crosetto meloni santalucia salvini

GOVERNO-MAGISTRATI: SCONTRO SENZA FINE - GUIDO CROSETTO IMBRACCIA IL LANCIAFIAMME CONTRO I PM ”POLITICIZZATI” CHE "STRAVOLGONO LE LEGGI": “L'ANM DEVE GARANTIRE LA TERZIETÀ DEI MAGISTRATI E NON ALIMENTARE LO SCONTRO" - SUL CASO TOTI: "MI FANNO RIBREZZO LE PERSONE CHE SPECULANO SU VICENDE DI QUESTO TIPO. UN MINISTRO DI FORZA ITALIA HA SCARICATO TOTI, DIMENTICANDO LA STORIA DEL FONDATORE DEL SUO PARTITO E LA PERSECUZIONE CHE SUBÌ” (ANCHE LA MELONI SI ASPETTA LE DIMISSIONI DI TOTI) – L’ATTACCO ALLA LEGA: “FA LA SPLENDIDA IN CAMPAGNA ELETTORALE SULLE SPALLE DI GIORGIA. IN ITALIA C’E’ UN CLIMA PESANTE. CI SONO PERSONE CHE..."

 

Federico Capurso per la Stampa - Estratti

 

guido crosetto sul caso toti - l aria che tira

A un mese dalle Europee, il livello d'intensità dello scontro politico e con la magistratura ha raggiunto livelli che non hanno «nulla a che fare con la campagna elettorale», dice con amarezza il ministro della Difesa Guido Crosetto. «In Italia c'è un clima pesante, preoccupante, che incide in modo intollerabile anche sulla vita personale.

 

Giuseppe Santalucia - presidente anm

Sono tra le persone più esposte per il ruolo che ricopro ma vengo quotidianamente indicato da persone irresponsabili quasi come se fossi io il responsabile della guerra in Ucraina», si sfoga Crosetto. E si chiede: «Chi me lo fa fare di servire un Paese dove ci sono persone che, per prendere un voto in più, giocano anche con la tua vita o la tua sicurezza?».

 

Sta pensando di lasciare la politica?

«Provo sempre più disprezzo nei confronti di persone che dicono di voler servire lo Stato e invece spesso servono solo i loro microinteressi personali. In nessun altro Paese c'è un livello così basso nel rispetto dei ruoli istituzionali e di interessi nazionali, non politici o di parte. Ma ho preso un impegno e resterò al mio posto a fare il mio dovere. Quando finirà il mio compito di ministro, credo che tornerò dove avevo deciso di stare da anni: nella sfera privata».

GUIDO CROSETTO IMBRACCIA IL FUCILE

 

È una decisione definitiva?

«Sto servendo il Paese senza risparmiarmi, con un presidente del Consiglio per cui nutro stima, affetto e con cui condivido un progetto di società e di nazione, ma finita questa esperienza, anche a causa dell'amarezza e del disgusto accumulati, non penso di avere altro da dare».

 

Lei però pone interrogativi pesanti sul lavoro della magistratura.

«Le inchieste sono una parte minima del clima di cui parlo. Il mio viene visto forzatamente come un attacco alla magistratura, ma è solo il tentativo di costruire regole comuni e condivise. Capisco che faccia comodo considerarlo un attacco per continuare a non affrontare i temi in modo serio».

 

GUIDO CROSETTO IMBRACCIA IL FUCILE

Quali regole servirebbero?

«Vorrei chiarezza: se vedo che l'indagato non ha ottenuto nessun vantaggio personale e che i suoi atti amministrativi erano legittimi, non capisco come si possa arrivare ad arrestarlo. Quando l'interesse contestato poggia tutto su una diversità di cultura politica, vuol dire che se il governatore ha le stesse idee del pm, allora ha perseguito un atto giusto e legittimo, se invece sono diverse è reato. Ma questa è politica, non giurisprudenza, e soprattutto non ha nulla a che fare con la legge».

 

guido crosetto giorgia meloni

Vede una magistratura politicizzata pericolosa per gli equilibri democratici?

«Ci sono correnti e quindi è politicizzata. Lo constato. L'equilibrio però non è messo in pericolo dalle correnti della magistratura, ma da un potere che non ha più controlli, in cui anche un singolo pm, se arrabbiato con qualcuno, può distruggerlo. Su questo vorrei delle garanzie».

 

Vorrebbe un controllo politico?

«No, assolutamente. Lo suggerisca l'Anm che tipo di controllo serve perché la giustizia sia terza. Rispondano in modo non corporativo e non mi usino come nemico pubblico numero uno».

 

Iniziano a farsi pressanti le richieste di dimissioni per Toti.

«Mi fanno ribrezzo le persone che speculano su vicende di questo tipo, ma so di essere in netta minoranza, anche all'interno del centrodestra. Oggi ho visto le dichiarazioni di un ministro di Forza Italia che, di fatto, scarica Toti, dimenticando la storia del fondatore del suo partito e la persecuzione che subì. Queste cose non riesco a capirle e non le sopporto più».

 

Sarebbe favorevole a reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti?

«Non è un tema da discutere in questo momento, il bilancio pubblico non lo consente.

Ha molto più senso rendere chiare le modalità di finanziamento privato. Poter contestare ogni tipo di finanziamento privato è pericoloso».

 

SALVINI TOTI 3

La tempistica dell'arresto di Toti, a ridosso delle Europee, l'ha stupita?

«Quando scoppiò lo scandalo in Puglia, che coinvolgeva il Pd, dissi che lo schema è uguale da decenni: quando colpiscono qualcuno a sinistra, è perché devono aprirsi la porta per poter affondare il colpo ancora più forte dall'altra parte. Ci azzecco tutte le volte».

 

Ora si trova Vannacci candidato alle Europee. Le sue idee sono compatibili con il centrodestra?

«Non commento le idee di un candidato di un altro partito. Tra l'altro non lo seguo né leggo».

 

Ma ha detto che Vannacci ha lo stesso senso dello Stato di Salvini.

«Ho sempre parlato di lui come militare e solo per ciò che la sua esposizione strumentale poteva comportare per l'organizzazione che ora presiedo. Devo dire però che le sue parole sarcastiche su un galantuomo come il tenente colonnello Paglia, medaglia d'oro al valor militare, mi hanno dato molto fastidio. Paglia è un eroe, che lo Stato ha riconosciuto come tale, che porta i segni del suo coraggio sul suo corpo. Lui è un discreto ufficiale, uno scrittore di successo e un futuro parlamentare: dovrebbe trattare con maggior rispetto chi ha portato onore e lustro alla nazione, alle forze armate e all'esercito».

 

giorgia meloni e guido crosetto alla camera

Meloni e Salvini hanno lo stesso senso dello Stato?

«Perché dobbiamo cambiare gli addendi? Noi siamo in Fratelli d'Italia, loro sono della Lega. Siamo diversi. La Lega tende a fare la splendida, sotto campagna elettorale, polemizzando su quasi tutto, tanto c'è Meloni che tira la carretta ogni giorno e porta a casa i risultati. Facile condividere tutto e poi far finta di non aver condiviso nulla. Ho visto però con piacere che sulla mia battaglia garantista è arrivato oggi anche Salvini. Io ci sono sempre stato, anche con gli avversari. E sono sempre stato al fianco di Salvini quando veniva attaccato come ministro».

 

giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 5giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 2

(…)

guido crosetto giorgia meloni - armamenti

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...