alfredo mantovano sergio mattarella csm

CSM: IL CONSIGLIO SUPERIORE DI MANTOVANO – AVVISO AI NAVIGATI: SI E' SPEZZATO IL FILO ROSSO CHE DOVEVA COLLEGARE IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO CON IL QUIRINALE - DOPO IL PREMIERATO CHE DIMEZZA I POTERI DEL COLLE, OGGI L'ATTACCO ALLE TOGHE, FREGANDOSENE ALTAMENTE CHE MATTARELLA RICOPRA IL RUOLO DI CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA - ED ORA MANTOVANO CALZA IL FEZ E PIAZZA I SUOI FEDELISSIMI NEI POSTI CHIAVE, A PARTIRE DAL CSM: DA DANIELA BIANCHINI, CONSIGLIERA LAICA IN QUOTA FDI A MIMMO AIROMA – COMUNQUE, FANNO BENE GIORGIA E CAMERATI A PREOCCUPARSI DELLA MAGISTRATURA, PERCHÉ PRIMA O POI TUTTI I FASCI ARRIVANO AL PETTINE…

 

 

 

 

Alfredo Mantovano

 

DAGOREPORT

 

Attenti ad Alfredo Mantovano, nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio su consiglio di quel benedetto uomo di Gianfranco Fini (“Io so’ Giorgia” cullava l’idea di piazzare il suo “genio” Fazzolari), si sta rivelando l’amara sorpresa del governo Meloni. 

 

Con quell’espressione più triste di un piatto di verdure lesse, l’ex magistrato aveva il compito il più nevralgico del primo governo di destra-centro: quello di collegare e coordinare Palazzo Chigi alle istituzioni, quel Deep State formato da Quirinale, Magistratura, Corte dei Conti, Consulta, Servizi, Ragioneria dello Stato, universo militare, etc.

mattarella meloni mantovano

 

Quel potere assoluto, “invisibile” su giornali e talk, che è il motore che manda avanti la macchina dello Stato e senza il quale il premier può girare il volante del governo quanto e dove vuole ma l'auto resta ferma in garage.

 

E l’ultracattolico Mantovano (uno dei suo motti: “Cristo c’è sempre anche se mi distraggo e lo credo assente”) rappresentava per gli apparati dello Stato quel buon senso istituzionale capace di arginare le estremizzazioni della Ducetta e dei suoi Fazzolari (quelli del “Meglio perdere che perdersi”).

guido crosetto in israele

 

Nei primi mesi, l’ex sottosegretario all’Interno nei governi Berlusconi II e IV nonché “montiano” dell’allora Pdl (nel dicembre 2012, a differenza del Cav., Mantovano votò la fiducia al governo “tecnico” di Mario Monti) ha mantenuto le attese, poi l’onda d’urto della Fiammetta Nera (Giorgia, Arianna, Fazzolari, Scurti) al grido “O si fa così o niente!” ha avuto la meglio ed oggi ci ritroviamo un bel Mantovano col fez.

 

mattarella csm

Una melonizzazione che ha toccato ieri il climax del ridicolo in occasione dell’insostenibile burla telefonica dei due russi, al punto di dichiarare che Meloni “aveva capito subito” con chi stava conversando, per toccare oggi il climax dell’assurdo quando ha calzato l’elmetto e preso il manganello contro la magistratura.  

 

giovanbattista fazzolari pistolero

Se il ministro della Difesa, Guido Crosetto, unico volto di FdI democristianamente spendibile, ha fatto da ventriloquo della premier dell’orgoglio coatto (parlando di “un’opposizione giudiziaria” e di una “corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”), Mantovano ha fatto da panzer proponendo di sottoporre le toghe rosse a test psico-attitudinali. 

 

alfredo mantovano e gianfranco fini 2002

Nessun esponente dell’opposizione (che non c’è) ha ricordato a colui che doveva essere il referente del governo con il Quirinale che la “toga-in-chief”, in quanto capo del Consiglio Superiore della Magistratura è il Presidente della Repubblica.

 

Ciò che ha imbestialito Sergio Mattarella non è solo legato alle critiche “complottistiche” mosse ai magistrati da Crosetto, ma soprattutto dall’atteggiamento da Kaiser di Mantovano.

 

meloni mantovano

Come si fa un attacco del genere alla magistratura senza che un preventivo coinvolgimento e confronto con il Colle? Non si mette il Capo dello Stato nella scomoda posizione di doversi “schierare” contro il governo, a difesa del suo ruolo di presidente del CSM.

