MEGLIO CUPERLO CHE TROVARLO – IL VENTRILOQUO DI D’ALEMA STUZZICA RENZI: “VUOLE ROTTAMARE LE CORRENTI? INIZI DALLA SUA, UN PARTITO NEL PARTITO”

Carlo Bertini per "La Stampa"

Di ritirarsi sotto le bandiere di Renzi come gli chiede Goffredo Bettini non ha alcuna intenzione «perché sarebbe solo un nuovo patto di potere e non mi interessa». Anzi, Gianni Cuperlo invia due avvertimenti precisi al rottamatore: «Attenzione con questa voglia di azzerare il pluralismo, perché potrebbe celare un principio di assolutismo, un cedimento a un modello plebiscitario che mina le radici profonde del nostro essere».

La seconda: «Se pensa di mandare in soffitta la sinistra qualora dovesse vincere il congresso, faccia bene i suoi conti, perché il Pd senza sinistra semplicemente non c'è». Tradotto, anche se il candidato gradito agli ex Ds dovesse perdere, non ci saranno scissioni.

Intanto faccia tre previsioni: il governo mangerà il panettone? Il Pd reggerà unito su Berlusconi o il fronte del rinvio farà proseliti? Il congresso si farà a novembre?
«Io mi auguro che il governo vada avanti, a condizione che faccia le cose che servono. Dopo la vicenda Imu, noi dobbiamo imporre un'agenda del Pd: agire contro la povertà con misure straordinarie; creare lavoro con un intervento sul cuneo fiscale; fare la riforma della legge elettorale. Secondo punto, Berlusconi: massimo rispetto per l'autonomia della Giunta che stabilirà i tempi e ascolterà le ragioni della difesa.

Ma noi siamo convinti di voler e dover votare la decadenza, sia in Giunta che in aula. E non per tattica, è una questione di principio. L'idea che il consenso delle urne sia la fonte di una legittimazione sopra ogni altro potere non ha nulla a che vedere con lo stato di diritto. Quindi noi non accetteremo nessuna tattica dilatoria. Sul terzo punto, il congresso, a marzo avevo chiesto di farlo entro luglio: quindi le primarie vanno fatte il 24 novembre.

Ha visto cosa dice Bettini? I giovani innovatori sostengano Renzi contro le forze della conservazione, per diventare la nuova classe dirigente.
«Molti pensano che Renzi sia il più adatto ad aggregare consenso ben oltre i nostri confini. Benissimo, quando faremo le primarie per la premiership si metta in gioco. Ma se prima di allora il popolo democratico deve decidere chi guiderà il Pd, sarebbe giusto discutere nel merito di che partito vogliamo.

Stimo Bettini, ma a me non importa fare un nuovo patto generazionale, che rischia di essere un patto di potere per il controllo del partito. A me interessano i principi e le idee. Voglio discutere dell'Italia e dei suoi problemi. Con fatica, vista la sproporzione di mezzi rispetto ad altri, provo a raccontare la mia idea di partito sul contrasto alla povertà, sui diritti umani, su una vera patrimoniale per le grandi ricchezze, perfino sui limiti morali del mercato.

Su tutto ciò non sento da Renzi parole chiare e non mi interessa mettere insieme per un accordo i vertici delle correnti. Noto peraltro che la sua è la più strutturata, tanto che tende ad operare come un partito nel partito. E cosa vuol dire rottamarle? Che si metta fine alla logica di premiare la fedeltà invece del merito? Bene, ma lo si faccia, senza dirlo. Ma se si allude all'idea che basta uno solo al comando e poi l'intendenza segue, attenzione: sarebbe un cedimento drammatico ad un modello plebiscitario e allora qui non si scherza più, perché entra in gioco la natura di partito e l'idea di democrazia».

Che succederà se vincerà Renzi? Gli ex Ds se ne andranno per conto loro?
«Il Pd è una realtà dalla quale non possiamo più prescindere. Io sono fiducioso che tra la nostra gente il consenso potrà allargarsi intorno alla mia proposta. Sono consapevole che il Pd è nato dalla confluenza di diverse culture, ma senza la sinistra il Pd semplicemente non è.

E chiunque pensi di poter dar vita ad un partito che metta da parte, in soffitta o in naftalina, quel bagaglio complesso e articolato di tradizione e anche di valori proiettati nel domani e non nel passato, che fa forte l'identità della sinistra, vuole male al Pd. Chiunque coltivi questa suggestione non solo vuol male alla sinistra, ma vuol male al nostro partito e al paese».

 

Gianni Cuperlo GIANNI CUPERLOMASSIMO DALEMA IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI BERLUSCONI CON PANNELLA Bettini Goffredo

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