donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

DAGOREPORT

donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 5

In 100 e passa giorni di presidenza, si è capito che per Donald Trump l’incoerenza è un valore, anzi, la sua primaria virtù politica.

 

Il “Caligola di Mar-A-Lago” si è dovuto rimangiare tutto e il contrario di tutto: accortosi che la politica dei dazi, da lui annunciata come leva con cui creare una nuova “età dell’oro” per ''America First", non solo non funziona ma si sta rivelando un disastro per l'economia a stelle e strisce, ha fatto un passo indietro.

 

Bravissimo a manipolare la realtà, l’ex palazzinaro di New York zompetta tra una decisione e l’altra, come se giocasse a campana, tra un rinvio e un accordo, tra un post su Truth e un’intervista a Fox News, occultando il fallimento clamoroso della politica delle tariffe.

 

MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP

E così, dopo un’escalation clamorosa con la Cina, a cui l’algido Xi Jinping ha risposto con inflessibilità e senza esitazioni, ha rinculato senza ammettere di aver sbagliato. Pechino, da nemico numero uno, si è trasformata in un interlocutore, mentre il ruolo del cattivo è tornato all’Unione europea.

 

A proposito di Ue, il 30 giugno scade la proroga della sospensione dei dazi reciproci con l’Europa, e tutti si chiedono quale giravolta produrrà il marito di Melania per trovare una via d’uscita, un accordo last minute, un ballon d’essai per nascondere il proprio fallimento.

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

Come per Xi Jinping, anche per l’Ue Trump dovrà faticare, e non poco. La vecchia Europa ballerina e fragile si è compattata contro i dazi del tycoon: supportata da Merz e Macron, Ursula von der Leyen è stata durissima contro l’amministrazione americana, minacciando misure coi “contro-dazi” da 100 miliardi di euro, con tanto di ricorso al Wto.

 

La presidente della Commissione è blindata dall’asse franco-tedesco, e sente anche di avere il vento in poppa dei mercati: i continui cambi di fronte imposti da Trump alla politica degli Stati Uniti stanno mandando nel panico gli investitori, disorientati dagli umori e i capricci del tycoon e privi di un centro di stabilità permanente.

 

DONALD TRUMP - WALL STREET

Il risultato è la confusione totale, con le società statunitensi che bloccano gli investimenti, non fidandosi di un presidente così instabile, che sembra impegnato soltanto ad arricchire sé e i suoi amici.

 

La prova è il viaggio in corso nel Golfo persico, che secondo il “Wall Street Journal”, si può riassumere con una frase: “Il messaggio del presidente Usa è ‘Sono aperto agli affari”.

 

Tornato alla modalità imbonitore di “The Apprentice”, infatti, Trump ha caricato sull’Air Force One (quello vecchio) decine di capi-azienda, imprenditori, finanzieri, fratelli, cugini, figli e generi, per andare a caccia di business tra i paesi arabi. Trovando pane per i suoi denti.

 

trump bin salman riad

Principi ed emiri, infatti, non vedevano l’ora di accogliere a turbanti aperti il capo della prima potenza mondiale: il saudita Bin Salman ieri sfoggiava un sorriso a 32 denti mentre firmava assegni per 600 miliardi di dollari, e oggi Al-Thani ha steso il tappeto rosso per Trump, a cui regalerà un Boeing da 400 milioni di dollari.

 

Poco importa che lo stesso Trump nel 2017 parlasse del Qatar come di una nazione che “finanzia il terrorismo a un livello molto alto”, facendo riferimento ai legami con l’Iran e ai lauti finanziamenti di Doha ad Hamas.

 

 

donald trumpe laura loomer 4

Nemmeno le critiche della base “Maga” (comprese quelle dell’amazzone dell’America First, la curvacea Laura Loomer) hanno smosso l’animo a forma di calcolatrice di Trump, che ha rimbalzato le critiche sull’aereo gentilmente offerto dall’emiro Al-Thani minimizzando e rivendicando la partnership politica, e privata, con i Paesi del Golfo: “Sarei stupido a non accettare, questi affari fanno bene agli Stati Uniti”.

 

Come ha riepilogato su “Domani” Mattia Ferraresi, gli affari personali in ballo sono molti: “Di recente la Trump Organization ha siglato un contratto da cinque miliardi e mezzo di dollari per costruire il Trump International Golf Club di Simaisma, in Qatar, e il veicolo finanziario di criptovalute di famiglia, World Liberty Financial, è sempre più legato a investitori mediorientali.

 

Il mese scorso un fondo emiratino – Dfw – ha annunciato l’acquisto di venticinque milioni di token e un altro – Mgx, guidato dal consigliere per la sicurezza nazionale degli emirati – ha usato una cripto della galassia trumpiana per un investimento da due miliardi sulla piattaforma Binance. Fra i cofondatori di World Liberty c’è Zach Witkoff, il figlio dell’inviato speciale della Casa Bianca in Medio Oriente, Steve Witkoff.

 

ZACH WITKOFF

L’attuale direttore dell’Fbi, la procuratrice generale, il direttore dell’agenzia per la protezione dell’ambiente e altri funzionari dell’amministrazione sono stati nel recente passato lobbisti o consulenti per il Qatar.

 

Nella missione mediorientale manca soltanto Jared Kushner, il marito della figlia Ivanka, ma la sua presenza si fa sentire attraverso gli investimenti da tre miliardi e mezzo di dollari che i fondi sovrani sauditi, qatarioti ed emiratini hanno fatto sul suo fondo”.

