proteste-cipro

EURO-CRAC: DAL DRACMA GRECO AL DRAMMA CIPRIOTA

1 - NICOSIA TENTA DI SALVARE LE BANCHE E PENSA AL BLOCCO DEI CAPITALI
LA RIVOLTA DEI BANCARI IN PIAZZA: TEMONO PER IL LORO POSTO DI LAVORO

Roberto Giovannini per "La Stampa.it"

Sono servite ventiquattro ore perché i ciprioti passassero improvvisamente dall'orgoglio per il «no» opposto all'Europa sui tagli ai depositi al panico. Lo si è capito da metà mattinata, quando davanti agli sportelli dei bancomat delle filiali delle banche nell'occhio del ciclone, la Laiki e la Bank of Cyprus, si sono cominciate a formare lunghe file.

Tutti in coda a cercare di prendere dai propri conti più soldi possibile. Compreso qualcuno dei manifestanti che avevano festeggiato il voto del Parlamento che ha congelato il prestito europeo da 10 miliardi indispensabile per salvare le banche (e i loro risparmi).

Le onde di panico nascono con una semplice increspatura nell'acqua, ma si possono trasformare facilmente in uno tsunami. Ieri hanno pesato le continue e poco concludenti riunioni tra il governo, i partiti e le autorità monetarie, con l'evidente difficoltà del Presidente Nicos Anastasiadis nel mettere insieme un «Piano B» per trovare 6 miliardi di euro convincente per i partners europei. Secondo, l'escalation sempre più drammatica dei messaggi lanciati da Bruxelles e Francoforte. Terzo, il flop del tentativo di ottenere finanziamenti dalla Russia. Si capiva che a meno di miracoli lunedì la Laiki sarebbe saltata in aria.

L'ondata di paura è diventata sempre più potente. Ai lati del Parlamento, verso le 17, si è rapidamente addensata una folla preoccupata. Poi si è diffusa la voce che i dirigenti della Laiki, la seconda banca del paese, avessero già iniziato a mandare lettere di licenziamento a 2000 dei 9500 dipendenti. Molti nel giro di minuti hanno raggiunto il Parlamento. Dopo un parapiglia, quattro bancari hanno superato lo sbarramento della polizia, correndo verso la porta dell'edificio con l'obiettivo di «parlare con i deputati» prima di essere bloccati.

Prima il vertice della Laiki, poi addirittura la Banca centrale di Cipro hanno dovuto diffondere una smentita ufficiale.

Una smentita, quella della Banca centrale, che contiene anche un pesante monito. «Cipro prenderà misure opportune per consolidare il settore bancario - ha detto il governatore Panicos Demetriadis - prendendo provvedimenti per evitare la bancarotta della Laiki». Ma questo significa che il Parlamento deve approvare dei provvedimenti urgenti. La creazione di una «bad bank» in cui verranno accumulati i prestiti e gli assets «tossici» della Laiki e della Bank of Cyprus (rilevata di recente dallo Stato cipriota, con 11000 dipendenti la più grande del paese), mentre le attività economicamente valide verranno trasferite alla Bank of Cyprus. Ancora, i depositi di importo inferiore ai 100000 euro verranno garantiti dallo Stato, e «girati» alla Bank of Cyprus.

Terzo, una legge consentirà alle autorità monetarie cipriote di prendere misure restrittive - anche sui movimenti di capitale, e pare anche imponendo penali - per assicurare la stabilità finanziaria. E bloccare la fuga dei capitali. L'alternativa, l'immediato fallimento «con conseguenze catastrofiche per i dipendenti, per i risparmiatori, per il sistema bancario e l'economia di Cipro».

In serata, poi, mentre le code ai bancomat si allungavano, la Laiki ha posto un limite ai prelievi di danaro: si possono prendere al massimo 260 euro al giorno. La pressione e le minacce dell'Europa, il pericolo di crack delle banche dell'isola, l'evidente assenza di risultati della missione a Mosca del ministro dell'Economia Sarris, sembrano spingere verso una non facile intesa tra i partiti sulla necessità di approvare misure di un certo impatto.

Anzi nel pacchetto da votare potrebbe riaffacciarsi l'odiato prelievo sui conti bancari. Ne farà parte anche la creazione di un «Fondo di Solidarietà Nazionale», in cui confluiranno i risparmi accumulati dai fondi previdenziali del paese, e i proventi di donazioni ed emissioni di obbligazioni legate al futuro sfruttamento dei giacimenti di gas naturale. In serata la folla continuava a manifestare vicino al Parlamento, che ha rinviato a stamane l'esame delle leggi. «Giù le mani dalla banca», gridavano i dipendenti della Laiki. Ma la loro banca è già morta e sepolta, qualunque sia il «piano B». E c'è già chi comincia a dire che per Cipro sarebbe stato meglio votare subito il «piano A». E limitare i danni.


2 - LA RUSSIA CHIUDE LA PORTA A CIPRO: NO AD AIUTI FINANZIARI IN CAMBIO DI GAS

Da "La Stampa.it"

Porta chiusa della Russia alle difficoltà di Cipro.

«Mosca non è interessata alle proposte di Cipro» ha detto il ministro delle finanze russo Anton Siluanov annunciando che il negoziato è finito. Siluanov, citato dalle agenzie russe, ha spiegato che i negoziati si sono conclusi senza successo perché le società russe non erano interessate alle proposte di investimento cipriote nei settori energetico e bancario. Quanto all'estensione e alla riduzione dei tassi di interesse del prestito da 2,5 miliardi di euro concesso nel 2011, Mosca attende una decisione della Troika europea prima di valutare l'eventuale ristrutturazione del debito. Siluanov ha escluso inoltre che si sia discusso di un nuovo credito.

In pratica, il colosso del gas Gazprom e quello petrolifero Rosneft non sono interessati, almeno per ora, alle proposte di Cipro relative ai suoi giacimenti nel Mediterraneo, una delle offerte di Nicosia per ottenere aiuti russi contro la crisi finanziaria dell'isola: lo ha riferito una fonte del ministero dell'energia russa, citata dall'agenzia Itar-Tass. Tra gli interrogativi ancora in sospeso, il problema della disputa territoriale con la Turchia, le ricerche sismologiche non ancora completate, la mancanza di chiarezza sui giacimenti oggetto dell'offerta.

Sul fronte dell'Eurozona intanto interviene il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che in un `intervista al quotidiano greco Ta Nea dichiara che «La questione di Cipro non può essere risolta solo dai contribuenti dell'Eurozona, i creditori delle banche di Cipro devono condividere il peso del salvataggio».

Il ministro delle finanze tedesco ha aggiunto che l'eurozona è pronta ad aiutare Cipro, ma l'isola deve impegnarsi a risolvere il problema alla radice.

 

 

protesta a cipro contro merkel jpegPROTESTE A CIPRO CONTRO IL PRELIEVO FORZOSO DAI CONTI CORRENTIPROTESTE A CIPRO jpegPROTESTE A CIPRO jpegIl presidente cipriota Nicos Anastasiades jpegGAZPROM Wolfgang SchaeubleGAZPROM

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...