 

E quel filo rosso che collegava Palazzo Chigi e la prima carica dello Stato - zac! - è stato dapprima tagliato con la propagandistica riforma costituzionale del premierato, che in sostanza dimezza i poteri del Quirinale, ed ora il filo rosso è del tutto bruciato con lo sgangherato attacco alla magistratura che delegittima il ruolo di Mattarella. 

alfredo mantovano legge omofobia perche' non va

 

Comunque, fanno proprio bene Giorgia e camerati a preoccuparsi  dei magistrati, perché prima o poi tutti i fasci arrivano al pettine… 

 

CSM: IL CONSIGLIO SUPERIORE DI MANTOVANO

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per "la Repubblica"

 

L’interesse di Alfredo Mantovano per la giustizia non ha sorpreso chi, ogni giorno, di giustizia si occupa.

 

E non perché il potentissimo sottosegretario del governo Meloni – “il nostro mister Wolf” scherzava ieri un ministro - Autorità delegata e gran consigliori della premier, in fondo è pur sempre un magistrato e dunque è normale che si occupi del suo mondo.

 

Ma perché in tutti questi mesi Mantovano è sempre stato al centro della politica giudiziaria dell’esecutivo, con più di un occhio e di un orecchio all’interno del Consiglio superiore della magistratura.

 

daniela bianchini

È Mantovano, infatti, il punto di equilibrio dell’intesa che nei fatti esiste tra i membri laici del centrodestra e Magistratura indipendente, la corrente conservatrice all’interno del Consiglio.

 

Intesa che nei fatti sta decidendo […] le nomine sulle poltrone cruciali della magistratura italiana. «In fondo è quello che è sempre successo», commenta uno dei membri del Consiglio, «ma quello che sorprende è piuttosto la percezione dell’influenza che si ha rispetto ai movimenti di Mantovano ».

 

Daniela Bianchini, consigliera laica in quota Fratelli d’Italia, è considerata gli occhi del sottosegretario all’interno del Consiglio. Avvocato familiarista, è componente del Centro studi Rosario Livatino e docente a contratto alla Lumsa, l’università vicina alla Santa Sede.

 

DOMENICO MIMMO AIROMA

Ed è proprio il Centro studi Livatino il cuore delle relazioni di Mantovano. Il vice presidente è Mimmo Airoma, magistrato stimatissimo e procuratore capo di Avellino. Airoma non ha mai fatto vita di associazione. Ma ha presentato domanda per diventare segretario generale del Csm, nomina che si deciderà a breve.

 

È un ruolo delicatissimo, a cui concorrono magistrati dal lunghissimo curriculum all’interno Consiglio, ma per molti è Airoma è il favorito: il segretario del Consiglio è quello che ha un filo diretto con il Quirinale e la vicinanza con Mantovano […] potrebbe rappresentare un importante aiuto.

 

giuseppe capoccia 4

In particolare in un momento di tensione così alta tra la politica e la giustizia. Tensione alimentata […]  dalle dichiarazioni a senso unico di alcuni ministri (Crosetto in primis) ma anche dall’atteggiamento di Mantovano: sponsorizzare l’idea dei test psico attitudinali per l’ingresso in magistratura è stata letta come una provocazione […].

 

Il Consiglio, come si diceva, si appresta ad affrontare nomine molto delicate con procure distrettuali antimafia scoperte. A Lecce, la città di Mantovano, dopo la promozione di Leonardo Leone de Castris alla procura generale di Bari, bisognerà scegliere un nuovo capo. E il favorito sembra essere il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia, che messosi alle spalle un antipatico procedimento disciplinare da cui è stato assolto, aspira legittimamente a tornare nel suo Salento.

 

giuseppe amato

Capoccia è stato uno dei più stretti collaboratori – vice capo del legislativo - tra il 2009 e il 2010 della premier Giorgia Meloni quando era al ministero della Gioventù. E precedentemente aveva collaborato con il ministero della Giustizia (all’ufficio legislativo e poi al Dap) quando al governo c’era come sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, suo collega proprio nelle esperienze in Salento.

 

Il consiglio si appresta poi a scegliere i nuovi capi di procure cruciali come Torino,Messina, Catania o Bologna dove è in scadenza Giuseppe Jimmy Amato, il cui nome spesso nei corridoi del Consiglio viene associato a quello di Mantovano. Il perché […] sarebbe dovuto alla scelta della procura di Bologna di archiviare la posizione di Marco Cappato, indagato per aver assistito nel suicidio una 89enne malata di Parkinson, circostanza che l’ultracattolico Mantovano non avrebbe affatto apprezzato.

 

michele prestipino 1

In realtà la stessa decisione (l’archiviazione) era stata fatta anche da altre procure, prima e dopo il caso Bologna. Amato è ora in corsa per diversi incarichi direttivi tra cui quello delicatissimo di procuratore generale della Corte di appello di Roma. Delicatissimo perché tra le altre cose chi siede in quel ruolo ha il compito di autorizzare le intercettazioni preventive richieste dall’Intelligence. Il favorito per quell’incarico è però un altro magistrato di grandissima esperienza e storia quale Michele Prestipino. […]

DOMENICO MIMMO AIROMA

Ultimi Dagoreport

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....