 

 

Se Trump incassa da Bin Salman la promessa di investimenti per 600 miliardi (che potranno arrivare a mille nei prossimi anni), e Al Thani promette di comprare aerei da Boeing per oltre 200 miliardi (non si sa mai, c’è sempre qualcuno a cui regalarli), è lecito pensare a cosa ottengano i paesi del Golfo in cambio.

 

mohammed bin salman jared kushner ivanka trump

Per capirlo, è sufficiente osservare la progressiva presa di distanza di Washington da Israele.

 

Negli ultimi giorni, la Casa Bianca ha bypassato Tel Aviv, trattando direttamente con i terroristi di Hamas per il rilascio dell’ostaggio americano Edan Alexander.

 

E l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff (il cui figlio fa affari con gli emiratini in duplex con il genero di Trump, Jared Kushner), parlando con le famiglie degli altri prigionieri israeliani nelle mani dei terroristi palestinesi, ha marcato distanza dell'amministrazione Trump dal Governo Netanyahu.

 

Gli americani, inoltre, si sono impegnati a far arrivare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, tramite il varco egiziano chiuso dal governo israeliano. Ad quel punto, vedremo se Netanyahu proverà a sparare contri gli americani...

 

mohammed bin salman donald trump al jolani

Amorale della fava: con i loro petrol-fantastiliardi, sauditi e qatarioti si sono comprati il favore degli Stati Uniti nell’area, con buona pace del premier di Tel Aviv, che è rimasto con il missilino in mano di fronte all’inversione a U di Trump, e per tutta risposta, invece che lasciare, raddoppia.

 

Fedele alla sua linea del “finché c’è guerra, c’è speranza”, “Bibi” promette una nuova escalation militare sull’enclave palestinese (“Entreremo con la forza”), ma è chiaramente un bluff.

 

Non avendo fabbriche di armi, è solo grazie agli Stati Uniti che Israele possiede di un’altissima capacità militare e dotazione tecnologica, senza il contributo americano (compresi gli scudi anti-missile Iron Dome e Arrow) Israele non può portare avanti la sua guerra su cinque fronti più uno (Yemen, Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria e Iran).

 

benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale

Netanyahu si sente tradito, e fa bene: Trump sta parlando con tutti i suoi nemici, pronto a fare accordi persino con il diavolo pur di ottenere una pace purchéssia.

 

Non potendo aderire alla dottrina del “due popoli, due stati” (che sbugiarderebbe decenni di sostegno americano a Israele e lo sputtanerebbe, viste le sue vecchie posizioni), il tycoon si muove come una trottolina e fa terra bruciata intorno a Netanyahu.

 

In questo senso va letta la rimozione delle sanzioni alla Siria dell’ex (?) jihadista al Jolani, che oggi ha incontrato e definito un “uomo attraente”. Con l’apertura a Damasco, Trump prende due piccioni con una fava, perché accontenta anche la Turchia di Erdogan, big sponsor dei ribelli che hanno rovesciato Assad

 

donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 2

Altra cocente delusione per Netanyahu è stata il no degli americani al suo tentativo di bombardare i siti nucleari iraniani: ora “Bibi”, sedotto e abbandonato da Trump, è costretto a vedere il suo ex amico diventare kingmaker del negoziato sul nucleare (l’Iran potrebbe affidare a un consorzio internazionale la gestione della fabbricazione di uranio) e della distensione tra sunniti e sciiti, sancita con l’incontro tra i ministri degli esteri saudita e iraniano a Riad, qualche giorno fa.

 

L’unico ostacolo per il tycoon è proprio Netanyahu, ma come ha spiegato a Bin Salman, è convinto di poterlo tenere per la collottola: Trump confida che l’esercito israeliano non oserà sparare anche addosso agli americani che faranno entrare gli aiuti umanitari a Gaza.

 

donald trump benjamin netanyahu foto lapresse5

Il modo con cui Trump sta trattando Netanyahu dovrebbe servire da insegnamento per Giorgia Meloni: la premier italiana è convinta di avere una ''special relationship'' con Donald, ma l’evidenza insegna che Trump non ha amici ma solo dipendenti col tavagliolo sul braccio, e come politica affari e convenienze…

 

La Ducetta è spiazzata dall’incoerenza di Trump, e dal suo cinismo da giocatore di poker. Un giorno 2+2 fa 4, ma 24 ore dopo fa 3 o 5....

 

Lei, sempre attenta a non sporcarsi mai le mani, che rivendicava di non essere ricattabile, soffre la disinvoltura con cui il suo alleato americano si muove nelle zone grigie tra politica e affari, al limite della corruzione.

 

SCOTT BESSENT A GINEVRA PER I COLLOQUI USA CINA SUI DAZI

Ps. Trump sta giocando anche la partita mediorientale alle sue regole, nella totale assenza, intorno a lui, di un cordone “sanitario” di consiglieri con la schiena dritta.

 

Il tycoon continua a fare danni come un elefante in cristalleria, seguendo le sue convinzioni e la sua personalissima diplomazia degli affari, senza pensare alle conseguenze, ma solo all'immediato tornaconto

 

L’unico che è riuscito a farlo rinsavire, prima sui dazi e poi sul licenziamento del capo della Fed, Jerome Powell, è stato il segretario al Tesoro, Scott Bessent...

 

scott bessent 4scott bessent 1famiglia bessent al senato conferma nomina ministro 1

incontro donald trump al jolani a riad, insieme a mohammed bin salman

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