ARMAGEDDON DEMOCRATICO - D’ALEMA SI PREPARA ALLA SCISSIONE: “SE VINCE IL SÌ UN NUOVO PARTITO A SINISTRA” - A “NEMBO KID” RENZI: “HA PAGATO 400MILA EURO UN SUPERCONSULENTE AMERICANO PER FARSI DIRE DI NON PERSONALIZZARE LA CAMPAGNA: UN CONSIGLIO CHE GLI AVREI DATO GRATIS” - LE BATTUTE SULLA BOSCHI E SU BANCA ETRURIA

D ALEMAD ALEMA

Luca Telese per la Verità

 

«Vedo che Matteo Renzi ha pagato ben 400.000 euro un superconsulente americano che gli ha dato questo originale è interessante suggerimento, quello di non personalizzare la campagna sul referendum....».

Pausa, sorriso luciferino, la platea si scalda. «Ma come?

Spendi 400.000 euro, fra l' altro del nostro gruppo parlamentare, per farti dare questa arguta e poderosa consulenza...?». Risatine del pubblico, si prepara la battuta: «Se proprio voleva glielo spiegavo io! Anche gratis! E poi, se lo capiva, gli offrivo anche un caffè!».

 

pubblico in visibilio. È un Massimo D' Alema sul filo del sarcasmo ustorio quello che venerdì sera, a Perugia, riempie la bellissima sala dei Marescialli (450 persone, molti in piedi), per uno show di due ore, tra analisi politica e stoccate, con una notizia politica in coda, questa. Quando intervistandolo gli chiedo cosa risponderebbe ai tanti incerti nel Pd, preoccupati per un voto che potrebbe spaccare il loro partito, D' Alema diventa subito serio, scandisce le parole una ad una: «La storia d' Italia è piena di No che hanno aperto un futuro.

ROTTAMA STO CAZZO I DALEMIANI CONTRO RENZI ROTTAMA STO CAZZO I DALEMIANI CONTRO RENZI

 

È il Sì, che chiude, e che rompe, sia tra di noi sia con gli altri. È il Sì che divide l' Italia! Se vince il Sì, si rompe il Pd e nasce sicuramente un partito di sinistra importante, molto più di quello che oggi rappresenta Sinistra Italiana. Con il No, viceversa», osserva l' ex presidente del Consiglio, «si riapre il dialogo nel Partito Democratico, nel Parlamento, nel Paese. Io non parlo per me, come è noto ho il mio lavoro, parlo di un fatto politico».

D' Alema cesella questo ragionamento, con tono quasi solenne, serio. Siede a fianco del professor Mauro Volpi - costituzionalista dell' Università di Perugia - battagliero, preparatissimo e ironico, almeno quanto lui.

 

IL LUNGO TOUR L' ex premier si è rodato sul quesito, con un lungo giro d' Italia. Prima di iniziare a parlare mi fa scorrere davanti agli occhi le foto delle piazze che lo hanno ospitato, sempre piene dal Nord al Sud: «Vedi? In Puglia due giorni fa c' erano 800 persone in sala... è così ovunque».

 

RENZI REFERENDUMRENZI REFERENDUM

Ma l' ex segretario del Pd, molto tonico, a Perugia da il meglio di se stesso anche quando parla della riforma, e dei suoi protagonisti, con un tono sarcastico e caustico. Primo bersaglio? Maria Elena Boschi: «Secondo il ministro Boschi con il Sì si risparmierebbero 500 milioni di euro di spesa pubblica... poi ho letto che la Corte dei conti, stima, questi stessi risparmi, in 50 milioni di euro, anzi 49: ben dieci volte di meno! Non me ne vorrà la Boschi, ma trattandosi di addizioni, diciamo che mi fido più della Corte dei conti».

 

Risate, applausi, un urlo isolato dalla platea: «Forse i conti li ha fatti il papà!». Nuova risata. E D' Alema ne approfitta: «No, guarda: la famiglia è la stessa, ma lì si parla di moltiplicazioni, è un' operazione diversa. Ma mi pare, anche in quel caso, eseguita senza troppa fortuna!». Il riferimento ovviamente è a Banca Etruria.

 

maria elena boschi (2)maria elena boschi (2)

IL COLPO D' ALA D' Alema passa a Verdini e mima addirittura, con le mani, un battito d' ali: «Vedete, ha fondato un movimento politico che lo ha chiamato Ala.... Mi rendo conto che l' ambizione alta sia quella del volo, eppure, per ora», e sorride, «è arrivata una richiesta del pm, che vorrebbe per lui quattro anni di carcere. Noi siamo garantisti, per carità», chiosa D' alema, «ma temo che se questa è la condizione, di voli pindarici ce ne potranno essere pochi».

 

Boato. «Vedete, Verdini ha detto che se vince il Sì nasce il Partito della Nazione E che lui entrerà nel governo. L' ambizione non è illegittima, ma questo proposito costituisce una irresistibile motivazione di voto per il No». Dalla sala: «La riforma Verdini!». D' Alema: «Capisco che si sentano padri Costituenti di questa riforma... ma poi, paragonando queste figure a Togliatti, De Gasperi e Calamandrei, pensi che, tutt' al più, si può parlare di padri ricostituenti». Risate. Su De Luca: «Dicono che bisogna votare Sì per impedire a Grillo di vincere... se un ragazzo sentisse quello che ha detto De Luca sull' arte della clientela sarebbe molto difficile convincerlo a non votare Grillo».

 

d alemad alema

E poi di nuovo su Renzi: «La Costituzione è stata modificata quindici volte, dal 1948, ed anche per fare riforme molto importanti. Per istituire le Regioni, per dare potere agli enti locali con il titolo V... non è che aspettavamo questa specie di Nembo Kid per fare le riforme!».

 

Gli chiedo se non tema la forza di propaganda di una immagine renziana, «l' accozzaglia». Un altro sorriso si allarga sul viso dell' ex premier: «Due giorni fa ero su un palco con la presidente dell' Arci e il presidente dell' Anpi. Allora ho detto: "Questa è la mia accozzaglia preferita"». Poi di nuovo passa al registro serio: «Nel 2006 Pino Rauti insieme a Renzi si opponeva alla riforma Berlusconi... A nessuno venne l' idea così grossolana di dire che Renzi, per questo motivo era un fascista!». Applausi.

 

Postilla: «Peraltro va detto che quella riforma, che pure io non condividevo, rispetto a questa era scritta benissimo». Pausa, risate: «Perché vedete, una cosa è abolire il Senato. Altro è immaginare questo organismo che, un po' è una Camera di serie B, un po' mantiene competenze decisive... un Senato mostricciatolo, diciamo!». Risate, ovazione.

VERDINIVERDINI

 

Gran finale: «Molti dimenticano che quando ero presidente della Bicamerale, noi potevamo approvare la riforma, ma insieme a Prodi - decidemmo che non si poteva votare una riforma a maggioranza, contro il centrodestra. Così, quando Berlusconi si tiró indietro, rinunciammo ad approvarla.

 

Questa riforma, invece», osserva D' Alema, «è stata votata con un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale, dal partito del premier e da un gruppo di parlamentari, quello di Verdini, diciamo così, un po'... raccogliticcio. Ma i governi passano - conclude D' Alema - e le Costituzioni restano. Non si può fare da soli». Finale: «Se imponessimo questa riforma agli altri, con questi numeri, non avremmo nessuna argomentazione per opporci agli altri se facessero lo stesso con noi».

il ministro maria elena boschiil ministro maria elena boschiD ALEMAD ALEMA

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...