CIAO BERTONE: LA CURIA RICOSTITUENTE DI PAPA FRANCESCO

1 - MONSIGNOR SEMERARO: «MENO POTERE AL SEGRETARIO DI STATO»
Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"

«Vede, la riforma fondamentale è quella di Paolo VI nel '67, con Giovanni Paolo II non ci furono mutamenti sostanziali. Il passaggio decisivo è avvenuto quando Papa Montini ha affidato alla Segreteria di Stato un ruolo di supervisione e coordinamento di tutti i dicasteri e le realtà della Curia...».

Monsignor Marcello Semeraro, 65 anni, vescovo di Albano, sarà il segretario del «gruppo» cardinalizio incaricato dal Papa di «consigliarlo» nel governo della Chiesa e lavorare alla riforma della «governance» vaticana. La sua amicizia con Bergoglio risale al sinodo del 2001, l'arcivescovo di Buenos Aires era il relatore generale e lui, già docente di ecclesiologia alla Lateranense, il suo braccio destro come segretario speciale, «collaboravo alla preparazione dei documenti, la definizione delle proposizioni...».

Si sono visti come sempre quando il cardinale è arrivato a Roma per il conclave, lo ha reincontrato come Papa quando gli ha «chiesto la disponibilità» all'incarico. Nulla è stato deciso, spiega, il lavoro inizia ora, ma le «istanze» dei cardinali durante le congregazioni sono note e insomma è da lì che si comincerà a ragionare: il cardinale Tarcisio Bertone, che lascerà nei prossimi mesi, è destinato ad essere l'ultimo Segretario di Stato con i poteri e le prerogative stabiliti quasi mezzo secolo fa.

Eccellenza, si è parlato di una bozza di riforma per snellire la Curia preparata anni fa dai cardinali Coccopalmerio e Nicora, di altri documenti, li prenderete in considerazione?
«Sì, mi risulta ci siano proposte da vagliare, non si parte da zero, alcuni mi hanno fatto già avere dei testi... D'altra parte una cosa è la dottrina della Chiesa e un'altra, affatto diversa, sono le sue strutture, certo importanti ma di per sé mutevoli. È un bene che siano riviste periodicamente, nulla di strano...».

A cominciare dall'impostazione di Paolo VI? Il Segretario di Stato avrà meno poteri?
«Diciamo che non è da escludere... Con la Regimini Ecclesiae universae Montini tradusse nell'organizzazione le istanze del Concilio, ma veniva da un'esperienza in Segreteria di Stato, ne fu Sostituto e può darsi avesse patito lentezze nel rapporto con le congregazioni... Fatto sta che mise la Segreteria sopra tutto e ne fece il trait d'union tra il Papa e i dicasteri».

Ed è questo che non funziona più?
«È passato quasi mezzo secolo e allora anche la struttura era meno complessa. Bisogna riadattare le strutture alle necessità della Chiesa di oggi. Anche Benedetto XVI, nel motivare la sua rinuncia, aveva parlato della necessità di affrontare i rapidi mutamenti del mondo attuale».

Ma qual è il problema?
«Ad esempio l'accesso dei capi dicastero al Papa. Anche le udienze di tabella con il pontefice erano un po' cadute e prima del conclave, nel confronto tra i cardinali, a quanto ho capito il tema è venuto fuori... I prefetti delle congregazioni sentono la necessità di un rapporto più frequente e diretto con il Santo Padre. Tornare in qualche modo a com'era prima che la regia effettiva passasse alla Segreteria di Stato, quando i capi dicastero avevano, per così dire, una maggiore autonomia».

Il «gruppo» di «consiglio» come entra in questo quadro?
«Non si sostituisce affatto agli organismi di Curia, non ne fa parte. È uno strumento che si aggiunge, in aiuto al Pontefice. Per così dire, rappresenta un piccolo sinodo di comunione che riunisce vescovi di tutti i continenti. Si può leggere in parallelo al sinodo dei vescovi voluto da Paolo VI per consultare gli episcopati del mondo.

Si riprende quella intuizione in una modalità più snella in modo che possa riunirsi con maggiore frequenza, magari ogni due o tre mesi. Deciderà il Papa, comunque. Nei prossimi giorni sapremo quali temi in particolare affronteremo a ottobre, avremo questi mesi per approfondirli e prepararci».

Un «gruppo» e non una commissione, che differenza c'è?
«Le commissioni rimandano a uffici, compiti. Un gruppo è diverso, sono persone che si incontrano: vescovi che rappresentano aree e culture del mondo. Non c'è solo collegialità, c'è comunione. Papa Francesco ha citato più volte due Padri della Chiesa richiamati anche dal Concilio: la Chiesa di Roma che "presiede nella comunione", nelle parole di Sant'Ignazio di Antiochia; e l'espressione "vescovo e popolo" di San Cipriano».


2 - IL CILENO ERRAZURIZ: «I 40 EUROPEI IN CURIA? SONO TROPPI»
Dal "Corriere della Sera"

Le riforme che devono essere messe in atto in Vaticano devono portare a «una Curia molto più internazionale». Ad affermarlo è il cardinale cileno Francisco Javier Errázuriz, uno degli otto porporati che Papa Francesco ha scelto per aiutarlo a riformare la Chiesa.

«Sono più di 40 i vescovi europei che lavorano con il Santo Padre per il governo della Chiesa, e solo 12 o 13 dalle altre regioni del mondo: questo tema deve essere rivisto», ha sottolineato Errázuriz, ricordando che l'idea di un gruppo di cardinali che assistano al Papa è nata prima del conclave che ha portato all'elezione di Francesco.

«Prima del conclave si è proposto che si creasse un gruppo più piccolo, con il quale poter riflettere sul governo della Chiesa - ha raccontato il porporato cileno -. Una volta che è stato eletto, Sua Santità ha ripreso l'idea e ha cercato un cardinale per ogni continente: è così che ha ascoltato e reagito alla proposta fatta in quelle riunioni».

 

PAPA FRANCESCO - JORGE BERGOGLIOCARDINALE TARCISIO BERTONE S E Mons Marcello Semeraro Monsignor Marcello Semeraro FRANCESCO COCCOPALMERIOCARDINALE NICORA jpeg

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…