COMMEDIA GRECA – “SIAMO PARTITI DA MARX E SIAMO ARRIVATI A BLAIR”, AMMETTONO IN SYRIZA – ORA INIZIA LA PARTITA PIÙ DURA PER TSIPRAS, TRA GUERRA AI GRANDI EVASORI E LOTTA ALLA POVERTÀ

Ettore Livini per “la Repubblica

 

Alexis Tsipras guadagna quattro mesi di tempo per salvare Atene. E vara un piano di riforme che — dopo l’ok dell’Eurogruppo — affronta ora l’esame più difficile: quello dei greci e di Syriza. Le sei pagine di «ambiguità costruttiva » ( copyright dell’autore Yanis Varoufakis) prive di numeri e cifre approvate dall’ex Troika hanno regalato una giornata da incorniciare ai mercati (+10% la Borsa ellenica) ma non hanno placato i mal di pancia della sinistra nazionale. «I vecchi combattenti come te sanno che in certi casi la forza non basta — ha spiegato Tsipras al compositore Mikis Theodorakis, capofila con l’eroe della Resistenza Manolis Glezos della fronda domestica — . Servono cervello e strategia per non cadere nelle trappole».

VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS

 

Dovrà utilizzarli entrambi nelle prossime ore per convincere il Paese che i “pro” dell’intesa — «nessuno ci detterà più le riforme e abbiamo vincoli meno stretti sull’avanzo primario» — sono di gran lunga superiori ai contro: il ritorno sotto mentite spoglie del memorandum e della Troika e la mezza marcia indietro — obbligata viste le forze in campo — su alcune promesse elettorali. «Siamo partiti da Marx e siamo arrivati a Blair» scherzavano (ma non troppo) ieri alcuni uomini dell’ala più radicale di Syriza.

 

La vera sfida di Tsipras è riuscire a realizzare le ambiziose riforme proposte per liberare le risorse necessarie ad affrontare la crisi umanitaria nazionale: luce gratis ai poveri, la tredicesima per le pensioni più basse, assistenza sanitaria per tutti, ritorno dei contratti collettivi. «Priorità unilaterali da approvare il primo giorno di governo», alla vigilia delle elezioni, relegate oggi in coda agli impegni presi con la Ue, subordinate oltretutto all’ok dei creditori e — come recita lapidaria l’ultima frase del documento — «alla certezza che non avranno alcun effetto sui conti dello Stato ».

 

LA GUERRA AGLI EVASORI

tsipras merkeltsipras merkel

E’ il capitolo più aggressivo nella lettera di Varoufakis e quello che è piaciuto di più a Bruxelles. Il governo si impegna («con l’aiuto dei partner») al varo di un’anagrafe tributaria hi-tech in grado di passare ai raggi x anche le dichiarazioni passate e a rafforzare l’indipendenza del Segretario generale del Fisco dalla politica. Guerra totale anche a contrabbando tabacco (800 milioni l’anno di entrate in più) e benzina (1,5 miliardi) rendendo obbligatorio il Gps sulle navi per evitare che scarichino carburante fuori dai porti autorizzati. Queste entrate dovrebbero consentire di evitare i tagli alle pensioni e l’aumento dell’Iva annunciati da Samaras.

 

CONDONO E BUROCRAZIA

Altre risorse arriveranno da un mega condono fiscale in stile Robin Hood. Syriza consentirà di riscadenzare in 100 rate gli arretrati con l’erario, privilegiando le famiglie più povere e penalizzando i grandi evasori. Operazione che dovrebbe garantire 2,5 miliardi di entrate. In arrivo, con gli applausi dell’Eurogruppo, un piano di aste online per tagliare i costi delle forniture dello Stato e una riorganizzazione della pubblica amministrazione per sforbiciare le spese che non vanno in pensioni e salari, «un impressionante 56% del totale». Lotta dura anche contro cartelli e corporazioni.

 

PRIVATIZZAZIONI E LAVORO

varoufakis piacionevaroufakis piacione

Qui iniziano i guai sul fronte interno. Atene si impegna a non fare retromarcia sulle privatizzazioni già avviate, come quella del Pireo e degli aeroporti. E valuterà quelle successive in base «all’interesse nazionale». Panagiotis Lafazanis, ministro e leader dell’opposizione interna, ha contestato duramente ieri in Consiglio dei ministri questo punto. Molte polemiche ci sono anche in tema di lavoro. Il documento approvato in Europa prevede in modo vago «un approccio creativo» per reintrodurre i contratti collettivi e — molto gradualmente — lo stipendio minimo. Ma solo con l’ok dei creditori.

 

PENSIONI E CORRUZIONE

La lotta alla corruzione sarà una «priorità nazionale». Atene si impegna a rivedere il finanziamento pubblico ai partiti, a tagliare i legami tra economia e politica obbligando ad esempio gli oligarchi a pagare frequenze e tasse. Il documento non fa per ora riferimento ai privilegi fiscali di armatori e Chiesa ortodossa. Verrà abolita l’immunità parlamentare. Malumori suscita invece il delicatissimo problema delle pensioni, che Samaras, per dire, non aveva voluto affrontare. Syriza promette di legarle ai contributi versati e, soprattutto, di eliminare i privilegi. Letto in controluce, salterà la possibilità di prepensionamento per molte categorie. Tasto delicatissimo per la pax sociale nazionale.

samaras e li keqiang al porto del pireo di atene comprato dai cinesisamaras e li keqiang al porto del pireo di atene comprato dai cinesi

 

LE MISURE UMANITARIE

E’ di gran lunga il capitolo più delicato. «Dobbiamo affrontare le emergenze sociali causate dalla crisi — dice il documento nella parte finale — . Cose basilari come cibo, casa, energia e salute. Valuteremo la possibilità di uno stipendio minimo garantito nazionale». Peccato che la solidarietà alla “tedesca” abbia precisi vincoli contabili. «Dobbiamo intervenire essendo certi che la crisi umanitaria non abbia conseguenze sulla solidità del bilancio dello Stato». I soldi, insomma, si spendono solo se ci sono. E visto che Atene è senza un euro, gli interventi per tamponare la tragedia sociale saranno costretti a rimanere in lista d’attesa.

il porto del pireo ad ateneil porto del pireo ad atene

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....