QUALCOSA CAMBIA - CON LA CULTURA NON SI MANGIA (TREMONTI) MA SI PAGANO MENO TASSE (FRANCESCHINI) - ECCO COSA C'E' NEL DECRETO: ACCELERARE IL GRANDE PROGETTO POMPEI, COMMISSARIARE LA REGGIA DI CASERTA E SGRAVI FISCALI AL 65% PER CHI AIUTA LA CULTURA

Antonello Cherchi per il "Sole 24 Ore"

Misure per favorire il mecenatismo, accelerazione del Grande progetto Pompei, commissariamento della Reggia di Caserta, giro di vite su bancarelle e camion-bar di fronte ai monumenti, aggiustamento degli interventi sulle fondazioni liriche, maggiori aiuti al cinema, incremento delle risorse a favore della cultura. C'è tutto questo nel decreto legge che il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, presenta oggi nel preconsiglio dei ministri.

Oltre a un articolato pacchetto di strumenti per rivitalizzare il turismo (si veda l'articolo sotto). L'imperativo è non fare brutta figura quando l'Italia avrà a disposizione la vetrina internazionale offertale dall'Expo. Non ci si può, infatti, permettere di continuare a mostrare al mondo le immagini di degrado delle nostre bellezze. Così si corre ai ripari.
Per quanto riguarda il Grande progetto Pompei vengono rafforzati i poteri del direttore, il generale dei carabinieri Giovanni Nistri, che potrà contare su una serie di deroghe al codice dei contratti pubblici.

A iniziare dal fatto che la soglia per la procedura negoziata in materia di appalti passa da 1 a 3,5 milioni. Gare più veloci, dunque, così da consentire la spesa dei 105 milioni (quasi 78 di provenienza Ue) entro fine 2015. È un'implicita ammissione che senza questa accelerazione sarà impossibile rispettare i tempi.

Oltre Pompei, anche Caserta viene di fatto commissariata: arriva un responsabile unico di progetto che dovrà, entro fine anno, predisporre un piano per salvare la Reggia - insieme al parco reale, il giardino all'inglese, l'oasi di San Silvestro e l'acquedotto carolino - da crolli e fatiscenza e restituirla all'antico splendore.

Sempre sul fronte della lotta al degrado, vengono rafforzate le misure per ridare decoro ai monumenti: le concessioni ad attività commerciali in spazi antistanti i luoghi di cultura potranno essere revocate, anche in deroga ai regolamenti regionali, e se non sarà possibile trasferire le bancarelle o i camion-bar in altre aree che possano garantire una pari remunerazione, il titolare della concessione sarà indennizzato.

In questa campagna di sostegno al Bello, il Governo chiama all'appello i contribuenti. Chi aiuterà la cultura (beni pubblici, ma anche istituzioni e attività) con erogazioni liberali potrà detrarre il 65% nel 2014 e 2015. Il bonus scenderà al 50% nel 2016. Le detrazioni dovranno essere ripartite in tre rate annuali uguali, saranno limitate al triennio e l'importo annuo della detrazione non potrà superare il 20% del reddito complessivo del mecenate. La nuova misura manda in soffitta quella sulle procedure semplificate per le donazioni fino a 10mila euro, prevista nella legge Valore cultura, ma inapplicata perché orfana del regolamento attuativo.

I soldi, comunque, non vengono chiesti solo ai contribuenti. Anche lo Stato ci mette del suo. Diventerà, per esempio, strutturale la misura che destina alla cultura il 3% della spesa per infrastrutture (parte della quale, per massimo tre milioni, foraggerà progetti culturali nelle periferie urbane): ora è limitata al triennio 2014-2016 e prevede, inoltre, un tetto di 100 milioni.

Anche la mafia darà il proprio contributo alla cultura: il 10% delle somme sequestrate dalla magistratura e dalle Forze dell'ordine sarà destinata al ministero dei Beni culturali e così il 20% degli importi ricavati dalla vendita degli immobili.

Misure di sostegno pure per il cinema, con il credito d'imposta per le opere girate in Italia che salirà da 5 a 10 milioni per ciascuna pellicola. Aumenterà, inoltre, da 110 a 125 milioni, a partire dal 2015, il tax credit per i film e l'audiovisivo.

Anche per le fondazioni lirico-sinfoniche arrivano nuove risorse: il fondo di rotazione nel 2014 passerà a 125 milioni (erano 75). Gli enti lirici verranno, inoltre, esonerati dal pagamento dell'Irap, slitta a fine anno il termine per l'adeguamento degli statuti e si introduce un tetto per le retribuzioni degli amministratori e direttori: anche qui arriva la "tagliola" dello stipendio del primo presidente di Cassazione, cioè poco più di 311mila euro lordi annui. Infine, il riassetto dell'Enit, che diventerà Agit (Agenzia Italia turismo).

 

 

Dario Franceschini e Michela De Biase Dario Franceschini Michela De Biase Ignazio Marino Carlo Fuortes Dario Franceschini MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE reggia di caserta NISTRI CROLLI POMPEI

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