurz.

 

Anche la Grecia non si schioda dalla linea pro-Russia: giovedì, a poche ore dal Consiglio, Alexis Tsipras aveva parlato al telefono con Putin. Il premier greco, insieme con Paolo Gentiloni, aveva cercato di ammorbidire i toni in Consiglio. Ma alla fine ha prevalso il pugno di ferro, al quale il governo uscente italiano si è adeguato.

 

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